- Qualsiasi
sviluppo spirituale presuppone un allargamento di
coscienza. Qualunque allargamento di coscienza sottintende
la crescita morale. Ciascuna crescita morale è frutto di
catarsi animico-spirituale. Ogni catarsi
animico-spirituale è la conseguenza della progressiva
conquista della vera libertà interiore, quale risultato
conoscitivo della reale verità.
- L’essere
umano crede che la vera libertà, la fraternità e l’uguaglianza
fra gli uomini siano raggiungibili nel mondo materiale
operante esteriormente al suo essere nel rapportarsi con l’umanità,
con la società e con le nazioni. Ma questo è un falso
fuorviante per la vita spirituale, che provoca, per
mancanza di realizzazione interiore, la piú subdola
azione contro il prossimo, poiché viene mascherato da
princípi universali il corruttore della pura compassione:
l’innato egoismo umano.
- Princípi
universali che pur provengono dal mondo spirituale, ma
recepiti dall’uomo senza l’amore evangelico, e per
questo fuori dell’interiorizzazione necessaria affinché
possano assurgere quali elementi di crescita realizzativa
verso il piú alto principio spirituale: il Logos.
- Il
vivere e l’agire nell’esteriorità è la via piú
facile; la via di minor resistenza e di minor fatica ed al
contempo la via dell’inibizione della vera volontà,
dell’indurimento del vero sentire e della perdita
dinamica del vero pensare, causa prima del perdurare della
schiavitú dell’Io nella falsità e nella materia.
Schiavitú che attende di essere risolta dall’Io che
decida di liberarsi e che, interiorizzandosi, sia capace
di invertire quel processo che lo rende riflesso,
realizzando la risalita verso lo Spirito e la
reintegrazione nell’Io Superiore.
- Risalita
che avviene attraverso il pensiero capace di
trasfigurazione, essendo esso in realtà la forza
spirituale nell’uomo. Pensiero che nella sua forma pura
è atto e azione dell’Io Superiore manifestante, nella
dinamica del pensare, le facoltà dello Spirito.
- Qui l’innato
egoismo umano conclude il suo scopo: sviluppare l’individualità,
e per mezzo delle forze cosmiche del Logos purificarsi e
alfine reintegrarsi nell’Uomo Spirito. Possibilità data
all’uomo col mistero del Golgota, poiché con esso è
stata gettata nell’anima umana la semenza, l’immenso
potere trasmutativo e resurrettivo, capace di attrarre l’ego
e con lui il male e l’ignoranza, e far nascere e
sviluppare l’Io, quale sua purificazione e
trasformazione.
- Questo
è l’obiettivo assunto dalla moderna Scienza dello
Spirito che, con la Via del Pensiero, si propone di
liberare l’uomo e di farlo giungere al suo completamento
evolutivo. Via che, partendo dal pensiero riflesso, dal
pensiero ordinario e condizionato dai sensi, ha il compito
di condurre l’uomo prima al pensiero puro, o pensiero
libero dai sensi e dalla materia, e quindi al Pensiero
Vivente, ovvero al pensiero dell’Io Superiore. Ciò
permette, portandovi il sentire puro al suo interno, di
contemplare la Vera Luce, la luce del Logos, e,
compenetrandolo del puro volere, di portare in essere il
Pensiero Folgore, il pensiero del Consolatore.
- Questo
compito è svolto dalla concentrazione, e poiché consente
all’Io di ripercorrere a ritroso la strada attraverso la
quale unitamente al pensiero puro è divenuto riflesso,
essa è il veicolo dell’illuminazione e della
liberazione. In particolare questo esercizio ripristina la
gerarchia del pensare, sentire e volere nell’elevazione
dell’anima verso la sorgente Solare; permette di
esprimere, nel seguire il proprio moto pensante, la
propria libertà, la propria coscienza e la propria forza
di luce; infine, trasforma, nel vivere nel proprio cuore
il Cristo, i corpi sottili, realizzando cosí l’Uomo
Nuovo.
- Praticamente
la concentrazione si svolge mediante un tema con cui si fa
convergere in un unico punto la corrente del pensiero,
ottenendone cosí una sintesi dinamica capace di
oggettivare ciò che il pensiero è all’origine. Questo
permette al ricercatore di ripristinare la natura
originaria del pensiero e di scoprirne l’identicità con
le forze cosmiche che operano in lui.
- In
sostanza si evoca un oggetto ideato dall’uomo,
possibilmente semplice tanto da esaurire con poche
rappresentazioni la sua storia, la sua forma e la sua
utilità. L’oggetto non va percepito ma pensato, in
quanto ciò che importa è l’immagine sintesi.
Poi si contempla questa immagine sintesi rimanendo
coscienti e presenti all’operazione che si sta
compiendo. Questo permette all’operatore di accorgersi
dei momenti in cui l’immagine scompare in un nulla
vuoto e quindi, tramite un atto volitivo, essere
pronto ad esercitare immediatamente la capacità
creativa di farla risorgere nel proprio pensiero.
Operazione questa simile alla lotta del judo, il
combattimento che usa la trazione e la forza dell’avversario
a proprio vantaggio, poiché sfrutta lo scomparire dell’immagine
per sviluppare la volontà e la crescita interiore e
per far sorgere dalle profondità del proprio essere la
forza e le qualità spirituali. Inoltre, il ricreare
immediatamente l’immagine sintesi consente di non
far intervenire eventuali altri pensieri che indebitamente
tendono ad intromettersi quando si perde l’immagine,
consentendo di chiudere la breccia attraverso la quale s’infiltrano.
- L’esercitare
questa attenzione, come si è detto, è estremamente
importante giacché, attraverso l’operazione descritta,
si sviluppa la coscienza e di conseguenza la crescita dell’Io,
si potenzia la capacità concentrativa e con essa la
volontà ed infine si impedisce di essere travolti dall’ordinario
moto del pensiero oggettivo nel suo scorrere da un
pensiero all’altro. Tuttavia se nonostante ciò dovesse
accadere che eventuali altri pensieri si intromettono, il
che significa che si è verificato un abbassamento della
propria coscienza e della propria presenza sull’operazione
che si sta eseguendo, è necessario ripercorrere a ritroso
il flusso di pensieri e risalire di rappresentazione in
rappresentazione al punto in cui si è verificata l’illegittima
intromissione, tornando cosí all’immagine sintesi
del tema prescelto.
- Questa
immagine sintesi, dunque, liberando dinamicamente
il pensiero dalla condizione dialettica, può inizialmente
rivestire la forma che comunemente si percepisce nella
visione sensoria dell’oggetto, ma col proseguimento
della pratica questa tende a spogliarsi della forma e
manifestare un quid intuitivo in cui si ha la
sensazione, in un nulla pieno, di esservi racchiuso
tutto ciò che rappresenta l’oggetto in una reale
presenza di vita nel pensiero. In sostanza è questo quid
la percezione dell’essenza vitale dell’universale del
tema, ossia il concetto, nella sua forma libera dalla
materialità e pertanto libera dai sensi; invertendo cosí
la riflessità del pensiero e manifestando la sua essenza
spirituale. In altre parole si è giunti, liberando il
pensiero dai sensi, al pensiero pensante
e si è iniziato quel processo, noto come concentrazione
profonda, che consentirà, contemplando oggettivamente
questo quid con decisione, con tutta l’attenzione
possibile, con continuità volitiva e con la massima
tranquillità e riposo in sé, di sviluppare, unitamente
alla coscienza immaginativa, il pensiero immaginativo.
- Si
può affermare che la percezione del quid è nell’ambito
della pratica la prima forma di presa di coscienza del
pensiero immaginativo. È in definitiva, anche se molto
spesso non riconosciuto, l’entrare già in contatto con
qualcosa di spirituale che in seguito, divenendo l’operatore
per esperienza e crescita sempre piú padrone di questo
pensiero, allargherà la coscienza immaginativa che
permetterà di percepire l’anima e di manifestare in
essa dimensioni e piani diversi. Si scopre cosí che l’origine
del pensiero immaginativo è il dinamico snodarsi in
progressione di strutture pure di pensiero, capaci di
mediare, attraverso l’eterico, la vita astrale dell’anima.
Pertanto, come si vede, l’immaginazione che qui si
intende non è l’ordinario immaginare assoggettato
psichicamente alla vita corporea dell’anima senziente,
razionale e affettiva, ma la forma di percezione di forze
soprasensibili provenienti dal potere creativo di Entità
Cosmiche.
- Questo
fa comprendere che il pensiero immaginativo è un pensiero
di percezione metafisica di forze il quale consente la
manifestazione e la crescita dell’anima cosciente e di
conseguenza la conoscenza dei mondi soprasensibili e degli
Enti. Si sviluppa, cioè, con questo pensiero la visione
sottile o veggenza e l’udito sottile o chiara udienza.
- È
tipico in questa fase notare come il pensiero immaginativo
agisca sia durante il tempo della pratica, sia nella vita
esteriore ed interiore. Infatti, durante il tempo della
pratica esso permette di divenire coscienti, sentendoli,
dei corpi sottili nel loro compenetrarsi. Si sperimentano
i moti di correnti eteriche, mentre liberano i canali
sottili allo scopo di attivare i cakras. Si
percepiscono presenze ed Enti che osservano mentre si
eseguono gli esercizi. Infine si odono schiocchi nell’aria
e si possono avere visioni di luci. Gli schiocchi nell’aria,
che poi non sono altro che il suono prodotto dall’apertura
di dimensioni, andranno, proseguendo la pratica, sempre
piú intensificandosi, mentre si avvicinano allo
sperimentatore fino al punto che gli si posizionano di
fronte, a breve distanza, all’altezza di ben determinati
centri sottili. Segno che questi organi sono anche porte
dimensionali corrispondenti a mondi e a piani governati
dalle Gerarchie Superiori: i vari cosmi dell’asse di
luce. In seguito poi, quando si vive interiormente in un
certo piano, questi rumori scemano per poi manifestarsi
nuovamente quando si ripresenta un ulteriore passaggio
dimensionale quale modifica della struttura mentale. Le
visioni di luci iniziano, a prescindere se si abbiano gli
occhi aperti o chiusi, con il manifestarsi di sciami di
piccoli Soli nella stanza buia o nella penombra, e con la
percezione di pagliuzze di luce indaco-chiaro che poi si
trasformano, quando la concentrazione sarà piú profonda,
in pagliuzze giallo-dorate. Col tempo si noterà che
queste pagliuzze di luce si disporranno in modo piú
intenso secondo determinate linee di forza conseguenti all’operare
spiritualmente, e aumenteranno di numero al punto da
sentirsi immersi in un bagno di luce, preparando lo
sperimentatore a percepire l’amplificarsi della luce
quale risultato del cambiamento eterico-strutturale
apportato dal proprio moto di pensiero. Infatti, quando
questo avverrà l’operatore si sentirà immerso in un
mondo di luce dorata di un’intensità elevata,
suscettibile di espansioni ulteriori attraverso la
progressiva catarsi animico-spirituale attuata.
- È
questa centuplicazione della luce e il conseguente
rapportarvi i moti dell’anima, della vita e del sentire
interiore quale elevazione animica allo spirituale, la
prima forma di percezione pura capace di far
percepire lo Spirito nel mondo fisico. Pertanto la centuplicazione
della luce è il segno inconfondibile dell’azione
della percezione pura nel suo moto di percezione
dell’etere della luce e dell’etere della Terra. Ciò
consente di avvertirsi in espansione oltre i limiti della
coscienza fisico-minerale da un lato, mentre dall’altro,
per azione dinamica, di correlarsi realisticamente con l’etere
del cosmo quale dimensione soprasensibile capace di
collegare tutti gli esseri e tutte le sfere dell’universo
infinito nel suo annullamento di separatività. Etere che
è luce spirituale non pietrificata, che consente alla
percezione dissolta dalla mineralità di percepire come
sostanza di luce gli Enti, gli esseri ed ogni cosa del
creato, preparando la possibilità di interazione.
- Questo
porta a scoprire che la sostanza di vita di ogni essere,
di ogni ente e di ogni mondo del creato è luce cosciente
contenuta in un bozzolo di puro pensiero. Esseri, enti e
mondi manifestanti il vivente che alberga in ogni centro
di vita percepito fin nella luce sottile dei quattro
elementi, e in modo particolare nei raggi solari. Di tale
luminescenza sono composti i nostri corpi sottili e quelli
degli esseri che ci circondano, nonché i vortici luminosi
degli enti che operano nella natura. È da notare che per
avere queste ultime percezioni è necessario un atto di
volontà ferrea che escluda la mineralità. Solo in questo
modo è possibile percepire i corpi costituenti l’aura
con i suoi colori, nonché il Fantoma con il suo Sole
centrale ed i vortici vivi di luce-calore degli enti,
paragonabili al pulsare di aria riscaldata.
- Nella
vita interiore si constata l’eterizzazione della propria
struttura, una maggiore sensibilità animica e spirituale
e la trasformazione del sogno in sogno lucido, preparando
cosí la capacità di entrare nella memoria cosmica. È da
avvertire lo sperimentatore che quando si esegue l’esercizio
non si devono ricercare esperienze, né quelle sopra
descritte né quelle che verranno descritte piú sotto, ma
si deve portare la massima attenzione alla realizzazione
dell’esercizio stesso, senza distrazioni di alcun tipo e
senza aspettarsi nulla di fenomenico, né durante l’esercizio
né nella vita esteriore né in quella interiore, in
quanto quello che importa è la crescita animica e
spirituale, nonché la modifica della propria personalità
e della propria egoità, in senso evolutivo e di
maturità, che esso provoca. Se queste aspettative o se
queste esperienze distraggono, allora esse sono un
ostacolo che bisogna superare. L’atteggiamento giusto è
quello di uno spettatore che può, sí, annotare l’esperienza
come segno della crescita interiore conquistata con l’esercizio
e con la catarsi, ma che non si lascia deviare dal fine
ultimo, che è l’illuminazione e la realizzazione
spirituale. Inoltre è da notare che queste esperienze si
perdono ed ogni volta è necessario riconquistarle; e non
è detto che, riconquistate, avvengano nell’ordine
descritto e che la loro successione sia identica per
tutti. Certo è che sono tappe che con sfaccettature
diverse prima o poi si manifestano se viene seguita nel
giusto modo la Via del Pensiero, che comporta, tra l’altro,
l’aumentata sottilizzazione eterico-animico-spirituale e
lo sbocciare dei fiori di loto nei corpi sottili.
- Tuttavia
la cosa che importa di piú in questa fase è la
realizzazione del pensiero immaginativo, poiché con esso,
oltre a quanto descritto, si è posto in essere il primo
elemento che condurrà all’immaginazione creatrice
e di conseguenza alla scoperta concreta del significato
alchemico della polvere di proiezione e della moltiplicazione
dell’oro, nonché della scrittura occulta.
Questo avverrà quando al pensiero immaginativo,
ispirativo ed intuitivo, si unirà il sentire della vita
dell’anima liberata al volere impregnato di luce d’amore
del Logos. Capacità data dall’aver scoperto la dynamis
del pensiero noetico che conduce al pensiero creatore dell’idea
e del concetto e che permette, partendo da un nulla carico
delle qualità dell’Io, di vivere, attraverso la dynamis
del Pensiero Vivente, l’idea archetipica, il pensiero
puro e il concetto. È questa un’Operazione Solare che
consente all’Io di accedere alle forze creatrici degli
Enti soprasensibili e di operare magicamente in sé e nel
cosmo. In sostanza, la Magia immaginativa indispensabile
per giungere alla Magia Sacra o divina si deve all’Immaginazione
Creatrice, resa indipendente dal corpo astrale.
- Tornando
al prosieguo della pratica della concentrazione, la
percezione del concetto col tempo porterà alla percezione
in sé, nella zona della coscienza, di un senso di luce
ancora non ben definito che nella realizzazione successiva
si definirà e potenzierà, ma ciò che piú importa in
questa fase è constatare che il concetto, anche se il
pensiero che lo sostiene è un pensiero libero dai sensi,
presuppone un universale di pensiero che raccoglie in sé
il senso di tutti i concetti. Questo è maggiormente
percepibile quando si cambia il tema della concentrazione
e si giunge anche qui col nuovo tema all’universale del
nuovo oggetto. Il prenderne coscienza è come scendere in
un qualcosa di piú interiore, di piú profondo, di piú
radicale e al contempo piú vitale. In definitiva è
trovare, nel piú puro archetipo di pensiero, il principio
del concetto originario quale capacità di sintesi estrema
del pensiero adamantino, scoprendo cosí il segreto che
consente la discesa sempre piú profonda nell’interiorità.
Il quid, indicato nella fase precedente, da
percezione di un nulla pieno contenente tutti gli
elementi costitutivi dell’oggetto, compresa la sua
sensazione di presenza reale in un punto a-dimensionale ed
a-spaziale, si trasforma in un qualcosa di piú sottile,
ma palpabile, da dove scaturisce ogni concetto quale
presenza di forza pensiero. Si è risaliti in definitiva,
facendolo sorgere in sé, al pensiero puro matrice di ogni
pensiero pensante e di ogni concetto, e per questo fonte
di pura energia e di puro Spirito.