Pubblicazioni

Il libro si compone di tre sezioni suddivise sulla base del percorso di ricerca che guidò il Dottor Edward Bach nella sua scoperta dei rimedi floreali: i “dodici guaritori”, ossia i primi dodici Fiori da lui descritti, quindi i “sette aiutanti”, e infine i restanti diciannove, a completare il quadro dei trentotto Fiori di cui il medico inglese, all’inizio del ’900, scoprí le virtú terapeutiche.

Se consideriamo la pianta nella sua realtà terrestre, possiamo identificarne due aspetti essenziali: la forma sensibile e la materia sostanziale. Quest’ultima non è altro che forma soprasensibile infranta, spirito frantumato: in ultima analisi la pianta è forma e l’energia geometrica è la sua realtà creatrice (“Dio geometrizza” diceva Platone). Difatti nel retroscena della forma sensibile operano le forze plasmatrici eteriche e ancora a monte gli eteri; nel retroscena della forma soprasensibile infranta operano i processi sostanziali, e ancora a monte gli elementi.
La tradizione europea-occidentale ci ha sempre tramandato i quattro elementi (Fuoco - Aria - Acqua - Terra) come le idee-realtà costitutive del cosmo terrestre. Fu Aristotele a parlare di un “quinto elemento”: l’etere, che nella sua etimologia deriva dal termine greco aithein = ardere; l’etere era il fuoco del cielo, il cielo superiore, l’essenza dell’anima e Dio stesso. Rudolf Steiner ha ampliato e caratterizzato il concetto di etere, distinguendovi delle forze cosmiche periferiche rispetto alla terra, operanti negli ambienti rappresentati dai quattro elementi. Anche gli eteri sono una realtà quadruplice: c’è l’etere di calore, forza generatrice e del divenire; l’etere di luce, forza creatrice di spazio, forza d’irradiazione; l’etere del suono, forza ordinatrice e di levità; infine l’etere di vita, al contempo forza individualizzatrice, vivificatrice e risanatrice.
Il regno vegetale porta distintamente il contrassegno, oltre che della presenza degli elementi, come già descritto, anche dell’operare degli eteri. Nella germinazione del seme caotizzato nella terra opera l’etere del calore; nella fotosintesi clorofilliana dell’ambiente acquoso fogliare opera l’etere di luce; nella fillotassi e nel diagramma floreale c’è il riflesso dell’opera dell’etere del suono nell’aria; infine nella formazione del polline e del seme opera l’etere di vita nell’elemento fuoco.
Anche nell’uomo possiamo riconoscere l’operato degli eteri. Nella formazione del capo, che nel periodo embrionale si forma per primo, opera massimamente l’impulso dell’etere di calore; nella formazione del sistema dei nervi e dei sensi si sviluppa l’attività dell’etere di luce; nella circolazione dei fluidi si svolge l’attività antigravitazionale dell’etere del suono e del chimismo, cosí come in ogni divisione cellulare, a livello microscopico; nella cicatrizzazione delle ferite, nella saldatura delle ossa fratturate o, piú generalmente, nel continuo turnover cellulare di ogni organo opera incessantemente l’etere di vita.
Gli eteri, e questa è la peculiarità da cogliere, sono simboli viventi che fanno da ponte tra la realtà fisica sia dell’uomo che della pianta e la realtà animico-spirituale di entrambi. L’etere di calore, che si muove appunto nell’organizzazione del calore, veicola la vita volitiva; l’etere di luce, che è attivo nell’organizzazione aeriforme, si confronta con la vita sentimentale; l’etere del suono, che si muove nell’organizzazione liquida, è a sua volta la metamorfosi delle entità-pensiero; l’etere della vita, che opera nell’organizzazione mineral-terrestre, è connesso al senso del pensiero, al suo seme.
Certo, a differenza dell’uomo, la pianta ha un’anima non incarnata, che tuttavia aleggia intorno ai suoi fiori cosí come testimonia lo sciame di insetti, ivi attratti dal profumo, alla ricerca del polline e del nettare. È difatti il fuoco solare nel “sun method”, o il fuoco della decozione, a “baciare” i fiori come una calamita e ad incarnarne le qualità interiori. Lo spunto di Novalis, che dice: «La fioritura è il simbolo dei segreti del nostro spirito», va ampliato a tutta la pianta che, protesa a fiorire, simboleggia in ogni sua parte la complessa vita dell’anima umana. Nelle preparazioni citate dei rimedi floreali, gli eteri incarnati nella pianta si disciolgono nell’acqua, con il concorso degli altri tre elementi, e veicolano il messaggio sintetizzato nel seme, presente potenzialmente nel fiore. Il seme difatti condensa in sé l’ultima vita della pianta intera, è l’orma del Logos, della divina parola creatrice.

Angelo Fierro

Accademia Centaurea, I fiori di Bach – Come guarire con l’anima delle piante,
Macro Edizioni, 47023 Diegaro di Cesena (FC) 2004, 420 pagine, € 24,00.