
…Si
era manifestato il fatto meraviglioso che subito, fin dalla
nascita, egli poteva parlare. Dunque ciò che era piú
legato al corpo si mostrava come capacità fin dalla
nascita. È giustissima la tradizione secondo cui egli
parlava, anche se in un linguaggio incomprensibile per tutti
gli altri uomini. In merito al contenuto di quel linguaggio,
viene narrato che fin dalla nascita, ed è altra tradizione
vera che può essere verificata anche per via occulta, la
madre poteva comprendere quel che il bambino diceva. Erano
sviluppate nel bambino appunto le qualità che possiamo
chiamare “qualità del cuore”; una capacità
straordinaria di amare e una natura capace di straordinaria
devozione e abnegazione erano le caratteristiche di questo
bambino. Era anche meraviglioso che dal primo giorno della
sua vita, per virtú della semplice sua presenza o anche per
contatto, egli esercitasse un’azione benefica, un’azione
che si potrebbe oggi forse chiamare magnetica. Dunque tutte
le qualità del cuore si mostravano nel bambino, e tali
qualità erano talmente intensificate che potevano riuscire
magneticamente benefiche per quanto lo circondava.
- …È
poi di ancora maggior interesse che Gesú bambino parlasse
un linguaggio strano. Questo ci mostra infatti qualcosa a
cui ho accennato anche nel mio scritto La direzione
spirituale dell’uomo e dell’umanità, e cioè che i
linguaggi che sono ora diffusi sulla terra e che compaiono
presso i vari popoli, sono sorti relativamente tardi nell’evoluzione
dell’umanità, e sono stati preceduti da ciò che si
potrebbe veramente chiamare un linguaggio umano primordiale.
Sono gli spiriti della separazione, quelli del mondo
luciferico e arimanico, che da quel linguaggio primordiale
produssero le numerose lingue nel mondo. Il linguaggio
primordiale è andato perduto, e non può piú essere
parlato da un Io che sia passato da incarnazione in
incarnazione nel corso dell’evoluzione della terra. Quel
Gesú bambino, che non era passato attraverso le
incarnazioni umane, dall’inizio dell’evoluzione dell’umanità
portò seco la capacità di parlare non una delle tante
lingue, ma un linguaggio che si ritiene giustamente non
fosse comprensibile per chi lo attorniava, ma che, per l’interiorità
di cuore che conteneva, era compreso dal cuore materno.
Rudolf Steiner
Tratto
dal volume Da Gesú a Cristo, O.O. n° 131, Ed.
Antroposofica, Milano 1992, pp. 171, 176-77. |
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