Il vostro spazio

 

Rigogliosa un’aiuola di menta
emana un fresco,
acuto profumo.
E nulla risplende
come il cielo cobalto
di una notte stellata d’estate
che il vento della terra
abbia spazzato
di nubi e di foschie.

Alda Gallerano

 

Daniela Crivellaro «Ciliegie»

 

Ti voglio accarezzare con le parole,
col suono dolce che mi fai sentire
se vedo il tuo sorriso nella luce
del pensiero di te che mi accompagna.
Sei cosí viva, e il tuo fragile viso
ha il suono dolce che mi fa cantare
quando per te ritrovo le parole
piú tenere, sul nostro arco d’argento.

Camillo Righini

 

Il cigno di Ventimiglia

Un cigno ha seminato il panico alla foce del Roja, a Ventimiglia, attaccando pescatori e vacanzieri, nonché altri animali e volatili che frequentano la zona rivierasca al confine con la Francia. Imprigionato in un recinto, lo ha demolito, scorrazzando impunemente in barba a ogni ostacolo che si frapponeva tra lui e la libertà. Specie protetta da leggi severissime, viene comunque tenuto d’occhio da squadre di vigilanti e animalisti, in attesa di scoprire il perché di tanto anomalo comportamento.

Il fiume non è piú
che mondezza e liquami,
ci vanno su e giú
zanzare tigri a sciami.
Nel mondo pattumiera
è fuori posto un re
che cerca la maniera
di ritrovare il sé
libero e immacolato,
di una specie elegante:

rompe il reticolato
ed è colto in flagrante
mentre assale fagiani
colombi e gallinelle
e persino gli umani,
il volatile imbelle.
È una creatura mite
che, variando natura,
diventa dinamite.
L’insolita iattura
presa per quel che vale
rende la mutazione
un aperto segnale
di una rivoluzione
che fa di un cigno bianco,
altrimenti carino,
di tensioattivi stanco,
un feroce assassino.

Egidio Salimbeni

 

La danza dei sensi
consuma le note del vento
nel ritmo del silenzio.
Le ciglia si schiudono
a perla in un ricordo
in cui l’oro si salda al ferro
e il soffio del rubino
si scioglie tra i colori
di un Principio lontano.

Giuliana Tonell

 

Anima

Luce abbagliante,
deserto rutilante,
calpesto serpi
tra tanti sterpi
a me sospinti
da ostili venti.

Sono un fuscello
che al vento si offre
ma la mia anima
ahimè, soffre
chiede aiuto,
vuole conforto,
cerca un sostegno
nel divino disegno.

Sento che dietro
al mondo ostile
sorgerà un’alba
primaverile,
tenebra e luce
si alterneranno,
le sfere astrali
in ciel danzeranno,
con esse il sole
che splende nel petto
inizierà
l’eterno minuetto.

Enza Saporito

Bambina mia

Quando ti rifugi
tra le braccia
di chi ha creduto
di poterti punire,
bambina mia,
e mi guardi incredula
e fiduciosa,
mi sento la dispensatrice
del bene e del male
e ne ho paura.

Quando racchiudo
tra le mie braccia
il fagottino
del tuo tenero corpo,
sento tutto il peso
ed il calore
del mondo,
che spande
questo abbraccio
oltre ogni confine.

Elena Riccio

Da I Cavalli del Sole,
L’Autore Libri, Firenze 2000.

Floriana Scalabrini  «Una madre»

 

Identità

La Luce che m’illumina
vene e vènti
è calice di sposi.

Anima che sugge Luce
vive immortale
pulsante d’Amore.

Scordatemi
come si sugge Luce
e la mia anima morrà.

Cessiamo d’uccidere la Luce:
la vivremo insieme,
insieme la nasceremo.

Nasceremo in lei,
madri in grembo ad un Bimbo
che suggerà latte di gratitudine

ricambiando un vagito
parola di creazione
di Amore e Luce.

Come e perché
non illuminano il Mistero
che è Amore

è Luce
è Vivente Pensiero.
Ecco, il Vero.

Flavio D’Agate (illustrazione dell’Autore)