Poesia

Si fa piú caldo il vento: è la stagione
solare, il tempo acceso che alimenta
del vostro canto l’intimo delirio.
Senza riposo, il reiterato assolo
screzia dell’aria il levigato specchio.
Cosí febbrile vi somiglia il cuore,
se le incessanti note dei suoi antichi
laboriosi motivi ora scandisce.
Sia preghiera la futile cadenza
che frinisce nel folto dell’arboreo
rigoglio in tregua d’ombra, l’assonanza
di ogni verso stillato dal profondo

 

sillabare del sangue. Voce o palpito,
persino l’aspro grido sia devoto
unisono con l’alta duratura
fatica, la pazienza che sa tessere
le trame d’universo e ne compone
tono su tono l’armonia. Ricade
in echi quella musica, pervade
profonda la sostanza inerte, avviva
la caduca materia, linfe esangui
rigenera ed incanta corpi e anime.
Riverberando il prodigioso dono,
il mondo vibra a quel richiamo e canta.

Fulvio Di Lieto