
- Negli
animali la prevalenza della materia sulla forma è una
conseguenza di nutrizione eccessiva, come si può vedere
evidentemente nelle specie animali piú basse – come per
esempio nei bruchi – e nelle specie piú alte – come
per esempio nei maiali nutriti artificialmente. Nell’uomo
la stessa causa, cioè una nutrizione eccessiva, porta ad
una prevalenza della vita animale o della carne sullo
Spirito. Ecco perché l’astensione dal cibo e dalle
bevande – il digiuno – ha formato sempre e dovunque un’esigenza
fondamentale della morale.
- Questa
astensione si riferisce prima di tutto alla quantità, nel
qual caso non si può enunciare alcuna regola generale, e
in secondo luogo alla qualità; in questo secondo caso la
regola è stata sempre e dappertutto l’astensione dalla
nutrizione cosiddetta carnivora (di carne cioè di animali
a sangue caldo). La carne piú facilmente e completamente
può mutarsi in sangue, e perciò piú rapidamente e
fortemente aumenta l’energia della vita fisica(1).
- L’astensione
dai cibi di carne può senza dubbio essere posta come
esigenza generale. Nessuna obiezione a questa regola regge
alla critica, e tutte quante sono state già da tempo
confutate non solo dai moralisti ma anche dai naturalisti.
Ci fu un tempo in cui l’uso della carne umana cruda o
semplicemente arrostita fu considerata come normale(2).
Dal punto di vista ascetico, l’astensione dalla carne e
in generale dal nutrimento animale è utile per due
ragioni: prima di tutto ne viene indebolita l’energia
della vita materiale e in secondo luogo – poiché l’uso
ereditario ha sviluppato un bisogno naturale di tal genere
di nutrimento – con l’esercizio della forza di
volontà per vincere il desiderio fisico, aumenta l’energia
spirituale.
- Per
quanto riguarda le bevande, la semplice riflessione
proibisce l’abuso di bevande inebrianti, che ha per
conseguenza la perdita delle forze intellettuali. Il
principio dell’ascesi pone naturalmente altre esigenze.
Il vino aumenta in generale l’energia del sistema
nervoso e cosí anche l’energia della vita psichica. Al
nostro grado di sviluppo spirituale, in cui le forze
predominanti dell’anima sono ancora soggette a motivi
corporali, tutto ciò che aumenta ed eccita la forza
nervosa al servizio dell’anima, aumenta naturalmente
questo elemento materiale dominante ed è quindi
estremamente dannoso allo Spirito. Perciò è da ordinarsi
un’assoluta astinenza dal vino e dalle bevande spiritose
forti.
Vladimir S. Solov’ëv
Da Il
bene nella natura umana, a cura di Ettore Lo Gatto, Ed. G.B.
Paravia, Torino 1912, pp. 53-56
(1)
C’è ancora un altro motivo per l’astensione dalla
nutrizione carnivora, un motivo che ha carattere morale,
ma non ascetico, sebbene altruistico, l’estensione cioè
del comando della pietà e commiserazione anche agli
animali. Questo momento domina nell’etica buddistica,
mentre il momento ascetico fu accolto nell’etica
ecclesiastico-cristiana.
(2) La Bibbia insegna che il nutrimento dell’uomo
normale, dell’uomo in Paradiso, consisteva solo di
frutti ed erbe nel loro stato naturale. Questo nutrimento
è anche adesso la regola nei piú severi digiuni
monacali, in Oriente e in Occidente, per es. presso i
trappisti. Tra questo estremo e il leggero digiuno dei
laici cattolici c’è una quantità di gradazioni che
hanno un loro fondamento naturale (per esempio, la
differenza tra animali a sangue caldo e a sangue freddo,
il che ha per esempio come conseguenza che il pesce è
cibo da digiuno), ma non hanno un’importanza generale,
di principio, obbligatoria.
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