- Se l’uomo
della nostra era storico-geologica osserva la configurazione
generale dell’ambiente fisico su cui vive e l’aspetto
morfologico della Terra, ne ritrae una visione del tutto
particolare, Quattro elementi concorrono a delineare questa
visione ambientale dell’uomo moderno. Innanzi tutto
dobbiamo considerare la terraferma, rappresentata dai
continenti e dalle isole, che costituiscono il primo
fondamento della presente esistenza umana. I continenti sono
circondati dai mari e dagli oceani, cosicché le acque
costituiscono il secondo elemento dell’ambiente terrestre
quale noi lo conosciamo. Il terzo è dato dalla grande sfera
dell’aria che circonda la Terra e che rende possibili le
manifestazioni vitali che ci sono note. Infine dobbiamo
considerare lo stato di temperatura che determina appunto
questo aspetto della realtà ambientale terrestre che stiamo
descrivendo. L’astrofisica ci rivela ad esempio che sui
pianeti piú vicini al Sole, a causa delle diverse
condizioni di calore, l’acqua manca del tutto e si trova
evaporata in dense masse di nubi che riempiono costantemente
l’atmosfera.
- Il grado
di temperatura determina dunque in modo quasi assoluto la
netta configurazione ambientale che tutti conosciamo e che
è rappresentata dalla terra, dall’acqua e dall’aria.
- Se
vogliamo usare il linguaggio misteriosofico dei tempi
antichi, possiamo dire che l’ambiente terrestre si
presenta oggi all’uomo in modo da offrirgli una visione
netta e distinta dei quattro elementi costitutivi del mondo:
la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco. Se invece vogliamo
ricorrere a forme d’espressione piú moderate, possiamo
usare i concetti scientifici della fisica e dire che le
condizioni termo-energetiche della massa terrestre sono in
questo momento tali da permettere il contemporaneo
sussistere di tutti gli stati d’aggregazione della
materia. Perciò alcuni elementi si trovano allo stato
solido, altri allo stato liquido ed altri infine allo stato
gassoso. Il linguaggio può essere diverso, ma la realtà è
sempre la stessa. E questa realtà è data dal fatto che l’uomo
moderno conosce la netta distinzione tra ciò che è solido
e ciò che è liquido o aeriforme, il che significa che egli
ha spiegati dinanzi a sé tutti i quattro elementi di cui
parlavano gli antichi: la terra, l’acqua, l’aria e il
fuoco.
- Per
comprendere l’importanza e il significato di tale fatto,
dobbiamo subito dire che non sempre era cosí. Queste
condizioni ambientali della Terra sono proprio recentissime
e non sono destinate a durare piú che qualche millennio.
Questo è quanto apprendiamo dall’insegnamento di Rudolf
Steiner e contrasta naturalmente, per ragioni che qui non
possiamo considerare, con i computi della geologia
ufficiale. Il contrasto è però solo nella misura del
tempo, non nel fatto per se stesso. Anche la geologia
considera le condizioni attuali del nostro pianeta come
recenti e provvisorie. Esse si sono determinate in un’epoca
relativamente vicina, cioè dopo il passaggio dal periodo
glaciale al periodo diluviale. La geologia afferma che in
questo periodo diluviale noi ci troviamo ancora, perché
secondo le osservazioni della scienza il cosiddetto
movimento generale di regressione delle acque, dal quale
esso trae la sua origine, continua tuttora sebbene in misura
sempre meno sensibile. Durante il periodo precedente, cioè
quello glaciale, sarebbe stato veramente difficile trovare
dell’acqua liquida in Europa al di sopra della cerchia
delle Alpi. L’elemento fluido non aveva trovato fino
allora il suo assestamento stabile, ma si trovava
solidificato nelle masse polari, che allora erano
estremamente estese, e ridotto a vapor acqueo, cioè a gas
nella zona equatoriale. Questa immagine delle condizioni
fisico-ambientali della Terra in un periodo relativamente
non tanto lontano è certamente corrispondente alla realtà.
Il ritrovamento dei resti fossili di certi animali che in
quel tempo erano ricoperti da una folta pelliccia, mentre
oggi non lo sono piú, conferma e convalida le asserzioni
della geologia. Cosí sappiamo che nelle fredde distese
della Sarmazia e della Siberia vagava nell’epoca glaciale
il mammuth, mentre nella Mongolia viveva il rinoceronte
lanoso. Tuttavia le rappresentazioni della geologia
ufficiale devono essere alquanto rettificate dai piú
precisi concetti che ci offre la Scienza dello Spirito. Lo
faremo in seguito. Ora ci preme piuttosto di mettere in
evidenza i fatti come tali. Ed è un fatto indubbio della
realtà che gli elementi del mondo si sono assestati solo
gradatamente e non senza gravi convulsioni telluriche. Il
mondo quale noi lo conosciamo oggi è dunque nel vero senso
della parola un fatto nuovo.
- Sappiamo
che la mesologia, cioè la scienza che studia i rapporti fra
gli esseri viventi e l’ambiente, si trova di fronte ad
enormi problemi. Difatti l’ambiente fisico, man mano che
risaliamo indietro nel tempo, diventa per modo di dire
sempre piú aspro, tale insomma da rendere impossibile ogni
manifestazione di vita, quale oggi noi la conosciamo. È
opinione comune che gli animali superiori come i mammiferi,
abbiano potuto trovare condizioni favorevoli al loro
sviluppo appena durante l’epoca cenozoica. È questo il
tempo dunque in cui compare anche il pitecantropo, il
progenitore animale dell’uomo. E prima? Prima è l’epoca
si potrebbe dire dei draghi, degli orribili sauri alati, dei
ripugnanti pterodattili, simili a dei giganteschi
pipistrelli con il becco irto di denti. E mentre questi
giganteschi animali lottano giorno per giorno per la loro
esistenza, la terra trema continuamente e i vulcani a
migliaia ribollono, fiammeggiano e rigurgitano fiumi di lava
incandescente. Nell’epoca geologica precedente, la vita è
ancora piú difficile. Non vi troviamo piú animali evoluti,
ma solo sauri inferiori come il paleosauro dell’ordine dei
teleosauri. In epoche ancora piú remote ogni forma di vita
animale è assente dall’ambiente terrestre. Perciò la
geologia chiama azoica la primissima era geologica della
Terra. Le condizioni ambientali di quel tempo permettono
solo alcune primitive manifestazioni di vita vegetale e ci
troviamo piante simili alle felci, alle alghe ed ai licheni.
Risalire ancor oltre nella notte dei tempi, non è piú
compito della geologia. Ad essa si sostituiscono adesso le
ipotesi cosmogoniche. Queste ci dicono che la Terra al
principio della sua esistenza era un globo incandescente.
Secondo i concetti scientifici moderni, è impossibile
ammettere che in una simile sfera di fuoco con temperatura
enorme possa sussistere la vita. Da ciò è sorto il
problema ancora insoluto dell’origine della vita della
Terra. Al riguardo vi sono naturalmente varie ipotesi, ma
nessuna sembra soddisfacente. Cosí si dice, per esempio,
che la vita potrebbe essere stata portata sulla Terra da
qualche meteorite proveniente da un altro corpo cosmico,
oppure si pensa che le stesse condizioni terrestri avrebbero
permesso a un certo momento la trasformazione di sostanze
inorganiche in primitive sostanze organiche. Queste ipotesi
non sono naturalmente prive di valore. Il Dottore ci dice
che lo scienziato dei tempi futuri riuscirà a compiere una
specie di miracolo e darà vita nel suo laboratorio a
semplici organismi vegetali. Tutto ciò convaliderà l’ipotesi
dell’origine spontanea della vita e rafforzerà le
concezioni materialistiche degli uomini.
- Eppure
tutto questo modo di vedere e di considerare le cose, che si
crede altamente scientifico, è in realtà affatto
anti-scientifico. Esso nasce dalla paura di pensare.
Afferrato il principio dell’evoluzione, lo spirito umano
dovrebbe con coraggio seguirlo fino in fondo e non farsi
arrestare da assurdi preconcetti. È soprattutto la
mesologia che si lascia ostacolare da preconcetti senza
alcuna base reale. Un’idea chiara e semplice, che deriva
direttamente del principio dell’evoluzione, è la
seguente: mutate le condizioni dell’ambiente, si trasforma
anche la forma d’esistenza degli esseri che lo abitano.
Quest’idea è reale, i preconcetti che sorgono invece da
una limitatissima osservazione delle condizioni presenti
sono irreali. Da questa irrealtà nascono le maggiori
difficoltà della scienza ufficiale.
- La
Scienza dello Spirito non è irretita da preconcetti
limitativi. Essa è veramente una “scienza”. Perciò, a
questo punto delle nostre considerazioni, dobbiamo cercare
di approfondire la nostra comprensione sul grande problema
dei rapporti tra l’essere e l’ambiente con l’aiuto dei
concetti che ci vengono offerti dalla Scienza antroposofica
dello Spirito di Rudolf Steiner. Un rilievo preliminare s’impone,
ed è questo.
Non è possibile fare una distinzione astratta tra essere ed
ambiente, come vien fatta dalla scienza del tempo nostro,
perché l’ambiente è, se bene considerato, niente altro
che un complesso multiforme di esseri.
- L’ambiente
terrestre dell’uomo è costituito da altri esseri che sono
gli animali, le piante e i minerali. Si potrà obiettare che
il problema della mesologia è un altro. Questa scienza
cerca di spiegare le manifestazioni di vita degli esseri
superiori mettendole in rapporto con le basi fisiche non
viventi. Dal punto di vista scientifico s’intende per
ambiente non già un complesso di esseri, ma il luogo fisico
in cui si svolgono quei fenomeni generali fisico-chimici che
sottostanno alle leggi di natura. Ma è appunto questa
arbitraria separazione del regno minerale dagli altri regni
della natura che ha portato la scienza ad un vicolo cieco.
Il concetto di ambiente che deriva da tale considerazione
della realtà è completamente falso. Esso si basa sul
preconcetto che nel corso dell’evoluzione il minerale
inanimato, o per meglio dire l’elemento chimico, sia il
fatto assolutamente primo, mentre l’essere vivente
superiormente evoluto sia il fatto assolutamente ultimo. Da
ciò il problema insolubile: come dalla materia inorganica
sorge ad un dato momento la vita e si evolve in forme sempre
superiori dall’ameba all’uomo? Per la Scienza dello
Spirito questo problema non esiste. L’insegnamento del
Dottore ci rivela che il processo evolutivo terrestre si
svolge proprio in modo opposto da quello immaginato dalla
scienza esteriore. Come fatto primo nel corso dell’evoluzione
non vi è il minerale, ma l’uomo. Il minerale compare per
ultimo. Questo fa capire che la grande sfera dei processi
fisico-chimici esteriori non poteva costituire l’ambiente
iniziale dell’uomo, per il semplice fatto che allora essa
non esisteva. E fa anche capire che non la vita è sorta da
basi puramente fisiche, ma che viceversa i processi
inanimati sono usciti dalla vita originaria.
- Seguiamo
ora ciò nelle sue grandi linee. Risaliamo con il pensiero
fino all’inizio della nostra evoluzione umana e
precisamente fino al punto in cui comincia la vera fase
terrestre di questa evoluzione. Trascuriamo dunque le tre
fasi precedenti, che rappresentano ricorsi d’evoluzioni
antiche e immaginiamoci all’inizio della quarta fase,
quella che realizza le condizioni di vita terrestri. Questa
è la nostra fase, perché in essa ci troviamo tuttora.
Sappiamo che questa fase si divide in sette grandi epoche,
di cui ora noi siamo nella quinta.
- La prima
epoca viene chiamata, con una terminologia che ha senso per
i nostri ottusi concetti, epoca polare. Al principio di
questa epoca il globo terrestre contiene ancora in sé quei
due corpi celesti che si sono distaccati solo più tardi
dando origine al Sole e alla Luna. Questo globo è
costituito da un’unica materia indifferenziata che
obbedisce a leggi fisiche, ma non si trova allo stato
fisico, bensì è ancora materia eterica. Difatti questa
materia indifferenziata, che forma le prime basi fisiche
della Terra, non è niente altro che l’etere più sottile,
l’etere della vita. E che cosa è in realtà questo grande
globo terrestre costituito dall’etere vitale? Esso è in
realtà il corpo fisico dell’umanità intera. Dunque, come
manifestazione terrestre assolutamente prima, abbiamo da
considerare il corpo fisico dell’uomo. Questo è comparso
per primo sulla nostra Terra. Ma in questo corpo fisico non
viveva l’uomo. L’uomo viveva allora come anima nel mondo
astrale e da quell’altezza guardava in giù sulla Terra,
cioè in realtà osservava dal di fuori il suo corpo fisico.
Questo gli rispecchiava il suo essere, di modo che il globo
vivente dell’etere recava tante immagini quante erano le
anime umane che lo contemplavano. Ciò dette origine alla
prima distinzione e fece sorgere, ma solo come immagine
riflessa, i corpi fisici separati dei singoli uomini.
- In un
secondo tempo sorgono dal primo altri due stati di materia,
di cui uno eterico più denso, cioè l’etere chimico o
sonoro, e l’altro fisico, cioè l’aria. L’uomo
conserva il suo corpo fisico allo stato eterico e questo
corpo è ora costituito dall’etere vitale e dall’etere
chimico. L’elemento fisico dell’aria serve invece come
base alla prima costituzione del corpo fisico degli animali.
- In un
terzo tempo gli stati materiali si differenziano ancora e
accanto all’etere vitale e a quello chimico compare l’etere
della luce, mentre accanto all’elemento fisico dell’aria
si forma quello fisico più denso dell’acqua. Ne deriva il
seguente ordine di fatti: l’uomo ha il corpo fisico
costituito dall’etere vitale, dall’etere chimico e dall’etere
della luce; l’animale ha il corpo fisico costituito da due
elementi fisici, l’aria e l’acqua; l’acqua e l’etere
della luce, che si sono formati da ultimi, servono come base
del corpo fisico dei vegetali.
- Con ciò
siamo però già passati dall’epoca polare a quella
iperborea e giunti al momento del distacco del Sole. Il
Sole, allontanandosi dalla Terra, per costituire un corpo
cosmico separato, porta via con sé una gran parte della
materia eterica. Ciò determina un’ulteriore
densificazione dello stato materiale della Terra e
assistiamo alla prima comparsa dell’elemento solido e,
accanto a questo, dell’etere del calore. Dopo il distacco
del Sole, il corpo fisico dell’uomo non ha potuto
conservarsi nel suo puro stato eterico iniziale e si è
lentamente densificato fino allo stato acqueo. Però nell’aria
e nell’acqua che costituiscono ora il corpo fisico dell’uomo,
agiva con forza il nuovo etere del calore e di conseguenza
il corpo fisico umano acquista la forma e lo stato di una
nube gassosa calda. Prospettiamoci le condizioni fisiche
terrestri di questo momento della nostra evoluzione. L’elemento
più basso è costituito dallo stato solido e in questo
elemento si manifestano i minerali. L’elemento acqueo
conforma le piante. L’acqua e l’aria, separatamente o
insieme, costituiscono la base del corpo fisico degli
animali.
- E l’uomo?
L’uomo è essenzialmente un essere di calore e quale nube
di fuoco si libra nelle altezze dell’atmosfera terrestre.
Qui noi abbiamo riassunta a grandissime linee, e soltanto
per l’aspetto che ci interessava, una descrizione che in
tutta la sua poderosità cosmica appare in una delle opere
fondamentali di Rudolf Steiner: La cronaca dell’Akasha.