- Il
fine ultimo della morale individuale e della morale
sociale è che il Cristo, in cui si è incarnata tutta la
Divinità, serva di modello a tutti e a tutto. Dipende da
ciascuno di noi di partecipare alla realizzazione di
questo fine, tenendo il Cristo per modello in ogni nostra
attività, privata e pubblica.
- Tutti
sono d’accordo sul fatto che le regole del diritto
positivo non hanno potere di determinare l’attività
dell’uomo che cerchi di raggiungere la perfezione. Si
può benissimo non uccidere mai, né mai rubare, mai
mettersi in condizione di cadere nei rigori della legge
penale, e tuttavia rimanere lontani dal Regno di Dio.
- In
effetti la legge positiva non persegue mai direttamente la
perfezione dell’uomo e dell’umanità: il suo ruolo è
quello di fornire la massima sicurezza possibile all’esistenza
terrena e materiale (sí che essa è necessaria a piú
elevati fini), oltre che di trattenere con energia l’uomo
fisico ai gradi piú bassi dell’organizzazione sociale,
gradi dai quali lo scopo della vita non si vede ancora, ma
senza i quali tale scopo non può essere raggiunto. Ma per
condurre davvero l’uomo alla sua perfezione, i rigori
della legge morale e perfino gli insegnamenti dei Vangeli
sono ancora insufficienti, allorché li si osservi come
prescrizioni esteriori e precise, nella loro lettera e non
nel loro spirito. Perfino il dettame dell’amore, il piú
elevato possibile e che include tutti gli altri, può
essere malinteso e mal praticato; e non basta dire che
può esserlo: occorre dire anche che lo è stato e che lo
è. Alcuni dicono che l’amore evangelico è soprattutto
l’amore di Dio e, in nome di questo amore, si ritengono
autorizzati e perfino costretti a perseguitare taluni dei
loro fratelli, se questi non professano la loro religione.
Altri affermano che la pratica dell’amore evangelico
esige che si abbia per tutti e per ciascuno una
indifferente e fredda benevolenza, senza prendere la
minima iniziativa per difendere gli uomini pacifici e
innocenti dall’attacco degli assassini, degli
oppressori, dei predoni. I primi, in nome dell’amore di
Dio, disonorano il nome di Dio con i loro atti di
fanatismo; i secondi in nome dell’amore del prossimo
amerebbero che molti dei loro simili venissero annientati
senza far niente per impedirlo.
- Che
gli uni e gli altri vadano contro la loro stessa coscienza
e che ben lo sappiano, non mi sento di affermarlo, ma che
essi non abbiano avuto controllo della loro coscienza come
occorre, di ciò non v’è dubbio. Orbene, l’unico e
autentico mezzo di controllo è davvero facile.
- Semplicemente
basta che, al momento in cui si sta per decidere un atto
che abbia importanza per la propria esistenza o per la
società, si faccia emergere nella propria anima la figura
morale del Cristo, di penetrarsene e domandarsi: “Potrebbe
Egli compiere questo atto?”. O anche, in altri termini:
“Egli l’approverebbe o no? Mi benedirà per averlo
compiuto o no?”.
- Propongo
questa verifica a tutti: non si sbaglierà. Ogni volta che
vi assalga qualche dubbio e abbiate ancora la forza di
riprendervi e di riflettervi su, pensate al Cristo,
immaginatelo vivente tal quale Egli è, e caricate su di
Lui il peso dei vostri dubbi. Egli ha preventivamente
accettato di caricarsi di quel fardello come di tutti gli
altri, certamente non per scaricarvi della responsabilità
delle vostre vigliaccherie, ma perché, essendovi rivolti
ed appoggiati a Lui, voi possiate distogliervi dal male e
diventare, nelle piú difficili traversie, i vettori della
Sua Verità.
- Se
tutti gli uomini di buona volontà, uomini pubblici e
dirigenti dei popoli cristiani, come le singole persone
private, decidessero di impiegare questo mezzo sicuro in
tutti i casi in cui li assalga qualche dubbio, questo
sarebbe l’annuncio del secondo avvento e la preparazione
al giudizio degli ultimi tempi, perché i tempi sono
vicini.