AcCORdo

Con il pensiero che sorge senza aver nulla prima di sé, tutto può rinascere, tutto va ripreso dalle origini: è nulla ed è tutto. Da lí tutto rinasce, perché lí affiora l’Io, e qui cogliamo il nascere dell’Amore vero: che deve sempre rinascere per essere. Quando crediamo che l’Amore sia compiuto, che già sia realtà, diveniamo incapaci di amare: quello che abbiamo acquisito e siamo divenuti è la nostra natura, ciò che appartiene alla parte di noi che in ogni momento si può opporre allo Spirito.
Occorre sottrarre tutta la Vita della Luce alle insidie della Morte.
Cosí va sentito lo Spirito, come il dolore quando ci si abbatte, come una sensazione che ha il potere di escludere tutto, come la potenza piú radicale della gioia o della disperazione: si sente tutto il potere del mondo fisico attraverso la gioia o il dolore, per imparare come va sentito il potere dello Spirito. La sete di chi sta per morire per mancanza di acqua è sete dello Spirito: ci insegna come dobbiamo sentire bisogno dello Spirito. Ma è lo stesso che il Sacro Amore: v’è una sola realtà di cui l’uomo può sentire di mancare come della vita: il Sacro Amore. Proprio la mancanza del Sacro Amore è ciò per cui l’uomo deve morire. L’unica vera sofferenza dell’uomo è il mancare dell’Amore che gli fa vincere la Morte.
Grande è la tenebra in cui occorre mantener desta la luce: grande e di continuo impetuosa la tenebra su cui occorre vincere, perché la luce non scompaia.
Una lunga preparazione è necessaria per ciò che tra breve darà senso a tutto, se l’anima e lo Spirito saranno desti: riguardo all’imminente Vita della Luce che forza il limite della tenebra, conducendo a varie forme di autodistruzione della tenebra. Una preparazione sacrificale, possibile, nella sua assoluta abnegazione, grazie alla potenza dell’Amore, di contro al momento di grande crisi in cui l’autodistruzione della tenebra necèssita del pensiero piú forte e piú luminoso per essere veicolo del novello destino umano, per operare a questa novella fase di vita dell’umanità: un culto dell’Infinito nella forza segreta del pensiero e la vocazione cosmica dell’anima.
Tutto verrà restituito, tutto sarà risanato: ma la misura del tempo non è che relativa e contingente. Questa misura è la causa del soffrire umano, quando viene assunta come reale e vitale. L’alta liberazione non conosce la misura propria al pensiero riflesso, misura spazio-temporale, misura della brama di vita e del suo continuo disinganno, cui si conforma di continuo l’umano.
Un evento non compenetrato di pensiero è alterità: l’alterità è un contenuto interiore non realizzato. L’interiorità che non si attua fa sorgere la realtà obiettiva opposta al pensiero: l’interiorità che non si realizza è il dolore, il male. Possiamo vedere il bene come un ideale che si realizza, un principio interiore che s’incarna, ma non in stato di sogno, bensí cosciente. Ciò che sorge spiritualmente e che, come spirituale, viene arrestato da qualcosa che è “fatto”, “legge”, opposizione reale, realtà esteriore: ciò è l’origine del dolore e del male: il pensiero che non diviene vivente. La tenebra che si oppone allo Spirito. Il superamento dell’astratto pensiero realizza quello che la realtà umana contingente tenta impedire. Questo impedire è previsto, è regolare, è funzionale. Importa saperlo. Nello svincolamento sottile dall’inganno dell’alterità v’è il moto del pensiero che apre il varco alla corrente di Luce: Luce di Vita, Vita della Luce. E questo è il segreto di tutto: che si conosca il varco attraverso cui è sempre possibile, in ogni situazione, restaurare il fluire della Luce.

Massimo Scaligero

Da una lettera del maggio 1971 a un discepolo.