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Ricorda loro
di stare sottomessi alle potestà e alle autorità, di
obbedire, di essere disposti ad ogni opera buona, di non
sparlare di nessuno, di non essere litigiosi ma
arrendevoli, dimostrando ogni mansuetudine verso tutti gli
uomini. (a)
San Paolo Lettera
a Tito
(3,1-3).
«Non
mi parlate di Stato e degli uomini di Stato – interruppe
Filina – non me li posso immaginar altro che con una
parrucca, ed una parrucca, sia pur sulla testa piú
veneranda, suscita sempre nelle mia dita non so quale moto
convulso; mi prende allora una voglia matta di tirarla
giú dal degno cranio del suo proprietario, di gettarla in
mezzo alla stanza, di farci quattro salti intorno e di
burlare la zucca pelata». (b)
Goethe Il
noviziato di Guglielmo Meister
(Libro II, capitolo IV).
Ora,
il gregge è pericoloso che sia in mano al cattivo
pastore, mentre è importante che sia nelle mani del buon
pastore, perché le greggi sono la massa ingenua,
primitiva, che al massimo arriva al razionalismo, ma non
va oltre e perciò prende il pensiero dagli altri. E se
questo pensiero lo prende da coloro che hanno il compito
di arrestare l’evoluzione dell’uomo, allora la massa
diventa pericolosa. Però non guardiamo questa massa,
guardiamo coloro che sono responsabili culturalmente,
intellettualmente. (c)
Massimo
Scaligero, Seminario Solare, 12 aprile 1978
in « Graal» N. 47-48, Edizioni Tilopa, Roma 1994.
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Le tre generazioni del
secondo dopoguerra
All’inizio del
secolo e del millennio, qualcosa di profondo cambiò l’Europa
dall’Atlanticus agli Uralis. Le popolazioni di quelle
Province iniziarono a trasformarsi, evolvere e maturare, con
inconsueta rapidità. Ormai erano passati circa sessant’anni
dall’ultimo conflitto mondiale che aveva sancito il
dominio dello Stato Guida e l’affermazione delle forze di
morte dell’Impero d’Occidente. Sessant’anni
rappresentano all’incirca l’incarnazione di tre
generazioni. Ovviamente le generazioni sono un’astrazione
in quanto anno dopo anno, mese dopo mese, esseri diversi s’incarnano
sulla terra. Oltretutto diversi spiriti di popolo rendono
diversi questi nuovi arrivati. Eppure, in quello scorcio di
secolo, prevalsero alcune caratteristiche generazionali.
a) La prima
generazione visse la devastazione della guerra e fu quella
che subí in pieno lo sfacelo di quel mondo antico. Questa
generazione, dal 1945 in poi, ricostruí economicamente e
giuridicamente l’Europa (nei limiti di quanto concesso
dall’Impero). Con questa generazione tramontò l’epoca
dei nazionalismi romantici. Fu una generazione che subí la
mancanza di anima cosciente rispetto a quanto richiesto da
quei tempi tanto duri dominati da chi, come gli anglofoni,
deteneva in modo istintivo questa forza. I migliori fra
questi europei, furono ligi ed obbedienti alla Patria e alla
potestà degli Stati che li rappresentavano. Fu questa una
generazione che pagò cari gli errori di Stati unitari in
cui Spiritualità, Economia ed elemento Giuridico erano
assommati in un unicum inscindibile. Se in Italia e in
Germania avessero prevalso le forze della Tripartizione, le
cose sarebbero andate diversamente. Ma la situazione critica
di quel mondo era già iniziata negli anni antecedenti alla
grande guerra del 1915-18, in cui furono piegati gli Imperi
Centrali.
b) Venne il tempo della
seconda generazione. Costoro subirono lo sfacelo
sociale determinato dall’avvento dei tempi nuovi.
Nulla di ciò che accadeva nell’Occidente era
ormai accettato tradizionalmente. Il corpo sociale fu
devastato dal relativismo, e la cosiddetta
emancipazione slegò le masse da ogni legame accettato
in precedenza. Con il pretesto dell’emancipazione
femminile, le casalinghe d’Europa e dello Stato
Guida furono sospinte nel mondo del lavoro, affinché
avessero la possibilità di diventare un’ulteriore
massa consumatrice di beni.
- Le famiglie iniziarono a
sfasciarsi, mentre sugli esseri femminili gravava il
peso di una doppia responsabilità.
Nel frattempo, i
popoli perdevano le loro consuetudini tradizionali, ma le abbandonarono troppo presto
rispetto al giusto processo evolutivo.
- L’Occidentalizzazione
totale era avviata, la cultura anglofona trionfava
ovunque. L’astrattismo, l’istintività e l’intellettualismo
nell’arte impoverivano il mondo. La seconda
generazione europea dopo la guerra fu detta “del ’68”
a causa dei moti studenteschi di quegli anni,
iniziati a Parigi nel maggio del 1968. Essa perse
anche i forti impulsi religioso-cultuali dei padri e
rimase impigliata nelle tele della ideologia. Fu una
generazione che pagò cara l’illusione di una
libertà esteriore e dello sberleffo all’ordine
antico come sinonimo di liberazione interiore. Fu
dunque una generazione che contribuí ad abbattere
le antiche illusioni e le consuetudini.
- All’interno di questa
seconda generazione, pochissimi ebbero il compito di
tenere viva la fiaccola della Comunità Solare. Un
Maestro di somma levatura s’incarnò in Esperia,
salvando con la sua opera il corso dell’evoluzione
umana. Si preparò così il passaggio del testimone.
c) La terza generazione
europea si trovò in una specie di deserto dell’anima.
Questi ultimi arrivati si scissero cosí in due
tronconi: da un lato i piú deboli, il gregge,
travolti da quel vivere infausto, dall’altra i piú
forti, capaci di reagire interiormente e mettersi in
cammino alla volta di qualche oasi di spiritualità.
(Vedi L’Archetipo, gennaio 2004).
L’insuccesso sul piano
politico e ideologico degli errori della generazione
precedente erano sempre piú chiari e ben visibili a
tutti. Costoro capirono che la politica non era la
strada da intraprendere. Ciò che cambiò il mondo non
fu quindi la nascita di un partito nuovo, ma la
nascita di uomini nuovi. Essi restarono non visibili
molto a lungo, in quanto dovettero sperimentare il
mondo sotto forma della molteplicità e dell’egoismo
in tutti i suoi aspetti, ma che fossero
particolarmente forti e saggi lo si notava fin dalla
piú tenera infanzia. Non si distinguevano soltanto
per l’intelligenza, ma anche per la sensibilità, la
capacità di dominio del mondo meccanico e l’intuizione.
- Fra di essi, ad esempio, v’erano
bambini che mal sopportavano la musica d’importazione
Occidentale: la consideravano blasfema e sceglievano
istintivamente la musica classica. Altre volte quei
ragazzi rifiutavano l’apprendimento barbaro delle
scuole di quel tempo antico. Sentivano quasi con
naturalezza il richiamo dell’Occulto in tutte le sue
forme.
Il controllo dell’immaginario
giovanile da parte dell’Impero d’Occidente
- L’Impero, in un certo qual senso, percepiva questo
problema e cercò di correre ai ripari. Ad un certo punto lo
Stato Guida fu costretto, pur di mantenere il dominio dell’immaginario
giovanile, di concedere e favorire la divulgazione di opere
artistiche di genere fantastico a sfondo magico, in quanto
era quello l’argomento dominante richiesto. Dal Dominus
degli Anelli ad Harri Potterus,
tutta l’editoria doveva
appagare la sete spirituale delle giovani generazioni. L’Impero
però cercava di limitare il danno spostando sempre troppo
indietro o troppo avanti (nel tempo) le immaginazioni
evocate. Lo Stato Guida attinse a piene mani dalla mitologia
anglo-celtica, e per un breve periodo agli imperiali
sembrò possibile controllare questi impulsi nel cinema,
nell’editoria e nei videogiochi. Fu un’illusione, che
ebbe come effetto collaterale la crisi del razionalismo
ingessato nelle arti espressive. L’Impero stava ormai
perdendo il controllo dell’immaginario fantastico, mentre
nuove idee dilagavano attraverso impreviste forme di
comunicazione. All’interno dello stesso Stato Guida
proliferavano migliaia di siti informatici della Retem, in
cui si accusava la corte imperiale di pratiche nefaste. Era
una cosa inaudita ed incontrollabile.
- Gli esseri meno evoluti delle giovani generazioni vivevano
ancora lo spirito di ribellione della generazione che li
aveva preceduti, quella del ’68. Per costoro erano pronte
proposte sempre più innaturali e trasgressive. I cantanti
alla moda ormai erano tutti assatanati e richiamavano i
demoni con allusivi gesti delle mani. La forbice tra i due
gruppi si allargava…
Pensieri inconcepibili che
improvvisamente appaiono naturali
Un immenso percorso evolutivo divideva ormai i nonni dai
nipoti. Furono cosí concepiti pensieri che i nonni ed i
padri non avevano avuto possibilità di concepire. Tutti
questi fenomeni di evoluzione arrivarono sotto forma
culturale e spirituale. Man mano che le forze dell’Io
raggiungevano questi giovani che stavano crescendo, il mondo
cambiava, cambiavano soprattutto gli stati d’animo (état
d’esprit). Fu inevitabile che questi cambiamenti prima o
poi investissero anche le politiche delle vecchie Province.
Possiamo asserire con certezza che alcune istanze di
indipendenza, dall’Impero d’Occidente ritenute
inconcepibili nell’ultimo decennio del 1900, dai primi
anni del nuovo Millennio si manifestarono con forza anche
fra le masse europee. La cosa è a dir poco strabiliante, in
quanto usciva dagli schemi con cui l’Impero pensava di
costringere all’obbedienza i popoli d’Europa.
Europa, terra di mezzo fra
Oriente ed Occidente
- L’Europa stava lentamente ritrovando l’autocoscienza
del suo essere un soggetto Terzo, parimenti distante dal
materialismo Occidentale come dal sacramentalismo Orientale.
- Distante dalle forze vitali della corruzione materialistica
d’Occidente (al servizio dei demoni arimanici e dalle loro
forze di morte), e parimenti distante dalle aspirazioni ad
un paradiso spirituale trascendente che strappasse l’uomo
dalla terra. Che cosa servivano i kamikaze della Mezza Luna
se non una folle aspirazione luciferica?
- Naturalmente per affermare la propria potenza lo Stato Guida
sosteneva come sempre la regola binaria. Da una parte il
benessere e l’industrializzazione con il modello
liberaldemocratico, dall’altra la superstizione
oscurantista e povera. La grancassa mediatica (e medianica)
del regime imperiale batteva e ribatteva quindi sull’idea
che da una parte vi fosse l’Occidente democratico mentre
dall’altra vi fosse il Male, l’arretratezza, la
mezzaluna dell’Oriente fanatico. Ad esempio in Esperia
giornalisti e scrittori di regime tentavano di attizzare a
piú riprese un viscerale odio contro tale fanatismo. Ma i
popoli europei apparivano sempre meno convinti che la causa
del male risedesse nel delirio sacramentalista dei
maomettani pronti ad immolarsi in attentati suicidi.
- Stava facendosi lentamente strada l’idea che l’Europa
dovesse porsi centralmente e cristianamente rispetto ad un
Occidente materialista e ad un Oriente sacramentalista.
- Europa, come terra di mezzo. Così fu chiamata l’Europa:
la Terra di Mezzo, rubando dalle nebbie del passato mitico
dello scrittore Tolkien un’intuizione profondamente viva
ed attuale per quell’epoca.
Salvino
Ruoli
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