Massimo
Scaligero Foto Archivio V.
Leti Messina |
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- Un caro
amico mi ha segnalato l’esistenza della seconda Appendice
al libro di Massimo Scaligero Dell’amore immortale:
“Perché una associazione spirituale viva”. Non
ricordavo quelle pagine, ma rileggendole a distanza di anni
mi rendo conto che bisogna proprio tenerle presenti quando
ci si associa tra piú persone, per seguire insieme il
sentiero indicato da Filosofia della libertà(1).
- Si sa
che anche Massimo praticava la meditazione in adunanza
spirituale con alcuni amici. Egli mi propose di parteciparvi
dopo le prime quattro o cinque volte che ci eravamo
intrattenuti a colloquio a tu per tu, nel suo studio di via
Cadolini e, inizialmente, mi sorprese quell’inatteso
regalo; non me ne sentivo affatto all’altezza. Poi però
mi fu chiaro che, forse, non si trattava affatto di misurare
un grado di degnità, quanto di appurare se e quanto la mia
adesione alla Scienza dello Spirito fosse un atto veramente
libero e privo di ambiguità. Probabilmente ero stato
oggetto di una affabile diagnosi spirituale, con esito
fortunatamente positivo. E certamente il potere di
penetrazione di Massimo nell’anima umana era tanto elevato
che capí a volo il motivo per cui io, una volta, gli
chiedessi di suggerirmi un mantram precisamente
acconcio per me. Sull’istante si schermí (non voglio dire
con quale motivazione) ma su mia insistenza me lo concesse,
e vidi subito che il mantram era su misura per me.
Anzi, siccome può essere sentito come adatto anche ad altri
compagni di viaggio, voglio rivelarlo questo mantram
che mi accompagna da tanti anni; eccolo:
Spiriti
della volontà
che tessete la forza nella mia meditazione
fluite nell’intimo volere
come virtú di spontaneità
del mio operare umano. |
- Voglio
però anche ricordare i nomi degli altri cinque amici coi
quali ci si riuniva in meditazione nello studio di via
Cadolini, oltre Massimo e me stesso: c’era Elio Uccelli,
uomo la cui solida cultura erompeva solo nel caso che se ne
manifestasse l’opportunità; Pio Filippani Ronconi,
insigne orientalista (sinologo, indologo, conoscitore di una
moltitudine sorprendente di lingue antiche e moderne) che
potrebbe anche lui scrivere un’autobiografia intitolata Dallo
Yoga alla Rosacroce; Michele Danza, scultore e pittore,
personalità il cui gagliardo aspetto nascondeva una
dolcissima mitezza; Argo Villella, studioso di sociologia ed
economia, il quale approfondí alcuni aspetti della Tripartizione;
infine Alfredo Rubino, che è rimasto, sulla breccia
terrena, quale fedele e degno continuatore delle riunioni,
aperte a tutti, che erano normalmente presiedute da Massimo
Scaligero in persona.
- Le
riunioni meditative tra i sette amici – come del resto
quelle aperte a tutti – non avevano mai nulla di
liturgico, nel senso che erano frequentate con immancabile
puntualità e assiduità per impulso interiore, personale,
spontanea e libera decisione di ciascuno. Nelle riunioni
aperte, i quesiti e/o le “provocazioni” dei
partecipanti, che davano – come ancora danno a chi
presiede – la materia del discorrere, quand’anche
riguardassero vicende o problemi apparentemente di poco
conto, o addirittura talvolta futili, potevano, come
possono, essere sempre ricondotte con sagacia all’universalità
dell’idea(2). Ecco
l’impareggiabile profitto di riunioni di tal genere, che
è in fondo il medesimo profitto di qualsiasi sodalizio
esoterico originario e autentico, dove la luce dell’idea
splende su ogni cosa e per ogni dove aliti il soffio dello
Spirito!
Ricordo
di Massimo Scaligero
Non v’è domanda elusa
ch’io ricordi
Amico
nei colloqui ch’elargivi
con benigna apertura del cuore
e quando scabro t’apparisse
o ingrato
il tuo responso
allora
in pausa lieve
quasi pareva che invocassi il Cielo
a che il tuo dire all’occorrenza
acconcio
e benefico fosse.
Oh! qual sostegno
ti si deve pel breve tragitto
d’un vivere terreno
che s’accosta
per me al suggello
ormai
per rifiorire
altro da questo e sol d’amore intriso. |
Vittorio Leti
Messina
(1)
Evito la parola gruppo, quindi non parlo di lavoro di
gruppo, perché il gruppo – a differenza del
sodalizio o dell’associazione – può tendere ad
istituirsi quale entità che amalgama e conforma l’individualità
fino al limite della soggezione totale.
(2) Di qui l’inesauribile fecondità e
novità che caratterizza tali riunioni. Massimo Scaligero
vi aggiungeva non di rado una nota di arguzia o di
umorismo, qualche volta solo per ravvivare l’atmosfera
che, magari, s’era fatta un po’ troppo “liturgica”.
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