- Il
mondo delle idee è primigenia scaturigine, principio
di ogni essere.
- Nel
mondo delle idee armonia infinita, beatificante quiete.
Privo della sua luce un essere sarebbe esanime,
insussistente; non gli sarebbe dato d’aver parte alla vita
che anima la totalità del mondo.
- Soltanto
l’esistere che sgorghi dall’Idea, esso soltanto può
significare qualcosa nell’albero del creato universale.
- idea,
ciò che è in sé chiaro; in sé e per sé; Spirito
autosufficiente.
- Qual
foglia morta caduta da un albero qualunque, vissuta invano,
tal è qualunque singolo particolare che non alberghi in sé
ciò che in sé deve albergare: lo Spirito.
- Ma
allorché l’uomo si desta alla pienezza della conoscenza,
allora sente, e conosce se stesso, quale individuo.
- E
con ciò in sé connaturato porta, nondimeno, un anelito
fervente verso l’idea.
- È
l’anelito che sprona a trionfare, sui limiti della propria
individualità, ond’essa lasci rivivere nell’anima lo
Spirito, ed essa a Sua misura si tempri.
- È
l’egoismo che limita l’uomo a questo suo determinato e
singolo esistente; è l’egoismo che l’uomo deve
annichilare in sé, ciò che deve strapparsi di dosso,
perché è quello che ottenebra la luce dello Spirito.
- Ciò
che viene dai sensi, dagli istinti, dalla brama, dalla
passione, è quanto vuole soltanto questo determinato ed
egoistico individuo. Ed è questo tipo di volere, personale,
che l’uomo ha da sopprimere in sé.
- E
invece di ciò ch’egli quale singolo vuole, dovrà volere
ciò che vuole l’idea, ciò lo Spirito in lui vorrà.
- Lascia
che si dissolvano i confini della tua singolarità per
seguire in te la voce dell’idea, perché essa sola è il
Divino. Ciò che si vuole entro i margini della tua
singolarità, è insignificante e trascurabile momento nel
fluire del tempo, è agli estremi margini del Cosmo.
- Ciò
che si vuole nello Spirito sta al centro, e in noi ravviva
la luce, che dal Centro per tutto l’Universo irradia, e
non soggiace al tempo.
- Se
operiamo entro i confini della nostra singolarità, ci
escludiamo con ciò dai rigorosi nessi in cui si tessono le
opere dell’Universo, ci recludiamo nella solitudine.
- Con
l’operare nello Spirito ci si immedesima nella stessa
operosità dell’Universo intero.
- La
mortificazione di ogni sentire racchiuso entro i limiti
della propria persona induce a piú eletta vita; chi
mortifica l’interesse personale vive l’Essere eterno.
- E
in tanta misura siamo partecipi dell’eterno, per quanta
dell’effimero sentire lasciamo che in noi s’estingua;
ché il mortale in noi è l’egoità. Ché chi non muore
prima che morte lo sorprenda, si guasta, allorché arriva la
morte. Chi non lascia che l’egoità s’estingua, quando
ancor egli s’avvale di questa terra, non ha ruolo nella
vita del Tutto, che è vita immortale.
- Vi
sono quattro sfere di attività umana per le quali l’uomo
si dona interamente allo Spirito, se mortifica ogni
attaccamento alla propria particolare esistenza: la conoscenza,
l’arte, la religione,
e l’amorosa dedizione
ad una Figura dello Spirito.
- Si
può dire che chi non vive almeno in una di queste quattro
sfere, non vive.
- conoscenza
significa dedizione di sé all’Universo nel pensare;
- arte,
che vuol dire dedizione di sé ad una visione ideale (nel
sentire);
- religione,
nella forza del sentire;
- amore
(è) raccoglimento di tutte le forze dello Spirito per la
dedizione a qualcosa che si riveli, a noi e per noi, degna d’esser
considerata quale Essenza dell’Universo intero.
- conoscenza
è la piú spirituale tra le forme di dedizione.
- amore
è la piú bella; per essa si annienta ogni interesse
egoistico.
- amore
è verace luce del cielo che illumina il vivere della
quotidianità.
- devozione
è autentico amore spirituale, ciò che ci nobilita fin
nelle piú recondite fibre dell’anima, sublima tutto ciò
che vive in noi. E questo puro, devoto amore, trasmuta l’intera
vita dell’anima in qualcosa d’altro, in qualcosa che ha
stretta affinità col mondo dello Spirito. In cosí piú
elevato intendimento, si può dire che amare
è alitare di vita divina, là dove generalmente si
incontra l’egoismo piú repellente e la piú irriverente
passione. Soltanto quando si sa qualcosa della santità
dell’Amore si può argomentare sull’esercizio
della devozione.
- Che
l’uomo abbia vissuto in una delle quattro sfere superando
la sua singola individualità, immedesimato nella vita dell’idea,
e gli sarà dato allora di pervenire a ciò cui attende,
intimamente, il germoglio d’ogni sua tendenza: il suo ricongiungimento
con lo Spirito. Questo è il suo vero
destino.
- Chi
vive nello Spirito vive libero, perché svincolato da ogni
subordinazione. Nulla può soggiogarlo, perché riconosce
che può subire
volentieri necessità da quanto sta piú in alto.
- Lascia
che la Verità si faccia vita.
- Perdi
te stesso per ritrovare te stesso nello Spirito del Mondo!