Mail da Furbonia

Dedicato a C.S. Lewis

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via email, capitatami accidentalmente tra le mani, che il giovane diavolo Giunior Dabliu Berlicche, studente iscritto alla perversamente prestigiosa Furbonia University, invia a suo zio Malacoda all’indirizzo elettronico Malacoda@redimendi.pur.

Andrea di Furia

Carissimo zio Malacoda,
a volte mi chiedo se mai si possa andare noi in confusione… noi che siamo la fonte della confusione! In aula tutto sembra chiaro, logico, semeioticamente saggiato e dialetticamente provato, eppure mi sorge il dubbio che anche noi, i maestri della manipolazione, si sia in fondo manipolati. Prendi ad esempio le due fasi in cui nello stage operativo universitario ci curiamo just in time della nostra cavia umana. La prima è quella che precede il concepimento: qui noi vediamo bene che l’uomo è un essere senziente, certamente inferiore, ma capace nel mondo prenatale di sentire e volere il proprio destino. Noi ne approfittiamo per registrare i momenti futuri in cui rischia di deviare e perdersi tra le braccia del Nemico. Sappiamo tutto di lui e ce ne avvantaggiamo perfidamente per tempo: conosciamo dove geograficamente si posizionerà sulla Terra, chi frequenterà e chi sono i nostri colleghi preposti alla perdizione di costoro. Sappiamo persino approfittare velenosamente di quelle situazioni che sono le piú efficaci per indurlo in tentazione. La seconda fase, d’altra parte, avviene in ciascuno di quei momenti che abbiamo previsto e registrato, quando operiamo secondo il decalogo tenebroso. Ad esempio, il Master Truffator nell’interrogazione orale mi ha gratificato con un viaggio premio nella terza bolgia perché ho saputo rispondere alle sue domande. Pensa zio: mi aveva portato in spirito presso un religioso con il quale, da una parte, il collega diavolo aveva ben operato, trasformando in routine impiegatizia una pericolosa enfasi missionaria iniziale, dall’altra non riusciva a venire a capo di uno sgradevole “allarme redenzione”, come lo chiamiamo qui alla Furbonia University. La vittima era entrata in contatto con la pericolosissima – per noi appunto – legge della reincarnazione. In quest’epoca, sulla Terra, tu lo sai bene, grazie anche all’opera meritoria di nonno Berlicche e della sua squadra di guastatori animici, la maggior parte degli studiosi seri la ritiene una fantasia di menti malate. E questo solo perché gli si è fatto appropriatamente notare che tale teoria è apparsa già nelle prime ere di un’umanità bambina, sognante nel linguaggio delle mitologie piú fantasiose, rispetto alle attuali disincantate e concrete conoscenze di un’umanità piú matura ed evoluta. Non sanno i meschini che è stato proprio grazie ad un esperimento geniale di un cugino della Fanatic University – il quale ha adeguatamente invasato uno dei piú prestigiosi accademici dell’epoca positivista sulla Terra – che attualmente l’uomo la pensa in questo modo. Ebbene, il religioso era molto inopportunamente attratto dalla realtà spirituale della reincarnazione, ed i tentativi del collega di distoglierlo, di richiamarlo all’osservanza del dogma, di spaventarlo con la paura di mettersi in cattiva luce circa la carriera, con le autorità del suo culto, non approdavano a nulla. Devi sapere che fin dal colloquio iniziale questo debole collega, questo povero diavolo, era stato scartato perché giudicato non all’altezza del master in damnatio administration della nostra prestigiosa e pestifera Accademia. Mi si interrogò allora se mai avessi io, che invece ero stato ritenuto degno dell’MDA dal corpo docente, qualche incisivo suggerimento da dare. Qui, grazie a nonno Berlicche che mi aveva raccontato di un caso simile per uno scienziato appartenente ad un ordine religioso di chiara fama, suggerii di convincerlo che sí, la legge della reincarnazione è una realtà, ma che bisogna coprirla di un’aura di segretezza, e soprattutto parlarne solo in gruppi ristretti, di persone fidate e sicure, in quanto l’umanità non era ancora sufficientemente matura per tale conoscenza. Venirne in possesso troppo prematuramente avrebbe messo magari in testa alle sue “pecorelle”, a questi poveri bambinelli, di poter fare a meno dei servizi suoi e della sua organizzazione. Dovevi esser lí zio! Cibarti delle sue emozioni e dei suoi terrori alla sola idea! Il perverso collega era entusiasta e il nostro rivoltante Master Truffator, sempre imperturbabile, rivelava il suo stato d’animo attraverso un sincopato e ripetuto tremito nervoso della sua coda biforcuta. Io fingevo una perfetta noncuranza, ma devo aver esagerato in freddezza. Non mi è piaciuto come mi esaminava. In realtà ho la sottile paura che abbia ricalibrato a mio danno la difficoltà delle prove d’esame. Qui tutti attendono il giorno del compito in classe, io, invece, sono piú ansioso per l’antítesi finale perché è proprio Sua Indecenza in persona, la mia nèmesi, ad assegnarla. Speriamo bene… Che dico!?! Hai visto zio che è possibile entrare in confusione? Speriamo male!
Il tuo scombinatissimo nipote

Giunior Dabliu