Spigolature dalla stampa

Nel mare fangoso della carta stampata che quotidianamente attraversa le nostre giornate, di tanto in tanto possiamo estrarre qualche articolo ricco di spunti per il cultore di Scienza dello Spirito. È il caso, ad esempio, dell’articolo comparso il 3.2.2003 su «Il Giornale» firmato da Nino Materi sugli effetti corporei della vita nello spazio extraterrestre degli astronauti.
Il piú vistoso è quello del rischio osteoporotico: c’è una perdita consistente della massa ossea (in un soggiorno di quattro mesi e mezzo arriva al 12%), segno evidente dello sdivenire escarnatorio della corporeità, contrassegnato dalla tendenza all’incurvamento della schiena, che ricalca nell’utero cosmico la memoria embriologica della posizione fetale nell’utero materno terrestre.
Tale tendenza si ripete nella perdita ancora piú consistente della massa muscolare (fino al 40% nel periodo pre-indicato) e nella diminuzione della produzione dei globuli rossi.
Tali cellule del sangue accompagnano il processo incarnatorio dell’uomo sulla terra: esse infatti contengono l’emoglobina (una proteina con il “nocciolo” interno a forma di croce), veicolante il metallo ferro – tipicamente terrestre per diffusione e quantità – che svolge la funzione mercuriale di scambiare l’ossigeno con l’anidride carbonica sia nei tessuti periferici (ai limiti della pelle esterna: la cute) sia nell’organo mercuriale per eccellenza: i polmoni (con la notevole estensione delle superfici alveolari, un’autentica pelle interna).
I globuli rossi perdono al momento della nascita fisica il nucleo e al suo posto si impianta l’emoglobina dell’uomo terrestre. Ogni processo di anemizzazione corrisponde pertanto a un processo di escarnazione.
Negli astronauti la perdita di calcio, elettroliti e plasma sanguigno avviene in seguito all’espulsione di liquidi poiché, in assenza della forza fisica di gravità, prevale in eccesso la forza eterica corrispettiva: l’etere del chimismo o del suono.
L’attività di quest’ultimo travalica, a differenza delle condizioni terrestri, il confine tra corrente inspiratoria e corrente espiratoria e pervade i fluidi corporei nel sistema del ricambio, che si spostano nel torace e nella testa: allora si gonfia il viso, il collo e si ingrossa leggermente il cuore.
Ecco un’ulteriore riprova dell’operare di questo etere particolare, oltre le già note esperienze delle figure di Chladni generate dall’archetto di un violino.

Angelo Fierro

Alcuni esempi di figure acustiche di Chladni, ottenute sottoponendo a vibrazioni sonore un
disco di vetro o metallo sul quale è stato in precedenza cosparso un sottile strato di sabbia fine.