L’altra Medicina

Prima di affrontare la natura della scienza e del suo sviluppo dal punto di vista della Scienza dello Spirito, consideriamo quelle conoscenze che abbiamo ottenuto in maniera passiva e che permeano la nostra esistenza. Le chiameremo “credenze”: opinioni precostituite che divengono convinzioni. Noi tutti siamo pieni di tali credenze, sicuramente gli esempi non mancano, ma, per cominciare ad indagare la natura di esse, prestiamo attenzione a quelle che abbiamo avuto nella nostra infanzia.
È indispensabile procedere con cautela, in quanto le credenze sono pensieri precostituiti non visti in quanto tali, ma vissuti come “verità”, e il metterli in discussione richiede quel coraggio che può essere coltivato solo con una disciplina interiore.
Portiamo come esempio quel personaggio comunemente denominato Babbo Natale, una antica credenza dell’infanzia che riviviamo con serenità e una punta di nostalgia. L’immagine di quel Babbo Natale che porta i doni nella Santa Notte ci è stata data da un’autorità, una persona che presupponevamo possedesse ogni conoscenza: il genitore. Il pensiero che è sorto in noi in merito a tale figura è confuso e sostenuto da un sentire non visto. Per un lungo periodo non viene presa in considerazione la possibilità che non esista come realtà fisica. Solo la coscienza del pensato, seppur ancora senza la consapevolezza che si tratti di un pensiero, fa sorgere la domanda sulla natura del suo esistere.
Questo è importante: solo la focalizzazione davanti alla coscienza di un pensiero offre la possibilità di valutarlo criticamente. Il dubbio nasce dopo la coscienza del pensato.
La natura della credenza è tale che non permette il dubbio, in quanto il pensiero che la esprime non riesce a permanere dinnanzi alla coscienza, ma viene considerato un verità non discutibile.
La credenza è sostenuta da un’autorità riconosciuta, come ad esempio dal gruppo di appartenenza, oltre che dal sentire personale: evidentemente tutti i mezzi di comunicazione possono essere usati per manipolare le credenze.
In questo senso Popper(1) e Monod(2) affermano che marxismo e psicanalisi sono delle credenze; ma cosí, evidentemente, credenze possono essere il “progressismo tecnologico”, il modello atomico, qualora venga considerato una interpretazione della realtà senza i passaggi fatti da osservazioni, inferenze e sperimentazioni che hanno portato a configurarlo. E credenza può divenire anche l’antroposofia, se non rielaborata in maniera personale e vivente, ma accettata come una fede, o una religione.
La Medicina, nella sua fase prescientifica, era dominata dalla teoria dei quattro umori che, nella nostra prospettiva, può essere considerata una credenza.
Nel 1600, con l’introduzione del metodo sperimentale, nasce la scienza. L’interpretazione della realtà si stacca dal dogmatismo delle autorità e dal sentire personale per fondarsi sull’osservazione diretta e sull’esperimento.
Dall’osservazione del reale nasce un interrogativo, la risposta arriva interrogando non il proprio sentire o l’autorità, ma interrogando la natura con l’osservazione e l’esperimento.
Per un approccio corretto alla Scienza dello Spirito è molto utile passare consapevolmente attraverso la scienza della natura, ma fin dall’inizio con l’attenzione rivolta verso l’interiorità.
Si tratta di risperimentare una conoscenza scientifica, senza rivolgersi a rappresentazioni o credenze scientifiche, come ad esempio il modello atomico.
A questo proposito sarebbe opportuno ripercorrere le leggi della meccanica di Newton, cercando di avvertire il pensare in atto. Si cercherà di applicare questo metodo alla Medicina, uscendo dalle antiche concezioni: per capire la malattia ci si appoggerà sull’osservazione del corpo umano sul tavolo anatomico.
La conoscenza prescientifica era intrisa di sentimento e di etica, questa conoscenza scientifica ne è invece completamente priva.
Il sentimento del valore dell’essere umano, la considerazione personale e sociale dell’individuo, attingono ad altre fonti: ad una religiosità dogmatica o ad un’etica laica, anch’essa inevitabilmente dogmatica.
Solo il contenuto scientifico non è dogmatico, in quanto è dovuto alla volontà nel pensare applicata ad una percezione. Consideriamo però fin d’ora come questo atto interiore non sia consapevole, come sia sfuggito il muoversi del pensiero nel fenomeno.
I fatti stanno davanti allo scienziato veri ed obiettivi, ma né lo scienziato e oramai neanche l’epistemologo, vedono come il pensiero entri in questo darsi dei fatti.
Dobbiamo renderci conto di come il pensiero asservito al fenomeno senza consapevolezza del suo movimento sia il principio dell’alterazione mentale, in quanto il cervello subisce una pressione unilaterale(3).
Figura paradigmatica di medico-scienziato è il dottor Skoda(4), della scuola di Vienna, una delle piú grandi scuole di Medicina della fine dell’800. Skoda era un maestro della semeiotica, il suo interesse era di correlare l’esame obiettivo con le alterazioni anatomo-patologiche nel corso dell’autopsia. Gran parte dell’interpretazione dell’auscultazione del cuore si deve al suo lavoro. Correlò le alterazioni dei toni cardiaci ed i soffi con le patologie del cuore e delle valvole cardiache. Si narra che ai pazienti ansiosi della risposta di un suo consulto, freddamente presentasse la sua diagnosi e la prognosi assolutamente indifferente allo stato interiore del paziente.
«Lei ha una stenosi mitralica che la porterà alla tomba fra tre mesi, è tutto quello che le posso dire», e si allontanava.
Ecco quindi, l’inumanità della scienza apparire in tutta la sua realtà proprio nella medicina..
L’etica, l’empatia, nascono se si ammette l’esistenza di una coscienza che vive, che soffre, che può gioire, che può evolversi. Le neuroscienze, nonostante gli enormi progressi, proprio perché rivolte unicamente al sensibile, non hanno offerto alcun contributo in questa direzione.
In tale àmbito si trovano monisti come Crick(5), i quali non solo negano la possibilità di indagare scientificamente la coscienza, ma la negano come realtà interiore. Per Crick la coscienza è dovuta all’attività di gruppi di neuroni che si attivano in modo rapido e sincrono (teoria dell’oscillazione).
Per Eccles(6) è la mente che attiva il cervello, ma cosa sia la mente non è ulteriormente indagabile scientificamente. Può essere indagata solo filosoficamente, quindi attraverso la speculazione, non l’osservazione.
Steiner, con la sua Filosofia della libertà, dice esattamente il contrario: è possibile arrivare ad una “Scienza dello Spirito”.
Steiner ci insegna che l’attenzione portata all’oggetto sensibile può essere portata allo stesso pensare in atto nell’indagine sensibile. Si può cogliere in questo modo il momento intuitivo del pensare e, una volta avvertito, si può mantenere nel tempo.
A questo punto ci si accorgerà che vera conoscenza è data da questa attività del pensare. La legge scientifica ed il dato sensibile, se privi di questa attività, tornano ad essere dei dogmi, ovvero delle rappresentazioni che si impongono alla coscienza in maniera non dissimile rispetto ai dogmi religiosi (vedi modello atomico).
Un’attività di questo genere, l’attivare il momento intuitivo del pensare, deve essere coltivata quotidianamente e ci si accorgerà dell’insorgere di un sentire completamente nuovo, molto diverso dal sentimento personale.
Questo nuovo sentire sarà alla base di un nuovo rapporto fra medico e paziente.
Il medico si avvicinerà al paziente con questo pensare attivato, e quale frutto di questa attività sarà presente un sentire empatico e fraterno associato ad una aspirazione ad aiutare.
La possibilità di portare attenzione al pensare e di attivarlo quale frutto maturo del metodo scientifico è dovuta, secondo le indicazioni di Steiner, all’azione di Michele.
Questo pensare attivato ha la potenzialità di trasformarci, di sollevarci dalla parte animale che continuamente ci domina in maniera automatica tramite le normali emozioni ed istinti.
Nel nostro naturale mondo interiore è attiva una specie di paleopsiche, una psiche atavica, primordiale, presente oltre che nell’uomo anche in tutti gli animali, che ha come obiettivi la sopravvivenza e la riproduzione.
A questo mondo antico va aggiunta una interiorità nuova che nasce dalla volontà nel pensare. Una Medicina priva del pensiero micaelita è destinata sempre piú a disumanizzarsi, per diventare esclusivo strumento di interessi economici(7).
Dall’epoca prescientifica, l’uomo è giunto alla scienza del sensibile. Compito attuale dell’uomo è arrivare alla Scienza dello Spirito per poter realizzare quanto indicato da Michele: un pensiero che sorge dalla testa ma va a riscaldare il cuore.

Fabio Burigana

(1) Karl Raimund Popper (1902-1994), filosofo ed epistemologo austriaco.
(2) Jacques Monod (1910-1976), biologo francese, premio Nobel per la Medicina nel 1965.
(3) Massimo Scaligero La logica contro l’uomo, Ed. Tilopa, Roma 1991.
(4) Joseph Skoda (1805-1881), boemo, fondatore della moderna Scuola di Medicina di Vienna.
(5) Francis Harry Compton Crick (1916-2004), scienziato inglese, premio Nobel per la medicina, passato alla storia per essere stato tra i primi a costruire, fin dal 1953, un preciso modello della struttura del DNA, usando cartoncino e fil di ferro.
(6) John Carew Eccles (1903-1997), australiano, premio Nobel nel 1963 per i suoi studi di neurofisiologia.
(7) Recentemente la rivista «Nature» ha pubblicato un articolo sulla pesante ingerenza dell’industria farmaceutica sulle “linee guida” diagnostico-terapeutiche dei medici.