- Se
consideriamo la pianta nella sua realtà terrestre,
possiamo identificarne due aspetti essenziali: la forma
sensibile e la materia sostanziale. Quest’ultima non è
altro che forma soprasensibile infranta, spirito
frantumato: in ultima analisi la pianta è forma e l’energia
geometrica è la sua realtà creatrice (“Dio geometrizza”
diceva Platone). Difatti nel retroscena della forma
sensibile operano le forze plasmatrici eteriche e ancora a
monte gli eteri; nel retroscena della forma soprasensibile
infranta operano i processi sostanziali, e ancora a monte
gli elementi.
- La
tradizione europea-occidentale ci ha sempre tramandato i
quattro elementi (Fuoco - Aria - Acqua - Terra) come le
idee-realtà costitutive del cosmo terrestre. Fu
Aristotele a parlare di un “quinto elemento”: l’etere,
che nella sua etimologia deriva dal termine greco aithein
= ardere; l’etere era il fuoco del cielo, il cielo
superiore, l’essenza dell’anima e Dio stesso. Rudolf
Steiner ha ampliato e caratterizzato il concetto di etere,
distinguendovi delle forze cosmiche periferiche rispetto
alla terra, operanti negli ambienti rappresentati dai
quattro elementi. Anche gli eteri sono una realtà
quadruplice: c’è l’etere di calore, forza generatrice
e del divenire; l’etere di luce, forza creatrice di
spazio, forza d’irradiazione; l’etere del suono, forza
ordinatrice e di levità; infine l’etere di vita, al
contempo forza individualizzatrice, vivificatrice e
risanatrice.
- Il
regno vegetale porta distintamente il contrassegno, oltre
che della presenza degli elementi, come già descritto,
anche dell’operare degli eteri. Nella germinazione del
seme caotizzato nella terra opera l’etere del
calore; nella fotosintesi clorofilliana dell’ambiente acquoso
fogliare opera l’etere di luce; nella fillotassi e nel
diagramma floreale c’è il riflesso dell’opera dell’etere
del suono nell’aria; infine nella formazione del
polline e del seme opera l’etere di vita nell’elemento
fuoco.
- Anche
nell’uomo possiamo riconoscere l’operato degli eteri.
Nella formazione del capo, che nel periodo embrionale si
forma per primo, opera massimamente l’impulso dell’etere
di calore; nella formazione del sistema dei nervi e dei
sensi si sviluppa l’attività dell’etere di luce;
nella circolazione dei fluidi si svolge l’attività
antigravitazionale dell’etere del suono e del chimismo,
cosí come in ogni divisione cellulare, a livello
microscopico; nella cicatrizzazione delle ferite, nella
saldatura delle ossa fratturate o, piú generalmente, nel
continuo turnover cellulare di ogni organo opera
incessantemente l’etere di vita.
- Gli
eteri, e questa è la peculiarità da cogliere, sono
simboli viventi che fanno da ponte tra la realtà fisica
sia dell’uomo che della pianta e la realtà
animico-spirituale di entrambi. L’etere di calore, che
si muove appunto nell’organizzazione del calore, veicola
la vita volitiva; l’etere di luce, che è attivo nell’organizzazione
aeriforme, si confronta con la vita sentimentale; l’etere
del suono, che si muove nell’organizzazione liquida, è
a sua volta la metamorfosi delle entità-pensiero; l’etere
della vita, che opera nell’organizzazione
mineral-terrestre, è connesso al senso del pensiero, al
suo seme.
- Certo,
a differenza dell’uomo, la pianta ha un’anima non
incarnata, che tuttavia aleggia intorno ai suoi fiori
cosí come testimonia lo sciame di insetti, ivi attratti
dal profumo, alla ricerca del polline e del nettare. È
difatti il fuoco solare nel “sun method”, o il
fuoco della decozione, a “baciare” i fiori come una
calamita e ad incarnarne le qualità interiori. Lo spunto
di Novalis, che dice: «La fioritura è il simbolo dei
segreti del nostro spirito», va ampliato a tutta la
pianta che, protesa a fiorire, simboleggia in ogni sua
parte la complessa vita dell’anima umana. Nelle
preparazioni citate dei rimedi floreali, gli eteri
incarnati nella pianta si disciolgono nell’acqua, con il
concorso degli altri tre elementi, e veicolano il
messaggio sintetizzato nel seme, presente potenzialmente
nel fiore. Il seme difatti condensa in sé l’ultima vita
della pianta intera, è l’orma del Logos, della
divina parola creatrice.