Idealismo magico

Nello stesso modo in cui esprimiamo i moti dell’organo del pensiero, in cui li manifestiamo coi gesti, li concretiamo in azioni, in cui in genere ci muoviamo e ci fermiamo ad arbitrio, uniamo e singolarizziamo i nostri movimenti, nello stesso modo dobbiamo anche imparare a muovere, frenare, collegare e singolarizzare gli organi interiori del nostro corpo. Tutto il nostro corpo è senz’altro capace di esser messo dallo spirito in qualsiasi movimento. Gli effetti della paura, del terrore, della tristezza, della collera, dell’invidia, del pudore, della gioia, della fantasia ecc. sono indicazioni sufficienti. Oltre questo però esistono abbastanza esempi di uomini che hanno raggiunto una padronanza arbitraria su parti del corpo comunemente sottratte all’arbitrio. In tal caso ciascuno sarà il proprio medico e potrà acquistarsi un sentimento completo, sicuro e preciso del proprio corpo; allora soltanto l’uomo sarà effettivamente indipendente dalla natura e forse persino in grado di restaurare membra perdute, di uccidersi con la sola propria volontà e di raggiungere, solamente con questo mezzo, vere rivelazioni sul corpo, l’anima, il mondo, la vita, la morte e il mondo degli spiriti. Forse dipenderà soltanto da lui la possibilità di animare una sostanza. Egli costringerà i propri sensi a produrgli la forma da lui voluta e potrà vivere nel suo mondo nel piú vero significato della parola. Allora sarà capace di staccarsi dal corpo nel momento in cui lo crederà opportuno; egli vedrà, udrà e sentirà ciò che vorrà, come vorrà, e nel nesso che gli piacerà.
[1730]
L’uso degli organi non è altro che pensiero magico, taumaturgico, o uso arbitrario del mondo dei corpi; infatti la volontà non è altro che magica, energica capacità di pensiero.
[1731]

Novalis

Da: «Frammenti», Ed. Rizzoli, Milano 1987, pp. 432-33