Antroposofia

La stagione estiva è il periodo in cui la terra e l’uomo tendono a liberarsi della gravità del corpo per appropriarsi di una leggerezza che li fa vivere in simbiosi con il cosmo. In questo stato ci si ritrova insieme ad Esseri, insieme a pensieri viventi, e coinvolti in avvenimenti cosmici beatificanti e rigeneranti. Purtroppo di tutto ciò non rimane traccia nella consapevolezza della vita ordinaria, perché, in quest’epoca, il fenomeno attraversa l’anima dell’uomo in forma sognante, passando quasi inavvertito sotto la soglia della coscienza. La stagione autunnale è, per noi, il momento della caduta nel mondo fisico-sensibile. Ora l’uomo riprende le sue attività terrene, da cui trae l’illusione di una maggiore presenza di sé. Invece viene a contatto con le ombre degli Esseri, con le ombre dei pensieri viventi.
Tali ombre sono illuminate da quelle Entità ribelli, che un tempo risiedevano nel mondo spirituale, cacciate poi dall’Arcangelo Michele, e che attualmente dimorano nel capo degli uomini.

Nasce in tal modo il morto pensiero intellettuale, legato ai sensi ed al cervello.

Nell’atmosfera autunnale l’uomo non incontra solo le forze dell’Essere tentatore, ma anche le forze del signore della materia, che fornisce la percezione del mondo fisico-sensibile.
Il principe di questo mondo, il mondo dei sensi, ci porta a spasso da percezione a percezione, da illusione ad illusione, legandoci all’apparenza e facendoci innamorare dell’immagine esteriore, dell’immagine riflessa della realtà, dell’ombra della realtà. In questo vagare l’anima umana è sospinta ai confini della percezione dei sensi e vede dispiegarsi davanti a sé un’oscurità ignota e muta, dove vive la realtà non percepibile ai sensi e quindi ha l’impressione di precipitare nel vuoto assoluto non ricevendo piú risposte alle sue domande.

Da qui nasce la paura.

Ma la saggezza divina non ha lasciato l’uomo da solo. Nella stagione autunnale l’Arcangelo Michele viene in aiuto dell’umanità. Egli ha molta fiducia nell’uomo; forse è l’unico Essere che, nella sua grande fedeltà al Cristo, ha tanta fiducia nell’uomo; per cui fa cadere dal Cosmo una pioggia di ferro meteorico che, entrando nel sangue dell’uomo, gli dona le energie necessarie per lottare contro le forze del drago.
Purtroppo l’uomo, abbagliato dalle seduzioni del mondo dell’apparenza, portate dai sensi, ed esplicando la libertà, datagli dal mondo fisico-sensibile, non riesce a seguire le ispirazioni micheliane.
Cade nel dualismo: spirito e materia, percezione e pensiero, realismo ed idealismo, bene e male ecc. Appannato dalla paura dello spirito, torna sui suoi passi sprofondando nel mondo dei sensi, dove cerca la tranquillità, la pace. Qui gli risuona la famosa frase: «Si vis pacem, para bellum»: se vuoi la pace, prepara la guerra.
L’uomo aspira alla pace ma sente che deve lottare. Allora si chiede: «Contro chi?». A questa domanda non sa rispondere.
Allora il mondo dei sensi, in cui si trova, risponde per lui: «Lotta contro chi ti contrasta, contro chi ti si para davanti. Tutti sono tuoi nemici, anche chi ti è amico. Se vuoi la pace conduci una guerra contro tutti».
In poche parole, l’uomo, invece di usare il ferro meteorico per scendere nella propria interiorità e metamorfosare il proprio essere conducendo una lotta contro se stesso e le proprie inclinazioni, forgia una spada per condurre una guerra contro gli altri, guerra fatta con pensieri taglienti e freddi, sentimenti falsi ed illusori, azioni distruttive e pretestuose.
L’Arcangelo Michele, oltre ad indicare la via del combattimento interiore, vuole anche l’equilibrio tra interiorità ed esteriorità; vuole la metamorfosi del nostro essere; vuole che impariamo a scorgere lo spirito nella natura; vuole che riconosciamo l’uomo invisibile nell’uomo visibile.
L’autunno è anche la stagione del decadimento della natura. Gli alberi si spogliano delle foglie; tutto il mondo vegetale rinsecchisce perché la linfa vitale si ritira nel cuore della terra; diminuisce l’attività solare e le nebbie sorgono dal terreno umido avvolgendo tutto e rendendo ogni cosa malinconica. La sensibilità umana ha posto, in questo periodo, la commemorazione dei defunti. In questa stagione, quindi, l’essere della materia infonde nell’uomo la paura della morte.

L’uomo sperimenta la morte.

Tuttavia, come indica Rudolf Steiner, il ferro micheliano aiuta l’uomo anche a superare la paura della morte, perché è vero che l’arcangelo Michele vede occultarsi il divino nell’uomo, come la brace sotto la cenere, ma vede risorgere il divino dall’uomo, come dalla sua cenere risorge l’araba fenice.
In questo Michele è veramente il volto del Cristo, in quanto porge all’uomo le forze solari di resurrezione del Cristo. Nel ferro meteorico autunnale ci sono le forze di metamorfosi, ma principalmente le forze di resurrezione del Cristo.
Le uniche in grado di dare all’uomo la capacità di ritornare al cosmo. Michele porta all’uomo le forze del Cristo che conferiscono all’uomo la possibilità di unificare le dualità e di conseguire l’equilibrio.

Questo è il grande mistero solare.

Michele è quell’Entità che infonde nell’uomo il coraggio per vincere il drago affinché possa liberamente seguire l’indicazione di unirsi al cosmo dall’esilio nella sfera della materia. Nell’autunno si staglia davanti a noi, se riusciamo ad elevarci fino ad essa, la grande immaginazione:

l’Arcangelo Michele vestito con la corazza d’oro solare
con in mano la spada che uccide il demone della materia
e nell’altra la bilancia che soppesa le anime
e reca equilibrio tra passato e futuro,
tra interiorità ed esteriorità,
tra morte e vita.

Salvatore Colonna

Immagine: Giovan Angelo d’Amato «Arcangelo Michele» 1583, Duomo di Ravello