
- Se
scorriamo alcuni dati statistici relativi all’aumento
del consumo di psicofarmaci, colpisce, nonostante i limiti
di queste rilevazioni, la loro crescita esponenziale nel
giro di pochi anni in quasi tutte le fasce di età, sia
nella popolazione nordamericana che europea, compresa
quella italiana.
- I
silenziatori del disagio sociale nei piccoli (il ciuccio
in bocca al confronto è decisamente retrò) si
diffondono, in una forma di contagio prescrittivo
seminascosto, perché la cosiddetta iperattività con
deficit dell’attenzione – una variante esasperata del
vecchio “argento vivo addosso” – è difficile da
gestire senza modificare profondamente le nuove abitudini
che si stanno radicando come erbe infestanti nei giochi e
nei mezzi di comunicazione. Senza dimenticare i rumori che
imperversano nell’etere o le luci artificiali che
cancellano il mistero della notte.
- Manca
il calore di un autentico focolare, attorno a cui si
radunavano ritualmente esponenti di tutte le generazioni
per ascoltare l’incanto narrativo di una fiaba o la
brillantezza di una girandola d’indovinelli, in una
sapiente mescolanza fra vecchio e nuovo. O ancora lo
stupore per una notte stellata.
- La
notte buia dell’anima cala sui piccoli, sugli
adolescenti e sugli adulti; né può bastare la pila
elettrica di un antidepressivo ad illuminare le ombre
minacciose, ma piuttosto la ricerca di un’igiene sociale
dove il singolo sia tenuto in conto come la comunità cui
appartiene, perché singolo e comunità si rispecchino l’uno
nell’altra, diventino punto e circonferenza (insieme di
punti) della costellazione umanità.
- Per
cominciare basta spegnere alcuni pulsanti della cosiddetta
realtà virtuale (che camuffa la virtú nel suo vocabolo)
e tenere accesa la luce che guizza nel “serpente verde”(1)
che congiunge la realtà triarticolata del nostro corpo:
membra, tronco e testa.
Angelo Fierro
(1)
Ogni riferimento alla Fiaba del serpente verde e
della bella Lilia di Goethe è puramente casuale… |
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