- Chiunque
di noi abbia insistito nella pratica della retta
concentrazione e della retta meditazione (si veda a tal
riguardo Tecniche di concentrazione interiore di
Massimo Scaligero), verrà inevitabilmente a trovarsi di
fronte alle cosiddette prove interiori, le quali possono
manifestarsi o attraverso eventi riguardanti il destino
individuale che si dipana tramite i fatti del mondo
sensibile o tramite eventi interiori, comunque connessi alla
dinamica mayica, ma non per questo meno concreta (nella
maggior parte dei casi si ha una connessione parallela).
Tali prove hanno semplicemente la funzione di stimolare l’asceta
dei nuovi tempi nel rammemoramento, nel ricordo vivificante
apsichico e atemporale della forza amorevolmente
trasmutante, forza aerea e dirompente dell’Io-sono.
- L’ascesi
noetica di Massimo Scaligero insegna infatti che il dolore
è la via diretta dello Spirito nell’umano: insegna
altresí che non esiste dolore che non possa essere
eroicamente trasmutato dal soggetto veracemente pensante
secondo la volontà incorporea, volere aureo immateriato e
solare dell’Io, non quindi dal presunto soggetto pensato
dai pensieri pensati dalla natura psicofisica(1).
- Pensare
intensamente – volitivamente ma senza alcuno sforzo egoico
della volontà muscolare – un semplice pensiero che non
stimoli eccessivamente la sede mediana, è il piú alto atto
spirituale che un ricercatore occulto di questo tempo possa
compiere.
- Trasmutare
l’essenza del dolore (essenza sovraindividuale, cosmica,
perciò tanto forte per la coscienza individuale) in fiducia
calma, in devozione illimitata verso l’azione
autenticamente miracolosa – poiché assolutamente
trascendente le ferree leggi arimaniche spaziali e temporali
ma in queste magicamente agente – dell’Arcangelo
Michele, è certamente possibile a patto che l’uomo lo
voglia.
- L’ascesi,
cioè gli esercizi rigorosi e disciplinati del pensiero e
dell’atto puro (I e II esercizio della metodologia
ascetico-michaelita donata all’umanità da Rudolf Steiner)(2),
ove insistentemente, pazientemente e fiduciosamente
eseguiti, destano nell’anima che a ciò si è sempre con
rigore preparata l’accettazione consapevole dell’attiva
sperimentazione degli altri tre esercizi consigliati dallo
Steiner (equanimità, positività, spregiudicatezza).
Insistere anche in questi tre esercizi dell’anima, senza
mai abbandonare la concentrazione e l’atto puro, è il
metodo migliore per essere pronti a quelle prove nelle quali
siamo finalmente abbandonati dal Mondo Spirituale.
- Laddove
sembra impossibile resistere alle pesanti prove che la vita
ci pone, ed è veramente impossibile se vogliamo resistere
alle stesse con i terragnei strumenti fisiopsichici, l’asceta
addestratosi nei cinque esercizi previsti dalla disciplina
michaelita, non solo non oppone resistenza somatica di sorta
di fronte a tali tragici eventi, ma accettandoli come dono
dello Spirito per la trasmutazione delle sue personali
deficienze pneumatiche, che si mutano gradualmente in
positive ed individuali virtú morali, finisce sempre di
piú per sperimentare il flusso adamantino di quella
dimensione nella quale non vi può che essere una continua
offerta rituale alla illimitata forza d’Amore creatore del
Solare Arcangelo, l’Arcangelo del Graal: quella dimensione
che esige il dominio dell’Io.
- È l’Arcangelo
Michele, infatti, che può trasformare l’opprimente (ma
benedetta) angoscia inegoica che nullifica e stravolge la
quotidiana e convenzionale visione dell’essere – frutto
dell’attaccamento egoistico a ciò che è dato –
rendendo tale angosciante sofferenza animica pura noesi
immaginativa, che trova la propria fonte impalpabile nella
vacuità cosmico-cardiaca.
- L’Io
Solare adombrante ogni individuo è del Christo; la
penetrazione consapevole nelle zone d’ombra secondo le
tecniche operative della noesi sacra è la christificazione
dell’essere umano.
- Non
dunque mera imitazione mistica del Christo, ma – come
vuole l’ascesi dei nuovi tempi – martirio animico e
psichico che preluda, evento che deve essere però accordato
dal mondo dello Spirito, alla trasfigurazione taborica del
corpo somatizzato ed “egoizzato” in puro corpo di luce,
pneumatico.
- Evento
intemporale, tale dinamica trasfigurativa permette cosí di
irretire gli Ostacolatori, assegnando loro la giusta
funzione nell’evoluzione cosmica. La via michaelita è
perciò la via dei liberi servitori del Christo Gesú: via
del coraggio graalico – l’unico vero coraggio – che è
spiritualizzazione del dolore.
- «Questa
fu la via della passione: patimenti inauditi, a cui si
aggiungeva il dolore per l’umanità che era arrivata a
tanto. …Ma questi dolori, queste sofferenze, partorirono
quello Spirito che fu riversato sugli Apostoli. …Da questi
dolori è nato l’Amore cosmico sovrano che tutto domina…»(3).