- «Piú
del novanta per cento dei farmaci in commercio ha
efficacia limitata e produce effetti positivi soltanto in
un paziente su due o su tre».
- Esordisce
cosí un articolo comparso su «Il Giornale» del 9
dicembre scorso, semioccultato in diciottesima pagina.
Tale denuncia è stata formulata a Londra in termini
dettagliati dal professor Roses, nientepopodimenoché
vicepresidente del piú importante gruppo farmaceutico
europeo. Roses è stato probabilmente morso dalla
tarantola dell’escalation di vendita del farmaco
omeopatico in tutta Europa e, per guarirne, deve aver
coinvolto indirettamente in una frenetica danza di voti
contrari alla diffusione dell’omeopatia i parlamentari
europei riuniti proprio in quei giorni a Bruxelles. Per
stilare la sua denuncia, Roses si è basato sulle
conclusioni delle ricerche di Speers, secondo cui l’enorme
variabilità individuale agli effetti curativi delle
medicine convenzionali ne pregiudica l’efficacia
terapeutica. Per Roses la ricetta consiste nello studiare
le corrispondenze tra i farmaci e le caratteristiche del
genoma individuale dei pazienti. Dato che non sarebbe
economicamente conveniente apprestare farmaci ad hoc per
ogni paziente, ne deriverà come possibile suggerimento
per i futuri genetisti del farmaco manipolare porzioni del
genoma per adattarli ad un’ampia risposta del farmaco
prodotto. Ad onor del vero, Roses non si sbilancia fino a
questo punto: oso farlo io sulla base del vortice di
ricerche sulla manipolazione genetica dell’embrione, a
cui fatica tenere dietro qualsiasi scienziato o
legislatore che si interroghi sui risvolti evolutivi ed
etici di tali imprese dei nuovi apprendisti stregoni dell’albero
della vita.
- Tuttavia
va sottolineato che in queste comunicazioni giornalistiche
anche i portavoce della scienza ufficiale sono costretti
ad ammettere l’importanza dell’individualità nel
contesto del patrimonio ereditario. Difatti andrebbero ben
distinte nell’uomo due correnti: una derivante dall’eredità,
proveniente dal patrimonio di discendenza dagli avi
materni e paterni, una vera e propria costellazione
familiare; un’altra discendente dall’individualità
proveniente dalla concatenazione di diverse incarnazioni
terrestri dell’io singolo, un autentico pentagramma
stellare ripetentesi in rinnovate dimensioni di coscienza
nel corso dei millenni. La prima corrente si muove sulla
necessità, la seconda sulla libertà. L’una a carattere
salino, come evoca il logos cristico: «Voi siete il sale
della terra», proprio perché è legata alla dimensione
terrena dell’io inferiore; l’altra a carattere
sulfureo, come recita il logos cristico: «Voi siete la
luce del cosmo», corrente legata alla dimensione cosmica
dell’Io superiore.
- La
prima corrente, laddove venisse esasperato il suo ruolo
come tenderebbe a fare una certa parte della scienza
moderna, riprodurrebbe un corpo d’eredità necessitato;
la seconda corrente è invece tutta tesa all’edificazione
di un corpo ideale-modello individuale. L’ambiente, con
tutte le sue implicazioni
pedagogiche-sociali-storiche-biosferiche, contribuisce a
far incontrare le due correnti in una miscellanea di
sfumature diverse. Il frutto dell’incontro di queste due
correnti vive nel principio mercuriale del temperamento,
che in ognuno di noi media le istanze ereditarie della
costituzione fisica-eterica-animica con gli aneliti
individuali.
- La
scienza dei temperamenti è il campo di indagine per
portare nell’uomo l’applicazione pratica di un’affermazione
di Rudolf Steiner: i segreti della guarigione sono riposti
nella conoscenza del processo respiratorio. Quest’ultimo
corrisponde al processo mercuriale, di cui il temperamento
è una preziosa espressione. Ognuno di noi porta con sé i
quattro temperamenti, in una miscela determinata dall’artista
Io sulla base della forza di consapevolezza crescente dell’anima
che si fa ancella al servizio dello Spirito e non del
profitto egoico di una multinazionale farmaceutica.
- L’articolista
citato induce fra le righe il lettore a rivalutare l’importanza
del rapporto fra medico e paziente; ad esempio, mettere al
centro dell’interesse reciproco una terapia mirata alla
peculiare unicità di ogni malato, cosí come si è
proposta di fare fin dai suoi esordi la medicina
antroposofica e come è auspicabile farà in futuro la
cosiddetta medicina convenzionale.