- Da
sempre si è sentita l’affinità della fantasia artistica
con la conoscenza soprasensibile, con quella che si può
chiamare coscienza veggente o, per non essere fraintesi,
cosa molto facile, con la chiaroveggenza. Per l’odierno
indagatore dello spirito che, movendo dalla prospettiva del
presente, cerca di entrare nel mondo spirituale, la
relazione fra la creazione artistica e la conoscenza
soprasensibile è molto piú importante dell’altra
affinità, spesso messa in rilievo, fra la vita visionaria,
che in sostanza si basa su condizioni patologiche, e la
chiaroveggenza che si ha davvero soltanto nell’anima,
senza l’aiuto del corpo.
- Si sa
che i poeti e gli artisti in genere sentono a volte una
stretta relazione fra il modo complessivo del loro creare,
fra le loro esperienze e la veggenza. Soprattutto artisti
che creando cercano la strada verso le regioni
soprasensibili, narratori di fiabe o comunque artisti che
cercano di incarnare il soprasensibile, raccontano
giustamente di loro reali e viventi esperienze, di come
vedano con chiarezza le relative figure, di come siano in
relazione con loro, avendone un’oggettiva impressione
quando appunto se ne occupano. Si può ancora parlare di una
specie di limite fra la visione artistica e la veggenza fino
a quando la chiarezza dell’anima non sia offuscata, fino a
quando la formazione artistica non trapassi in visioni
costrittive sulle quali la volontà umana non abbia piú
potere alcuno e piú non disponga della propria chiarezza.
Solo nella ricerca scientifico-spirituale si mostra un ben
preciso limite (ed è l’importante) fra la creazione
artistica e la sua sorgente, limite della fantasia artistica
da un lato e della veggenza dall’altro. Chi non riesce a
vedere quel preciso limite e non può renderlo fecondo per
la sua esperienza, è facile che arrivi là dove giungono
molti artisti che in effetti hanno paura di essere impediti
nel loro lavoro perché penetra una certa veggenza nella
loro coscienza. Vi sono persone, dotate di una vera natura
artistica, che per la loro attività artistica stimano
necessario il sorgere di impulsi che sgorghino dal
subconscio o dall’inconscio dell’anima, che però
fuggono come dal fuoco se nella loro inconscia attività si
presenta una verità soprasensibile alla loro chiara
coscienza.
- Vi è
soggettivamente una poderosa differenza fra l’esperienza
della concezione, ricezione e godimento dell’arte e l’esperienza
dei mondi soprasensibili a seguito della chiaroveggenza. Il
creare, recepire e guardare l’opera d’arte forma senz’altro,
nell’anima che ne gode, la tendenza per l’individuo
verso il mondo esterno, grazie ai sensi e con l’aiuto
delle percezioni e delle idee che poi diventano ricordi.
Basta ricordarsi soltanto delle caratteristiche della
creazione artistica e del suo godimento per dirsi: certo,
nella ricezione artistica e anche nella creazione vi sono
percezioni e capacità sensorie del mondo esterno. Non
esistono nel modo grossolano in cui altrimenti lo sono nelle
manifestazioni sensorie; vi è qualcosa di spirituale,
qualcosa che si inserisce e opera liberamente nelle
percezioni e nelle idee, nell’afferrare e creare dell’artista,
quali ricordi e contenuti dei ricordi. Non si potrebbe
comunque discutere della giustificazione del naturalismo e
dell’individualismo, se non ci si appoggiasse alle
percezioni. Del pari ci si può convincere che nell’anima
vi sono ricordi nascosti, qualcosa di inconscio che nella
memoria collabora nell’uomo alla creazione artistica e al
suo godimento.
- …Spesso
si ama dormire col sillabario della conoscenza universale
sotto il cuscino per tutta la vita, per non far indebolire l’originaria
creatività elementare con la scienza veggente. Chi invece
la afferra, quale oggi può essere intesa nella pienezza dei
tempi, comprenderà che nel senso di Morgenstern si uscirà
dall’analfabetismo, che si possono gettare ponti fra arte
e veggenza; in tal modo si avrà nuova luce sull’arte e
nuovo calore sulla veggenza, grazie all’arte. Cosí, come
frutto di giuste fatiche, in un salutare avvenire si potrà
dare un profondo e significativo impulso alla futura
evoluzione dell’umanità, grazie alla luce veggente e al
calore artistico.