Da due secoli l’amore regna sovrano nella letteratura moderna; non l’amore
degli antichi poeti, quell’amore puramente sensuale che si accende alla
bellezza del corpo; non piú il culto scialbo di un ideale astratto e
convenzionale quale fu l’amore del medioevo; bensì l’amore sensuale e
psichico che, lasciato libero di abbandonarsi alla propria fantasia, segue il
suo corso. Sovente i due sessi si combattono nell’ambito di questo amore. La
donna si ribella all’egoismo e alla brutalità dell’uomo; l’uomo disprezza
la falsità e la vanità della donna: grida della carne, collere impotenti delle
vittime della voluttà, degli schiavi della dissolutezza. E in mezzo a tutto
ciò, passioni profonde, attrazioni fatali tanto piú violente quanto piú
ostacolate dalle convenzioni, dalle istituzioni sociali. Ed ecco quindi gli
amori tempestosi, i cedimenti morali, le catastrofi e le tragedie su cui sono
quasi esclusivamente imperniati la letteratura e il teatro dei nostri giorni. Si
direbbe che l’uomo, stanco, non trovando Dio né nella scienza né nella
religione, lo cerchi spasmodicamente nella donna, ed è giusto: ma solo
attraverso l’iniziazione alle grandi verità l’uomo troverà Dio nella
Donna, e la Donna nell’Uomo. In quelle anime che tutto ignorano l’una dell’altra
e di se stesse, che a volte si separano maledicendosi, esiste una sete
inestinguibile di compenetrarsi e di trovare nella loro fusione l’impossibile
felicità. Malgrado le aberrazioni e gli eccessi che ne derivano, questa ricerca
disperata è necessaria; nasce da un inconscio divino, sarà un elemento
essenziale per la ricostruzione futura. Quando infatti, attraverso l’amore
profondo e l’iniziazione, l’uomo e la donna si troveranno e troveranno se
stessi, la loro fusione sarà la forza illuminante e creatrice per eccellenza.
Édouard Schuré
Da I Grandi Iniziati, Edizioni Newton,
Roma 1990, pp. 254-255
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