
Dedicato
a C.S. Lewis
Carissimo zio Malacoda, |
Proseguo
nel mettere a disposizione dei lettori la
corrispondenza via email, capitatami
accidentalmente tra le mani, che il giovane
diavolo Giunior Dabliu Berlicche, studente
iscritto alla perversamente prestigiosa Furbonia
University, invia a suo zio Malacoda
all’indirizzo elettronico Malacoda@redimendi.pur.
Andrea
di Furia
Premessa |
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sapendo
che lo conosci bene, fin dalla sua prima emanazione,
passo subito a raccontarti come Ringhiotenebroso ha
assistito all’evolversi del destino della sua cavia
umana. In sintesi: un destino di povertà con la
possibilità di un colpo di fortuna economico in un
lavoro legato al mare, ma con due insidiosi “allarmi
redenzione”. Il primo legato ad una generosità di
fondo del soggetto, che avrebbe potuto fargli perdere l’occasione
favorevole (per noi), l’altro legato ad una
fastidiosa esigenza di trovare la propria anima
gemella. Qui ti chiedo, zio, come mai questa
esigenza viene ancora sentita cosí profondamente?
Nonostante siano secoli che qui alla Furbonia spingiamo
le nostre bramate vittimucce a considerare questo
nefasto concetto una favoletta per bambini ritardati,
mentre alla Fanatic University sono millenni che la
presentano come una Chimera irraggiungibile? Ebbene,
Ringhiotenebroso ha immediatamente capito che doveva
posticipare la sua tendenziale generosità all’ottenimento
del vantaggio economico, colorandola possibilmente con
qualche mano leggera di prodigalità ed un paio di
pesanti ritocchi di avarizia. Suggerirgli il pensiero:
“Con chi potrai essere generoso, come è il tuo
desiderio, se lasci ad un altro una fortuna che costui
potrà solo dissipare?” è stato come spargere le
prime tenebre su un fastidioso chiarore animico, mentre
il secondo velo tenebroso, mi ha detto, è stato quello
di instillargli il pensiero che l’anima gemella
era piú facilmente attratta da una situazione di
generosità supportata da una grandissima
disponibilità economica… che di generosità tout
court. Ebbene: il futuro, mutevole e possibilista
fino a quel momento, si è fatto piú preciso: la cavia
umana dell’odiosissimo Ringhio, è divenuto uno
di quegli incarogniti speculatori finanziari che,
approfittando di un momento di debolezza e di
difficoltà imprenditoriale di un’impresa (te lo
sintetizzo) la finanziano, ne vampirizzano la liquidità
residua, poi l’indebitano con le banche (e cosí
rientrano in breve tempo in possesso dei danari
sborsati, ma contemporaneamente possono avere mano
libera nella compagine aziendale, ora impossibilitata a
difendersi per mancanza di liquidità), la quotano in
borsa o infine rivendono la propria quota ad altri “ingrifati”
colleghi che, “a cascata”, continuando implacabili a
guadagnare ne fanno “spezzatino” interessante per
altri vampiri finanziari (categoria, questa, da noi
rabbiosamente coltivata e vezzeggiata). La sua
carriera è poi stata assicurata dall’appoggio del
governo, che lo userà varie volte come “arma
impropria” in quelle occasioni in cui non è opportuno
sporcarsi… direttamente le mani – un vero e proprio
epigono di quei Corsari che operavano contro la Spagna
con la benedizione occulta di sua maestà britannica, opportunamente
consigliata, all’epoca, da nonno Berlicche. Ora, zio,
con tutte le diavolerie che combiniamo alle loro spalle,
è possibile che esseri tanto sprovveduti e disarmanti
possano mai afferrare la verità? Parrebbe impossibile.
E certamente, se non avessi letto sottobanco qualche
testo di alcuni dei nostri infernali docenti eretici,
non ci resterebbe altro da fare che affilare zanne e
artigli e “rincarare” malvagiamente la dose. Un
ricordo in particolare in questo istante sta cercando di
emergere… cosa mai asseriva quel nostro tribale
antenato, zio? Quello cosí rapidamente confinato in
limbi inespugnabili dalla nostra sempre eccessivamente
zelante Bigotta Inquisizione? Di lui nonno
Berlicche ha conservato tutti gli scritti. Ah, sí! In
uno costui affermava categoricamente che «solo un
essere pensante può cercare la verità e conquistarla
col proprio lavoro». Magari qualcuno può obiettare
polemicamente che una dichiarazione del genere è solo
un “taglia e incolla” di affermazioni prodotte da
Agenti del Nemico (e tutti sappiamo che quel nostro avo
prematuramente desaparecido non era certamente un
Genio, per cui senza alcun dubbio era capacissimo di
plagiare chiunque), ma può destare preoccupazione
proprio quello che asserisce. Secondo le affermazioni
del testo cui mi riferisco (ma che dovresti ben
conoscere anche tu, zio) per le nostre bramate caviette
il campo animico della verità si divide in due macro
aree, pur originando sostanzialmente entrambe dalla
cosiddetta anima razionale o affettiva – quella che
hanno sviluppato quando mi portavi ad assistere a quei
bellicosi derby tra le Polis greche o alle
sanguinarie naumachíe nel sulfureo catino del
Colosseo. L’area piú estesa, mi sembra evidente, può
giocare a tutto favore delle nostre strategie della
perdizione, perché piú il nostro futuro olocausto sta
a contatto con queste verità… piú le loro quèrule
animucce inaridiscono e la forza del loro Io neonato
viene adeguatamente paralizzata, fino a che non riesce
piú ad affrontare il mondo. Perdersi cosí,
progressivamente, in una astringente misantropia
integrale da eremita asociale è il primo passo perché
lo si possa portare a vedere nell’altro uomo solo un
fastidioso e petulante nemico… da eliminare. Mentre
l’altra area, zio, gioca sicuramente contro di
noi: «…Perché – qui anche a mio avviso il nostro
avo fa un “taglia e incolla” da un Agente del Nemico
– ha in sé l’energia produttiva che si libera
quando per l’uomo, nell’anima, sorge qualcosa che la
mera osservazione esteriore non può dargli, qualcosa
che ha la forza terapeutica della vera Arte, qualcosa di
creativo che può avvicinare l’uomo all’uomo, e lo
rende solo allora comprensibile». E ancora: «…anche
se è un’area molto piú limitata della precedente,
tuttavia (e qui sta ragionando, zio, sulle nostre
prelibate vittimucce) le rende feconde nelle forze
produttive e avvia le loro anime ad essere sempre piú
divine, perché sempre piú riproducenti in sé l’essenziale
dell’attività creatrice dell’universo».
- La
prima piú estesa area in realtà è quella che le
nostre vittime esplorano quando si rivolgono a quel loro
mondo esteriore per conoscere la sua verità, e che
potremmo definire la verità della riflessione:
quella che nasce dal pensare applicato dopo il
percepire… la verità che nasce dal ri-pensare,
dal post-pensare quello che già esiste e si
dispiega sotto i loro sensi. La seconda, quella piú
limitata come estensione, e anche meno amata e
frequentata dai nostri futuri olocausti (un’altra
riprova, a mio avviso zio, che per costoro la Fortuna è
veramente cieca), è appunto quella che va oltre ciò
che la vita esteriore offre loro. Ricordo ancora come
appariva buffo (era uno degli esempi riportati dal
nostro incauto avo tribale) quel preistorico fabbro che
aveva cercato di spiegare alla sua tribú quel suo pensare
anticipato su un oggetto… prima che tutti lo
potessero percepire realizzato nel mondo esteriore. Quel
fabbro aveva appena inventato, ma ancora solo nel suo
pensare, il primo martello che fosse mai stato
costruito dall’uomo. Certo, zio, la solenne e tonica
bastonatura ricevuta dalla sua affettuosa tribú, che si
credeva buggerata e presa in giro da quel giocherellone,
ha poi favorito la rapida realizzazione dello strumento
in oggetto ed il suo utilizzo concreto e tignoso, da
parte del nostro fabbro, su molte di quelle testacce
incredule. Ma non è questo il punto! È purtroppo la
prova che il nostro antenato non aveva torto! Esistono
dunque anche verità, (scusa il temine odioso, zio… tu
sai quanto brami la menzogna) che non traggono
origine dal mondo per loro manifesto, bensí dal pre-pensare
stesso delle nostre imbranate creaturine. Verità pre-dialettiche,
di un pensare libero dai sensi, che diversamente dalle
verità post-pensate precedentemente analizzate, non
possono mai essere dimostrate prima della
loro realizzazione… non possono mai essere
ricavate prima, come invece le altre, da mere
esperienze esteriori: possono solo essere verificate dopo…
la loro realizzazione. E dunque mi chiedo: che utilità
c’è per noi nel confinare un valente osservatore come
il nostro avo tribale, con la maligna accusa di non
essere ortodosso secondo i canoni del nostro
pestifero Arcontato delle Tenebre, se ad ogni loro nuova
invenzione, in ogni campo, c’è sempre la possibilità
che si accorgano di questa essenziale (ma esiziale
per noi) differenza tra i due tipi di
verità? È poi cosí lungo il passo da compiere, per il
nostro futuro olocausto, al fine di capire che queste
verità pre-pensate, cosí scomode per noi, sono
dello stesso tipo, ad esempio, della realtà spirituale,
della ‘genesi’ di quel mondo, della realtà della
legge di reincarnazione e karma? E che dire delle
problematiche pratiche sottese alla soluzione delle loro
questioni sociali attraverso la Tripartizione, e di
tutto quanto fastidiosamente mettono in atto gli Agenti
del Nemico per contrastare le nostre infeconde e
distruttive crociate? Sapremo noi tignosamente orientare
quelle buffe creature solo sul primo tipo di
verità, quelle dialettiche post-pensate? Sapremo
insistentemente suggerire loro, ad ogni proposta di
sperimentazione delle seconde verità, quelle pre-pensate,
che sono solo illusioni, utopie di sognatori molesti e
stramberie di petulanti non-pratici? Potremo
sempre continuare impunemente (approfittando dell’idolàtrico
impulso bramoso che i colleghi della Fanatic University
imprimono in loro per lo Stato unitario… e noi
per la scuola in mano al potere pubblico) ad allevare
intellettuali che si dichiarino veri pratici della vita,
veri ingegneri sociali, veri specialisti e la cui
grandiosa sicumera possa fondarsi esclusivamente sulle
verità pensate a posteriori? Potremo irradiarli
di cosí tanta fanatica paura per le verità pre-pensate
da suscitare in loro ondate di vergogna animica che non
vuol sentire ragioni che possano rimettere in
discussione le proprie opinioni… cosí che quei babbei
possano unicamente vedere nelle altre verità (quelle prima
pensate) soltanto illusioni e fantasticherie?
Possibile che non ci basti piú la menzogna e che si
debba contare solo sulla loro pigrizia nel pensare,
piuttosto che nella nostra pedante e violenta azione
professionale di contrasto a gamba tesa? Sai, zio, che
comincio a ritenere che non è stato poi un cosí gran
male l’eliminazione del nostro eretico avo, visto l’effetto
deprimente che queste scoperte hanno su di me, e che
forse la nostra Bigotta Inquisizione deve essere
piuttosto lodata che criticata? Se non fossi
terrorizzato da nonno Berlicche (per quanto attualmente
al confino) vorrei anche distruggerli, quei testi! Non
atterrisce anche te il fatto che, ad esempio, una delle
nostre vittime potrebbe arrivare a domandarsi [verità
del pre-pensare]: “Come potrò sviluppare le
forze dell’anima di un bambino presupponendo, in base
alle leggi della reincarnazione e del karma, che in esso
a poco a poco venga alla luce un’anima che sia già
precedentemente esistita?” e conseguentemente vorrà
vedere solo dopo (dalla realizzazione pratica di
questo atteggiamento in atti concreti nella realtà
esteriore), la dimostrazione del suo essere fruttuosa…
Non terrorizza anche te, zio, che sia possibile questo
ed altro senza che un qualsiasi baluba di cui
siamo Malèfici Custodi cada nella nostra
sperimentata e fino ad ora infallibile trappola di una dimostrazione
concettuale preventiva [verità del post-pensare]
chiesta subdolamente da nostri pratici, tecnici,
specialisti e dalle nostre infallibili
autorità!?! Se penso a tutto ciò, zio, ho un leggero
azzeramento della mia normale fluidità bàvica e,
assieme all’aumentata secchezza alle fauci, sento pure
che le mie corna tendono a diventare … indecorosamente
pèndule! Ti secca, zio, se cambio argomento e ritorno
all’elaborato di Ringhiotenebroso? Dunque, e lo
sottolineo, lo stile del nostro Ringhio è molto
scarno, certo, ma – ne converrai anche tu, zio –
quante belle Imprese potranno essere fatte deragliare
dai loro binari industriali per inseguire le Chimere
parametriche della finanza trimestrale sempre in
crescita… per obblighi di legge! La cosa che mi
infastidisce di piú da parte di quello stolido leccazoccoli,
però, è evidente: l’intento di ingraziarsi Sua
Viscidezza orripilante a causa di quelle sue
dichiarate preferenze per i finanzieri d’assalto.
Attendo un tuo parere in merito, zio, nel frattempo ho
appena visto un altro compagno di classe: Sbranatutto.
Ahah! Il solo pre-pensare quello che sto per
fargli… mi sta riequilibrando la fluidità dell’umore
e, perbacco zio, mi si stanno raddrizzando a vista d’occhio
anche le corna! Dunque, prima lo bastono artisticamente
ben bene e poi, tra una tortorata risvegliante e
l’altra, sarò lieto di informarmi, col post-pensare,
sulla sua accademica scelta.
- Il
tuo atleticissimo nipote
Giunior
Dabliu |
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