AcCORdo

L’amore originario è l’inizio di un archetipo della futura vita della Terra. Ogni pensiero d’amore, infatti, viene raccolto dal Christo e impresso nella struttura sovrasensibile del Cosmo, perché sia forma della Terra futura. Ogni moto interiore di umana dedizione, ogni vittoria, ogni riaffermazione della purità, diviene la potenza creatrice dell’evento futuro in cui non vi sarà altro che la Magia dell’Amore Divino che potrà vincere la tenebra della Terra: tenebra che per ora domina il mondo, vinta solo dal Logos, dal Christo, a cui l’anima dell’uomo ha chiuso le porte. Occorre perciò il risveglio della memoria delle essenze divine, smarrita dall’anima umana: il simbolo di una connessione cui dar vita con la donazione di sé al Mondo spirituale.
Questo significa una grande decisione della meditazione per il Sacro Amore. Allora è il fiore di Luce che esige essere contemplato come un in sé assoluto, secondo un’eroica impersonalità, un distacco, che è l’essere spettatore dell’Io: l’immobile motore di tutto. Questo contemplare assoluto non è in contraddizione con il fluire della Luce, come da pensiero puro a pensiero puro: anzi è lo stesso movimento, ora percepito nel suo farsi, ora nel fiore di Luce. È sempre lo stesso atto d’Amore, che restituisce la salute, la comunione e la gioia.
Si ritrova allora la musica nascosta che sorregge la creazione: perché questa musica è la sorgente cui attingere: ma dobbiamo trovarla: dobbiamo conoscerla, per stabilizzare la redenzione umana, per fondarla sulla Terra: dove è già presente come “potenza” da tradurre in atto: presente grazie al sacrificio del Golgotha.
Limpidezza intoccabile, pienezza della Luce che irradia infinitamente attingendo a sé, inalterabilità dell’armonia che si effonde, senza chiedere nulla, perché ha tutto.
Medicina Dei: l’assoluta adamantinità del volere che sente e che pensa. La fine dell’inganno di Lucifero. Non toccàti da questo inganno, si è nella sfera della liberazione siderea: la zona della superna verità dell’Amore umano-divino.

Massimo Scaligero

Da una lettera del dicembre 1972 a un discepolo.