Il
cancro finanziario
- A
quell’epoca esisteva la possibilità di lucrare con
il denaro in innumerevoli varianti legate al
proiettarsi della ricchezza nel tempo. Tale
possibilità riguardava il cosiddetto mondo
finanziario, ed era come un cancro, una bestia vorace.
A noi oggi pare ovvio che un simile sistema sia
economicamente patologico, ma allora, all’inizio del
terzo Millennio, la cosa sembrava ancora possibile. La
finanza era come un mostro capace di invadere e
nutrirsi di qualsiasi corpo produttivo. Questo mostro
s’annidava nelle piú fiorenti realtà economiche, e
a lungo andare le distruggeva. La quotazione in Borsa
di un’attività era il preludio ad uno snaturamento
della intrapresa economica: affiorava un gigantesco
simulacro societario che rappresentava l’ormai
perduta capacità di “fare impresa”. Non c’è da
stupirsi se queste costruzioni finanziarie, prima o
poi, svaporassero misteriosamente.
- Il
piú delle volte non ci si accorgeva della sparizione
d’una società, in quanto le intraprese, un tempo
sane, venivano accorpate in giganteschi trust
multinazionali, sempre piú grandi, sempre piú vuoti,
sempre piú lontani dall’economia produttiva.
- Altre
volte (ne sapevano qualcosa i piccoli risparmiatori,
che vedevano bruciati i risparmi di una vita dal
giorno alla notte) queste società quotate in Borsa
rivelavano colossali “buchi neri”: voragini
contabili d’entità inimmaginabile.
- Tutto
il sistema finanziario viveva puntellato sulle
illusioni di crescita. Perfino lo Stato Guida dell’Impero
Occidentale pagava un prezzo altissimo al cancro dell’economia
sito in Wallus Strit.
Proiezioni
future dei rendimenti attivi
- All’inizio
del nuovo Millennio, la situazione stava degenerando e
si stavano preparando tempeste economiche di
proporzioni inusitate. Le prime avvisaglie avevano
colpito l’Argentina, poi anche il resto dell’America
Latina venne depauperata in modo terribile.
- Qua
e là s’aprivano falle miliardarie, in quanto l’illusione
dei derivati finanziari e dei futures
non poteva durare in eterno. La finanza proiettava i
propri presunti guadagni verso il futuro e vendeva
tali illusioni. Era questo l’inverso esatto di
quanto andasse fatto: portare a coscienza dell’uomo
che il denaro deve avere un termine.
Dottrina
economica del denaro a tempo
- Benché
il Dottor Rudolf Steiner avesse donato al mondo fin
dal 1922 indicazioni precise sulla vita del denaro(1),
nelle Università economiche alla fine del secondo
Millennio non si studiava ancora il suo pensiero
economico, né questo veniva minimamente applicato. La
mancanza di tale apporto, indispensabile alla dottrina
economica, si faceva sentire pesantemente sulla vita
della terra.
- Il
Dottore nel suo testo aveva spiegato molto bene che vi
erano tre tipi di denaro: il denaro di acquisto,
il denaro di prestito e il denaro di dono.
Questi tipi diversi di denaro trapassavano l’uno
nell’altro. Il “giovane” denaro di acquisto
diveniva denaro di prestito e alla fine della sua vita
sarebbe diventato denaro di dono. Ovviamente la
corretta applicazione di questa possibilità salvifica
sarebbe stata resa possibile con il decumulo
informatico del valore della moneta. Si tenga conto
però che l’informatica ed i crediti digitali nel
1922, ai tempi di Steiner, non esistevano ancora(2).
- Il
denaro invece, alla fine del Millennio, non veniva
ancora trasformato dal tempo. Lo si accumulava con la
stessa illusione di chi accumulava monete d’oro in
un forziere antico. Ovviamente la vita economica della
terra non poteva progredire su premesse tanto ingenue.
Occultamento
del cadavere del denaro
- Ecco
allora che si sviluppò la Borsa mondiale, ovvero l’arte
di imbalsamare e nascondere il cadavere del denaro.
- La
mancanza di denaro aveva una ragione: il denaro a
quell’epoca si sedimentava senza invecchiare.
Tutti i beni deperiscono, cosí come gli uomini, gli
animali e le piante muoiono per poi rinascere
trasformati. Il denaro però a quei tempi non moriva
per morte naturale, veniva invece tenuto in vita con
una sorta di magia nera cui si era dato il nome di “investimenti
borsistici e finanziari”. Cosí veniva a mancare
denaro fresco mentre eccedeva il denaro decomposto.
- Agli
uomini di oggi, l’idea che il denaro debba
invecchiare appare assolutamente evidente, ma a quell’epoca
questa banalissima constatazione non era affatto
compresa. Si continuava a voler protrarre la vita del
denaro nel tempo, a voler lasciare ai propri figli
somme in eredità e a sperare che questo denaro
potesse accumularsi all’infinito. Oggi noi diremmo
che quella era una pura suggestione arimanica. L’economia
globalizzata stava mostrando chiaramente che la
ricchezza finanziaria di una sua parte produceva
povertà compensative in altri luoghi del pianeta.
Il
senso della Borsa
- Naturalmente,
se la Borsa prosperava risucchiando ovunque risorse, v’era
una profonda ragione economica che poco aveva a che
vedere con l’avidità individuale: le imprese di
quell’epoca avevano bisogno di immensi capitali
per far fronte allo sviluppo, alla pubblicità ed alla
concorrenza sui mercati mondiali. Per sopravvivere in
quel contesto industrialistico esasperato, le aziende
dovevano ampliarsi continuamente. Le ricchezze
personali o familiari non erano quindi piú
sufficienti: il denaro di acquisto del singolo
imprenditore non era bastante per finanziare lo
sviluppo e la crescita economica di quegli anni
frenetici.
- Si
doveva giocoforza ricorrere al denaro di prestito.
Tale denaro veniva prelevato in Borsa promettendo
rendimenti futuri.
Il
denaro di dono e gli Stati
- In
questo contesto, gli Stati e le Province imperiali,
dovendo mantenere una certa pace sociale, erano
obbligati ad accollarsi il Welfare Status e l’assistenza,
e quindi in un certo qual modo avrebbero dovuto
disporre di un certo denaro di dono. In
realtà, esistendo un solo tipo di denaro, riuscivano
a malapena a pagare le pensioni ed i minimi servizi
sanitari pubblici. La mancanza di denaro era dunque il
vero problema a tutti i livelli. Sembra una banalità
lapalissiana, ma era proprio cosí.
- Gli
Stati e le province taglieggiavano con tasse ed
imposte il corpo sociale, sottraendo alla società e
producendo ulteriore povertà.
- Malgrado
ciò, non potendo comunque far fronte all’immane
compito di gestire tutto il flusso del denaro di
dono richiesto dal Welfare Status, ricorrevano al denaro
di prestito sotto forma di Buoni del Tesoro. I
cittadini prestavano i loro risparmi allo Stato,
ricevendo dei benefíci d’interesse. L’intrico fra
mondo economico, giuridico e spirituale diveniva
soffocante.
Crollo
delle rendite dei Buoni del Tesoro
- Lo
Stato Guida dell’Impero d’Occidente era
pesantemente indebitato, non tanto per il poco denaro
di dono destinato ai poveri sudditi dello Stato
Guida, quanto per le spese immani della macchina
bellica imperiale(3).
- La
politica di potenza dell’Impero d’Occidente
costava tantissimo.
- Se
gli interessi legati ai Buoni del Tesoro di molte
province imperiali ad un certo punto divennero
irrisori, è perché la Federal Riservam dello Stato
Guida dell’Impero d’Occidente ritenne necessario
abbassare mondialmente il tasso di sconto. In questo
modo abbassava anche gli interessi passivi dello Stato
Guida. Era questa un’ulteriore indicazione di quanto
il mondo della politica anglofona determinasse l’economia
mondiale a vantaggio della propria politica e non
viceversa.
- Le
Province europee pesantemente indebitate, come l’Esperia,
trovarono conveniente questa politica dei bassi
rendimenti dei Buoni del Tesoro. I piccoli
risparmiatori invece, che vivevano con gli interessi
dei Bot, si ritrovarono pesantemente depauperati.
- I
bassissimi rendimenti sottrassero forza alle banche
che finanziavano le imprese con il denaro di prestito
e indussero il mondo economico ad operare ancor piú
in Borsa.
Stratagemmi
finanziari della Corte imperiale d’Occidente
- Per
pagare il debito dello Stato Guida furono escogitati
diversi sistemi: uno di questi fu quello,
summenzionato, di abbassare il tasso di sconto, il
secondo di rivalutare esageratamente l’Euro rispetto
al Dollarus, impedendo importazioni eccessive dalle
Province europee. Il terzo fu quello di emettere
Dollaris in eccesso e far diventare la divisa dello
Stato Guida una sorta di moneta mondiale dei Paesi
poveri. Qualora tutti i detentori di Dollaris del
mondo avessero avuto la possibilità di convertirli
simultaneamente in beni, si sarebbe prodotta un’inflazione
spaventosa. Questi Dollaris erano sparsi soprattutto
nel Terzo Mondo e quindi non potevano essere
scambiati. Il basso valore del Dollarus serviva
inoltre a contrastare la politica economica del
Rossoceleste Impero cinese.
Salvino
Ruoli
(7.
continua) |