Tripartizione

All’umanesimo della cultura, che fu pure una tappa gloriosa della liberazione dell’uomo, succede oggi e succederà domani, l’umanesimo del lavoro. …Lavora da uomo, con la coscienza di quel che fa, ovvero con la coscienza di sé e del mondo in cui egli si incorpora. …Via via la materia con cui, lavorando, l’uomo si deve cimentare, si alleggerisce e quasi si smaterializza; e lo spirito per tal modo si affranca e si libera nell’aer suo, fuori dello spazio e del tempo…Da quando lavora l’uomo è uomo, e s’è alzato al regno dello spirito, dove il mondo è quello che egli crea pensando: il suo mondo, se stesso.

Giovanni Gentile

Da Genesi e struttura della società, Firenze 1975, pp. 111-112

Tasse e gabelle provinciali

A quei tempi tutti pagavano dei tributi salatissimi. Le cose non avrebbero potuto andare diversamente, visto che le varie Province dell’Impero si intromettevano in ogni campo umano d’interesse e la Tripartizione non era ancora stata realizzata. I tributi venivano raccolti dai vari governatori delle province sotto forma di tasse ed imposte. Ad esempio, nelle province d’Europa il costo delle elefantiache organizzazioni statali veniva alimentato da una tassa sul valore aggiunto (ovvero in pratica una tassa sul lavoro) che in Esperia veniva chiamata IVA. Tale costo era del venti per cento. A questa tassa sul lavoro, vergognosamente ingiusta (visto che il lavoro costava già tanta fatica), si assommavano le varie tasse comunali, provinciali, regionali e statali. Poi c’erano imposte speciali su determinati beni come il sale, l’alcool e il tabacco. Inoltre v’erano costi per marche da bollo, ticket, pedaggi ecc. Le assicurazioni obbligatorie, di fatto, erano un’altra imposta, in quanto lo Stato non aveva ovviamente possibilità di compensare i sinistri.

Situazione Esperide

Il costo dello stato Esperide era equivalente a metà di quanto producevano i suoi abitanti in un anno di lavoro. Malgrado ciò, quello stato era sommerso di debiti. Dobbiamo riconoscere che in Europa (a differenza dello Stato Guida dell’Impero d’Occidente), il Pubblico Potere si occupava di scuola, assistenza, sanità rendendo leggermente meno pesante il disagio delle plebi e meno esagerata la ricchezza dell’aristocrazia finanziaria. Ogni tentativo di alleggerire le tasse non riusciva che in parte infinitesima ad alleviare gli oneri che i cittadini dovevano sopportare all’interno del sistema imperiale. Come se ad uno sherpa che cammina su un sentiero himalayano si levasse un centinaio di grammi dall’enorme peso che sta portando sulla testa.

La tassa imperiale, ovvero l’illusione finanziaria

Come venivano raccolte le tasse imperiali? È semplice: la tasse imperiali si chiamavano investimenti in Borsa ed i nuovi gabellieri si chiamavano promotori finanziari. Essi agivano coltivando le illusioni. I promotori finanziari gabellavano i risparmiatori di tutto il mondo utilizzando l’illusione bramosa del tasso d’interesse. Cosí i promotori finanziari portavano nello Stato Guida oltre il 70% delle risorse mondiali!
Rudolf Steiner, già nella sua epoca, aveva fatto notare che il capitale è Spirito, soprattutto quel capitale che è frutto dei risparmi d’una vita. Quindi lo spirito-capitale dei cittadini europei, ignari e sprovveduti, confluiva in un flusso ininterrotto nelle casse di Wallstritus grazie all’illusione finanziaria. Per evitare questa gabella, i mezzi a disposizione erano ben pochi: mancava inoltre la consapevolezza morale che ogni investimento finanziario andava ad alimentare la Tripartizione Inversa, le guerre imperiali, il dominio e la corruzione nel mondo. Gli antroposofi veri sapevano che lasciare il proprio capitale in Borsa oltre ad essere una cosa sciocca era anche una colpa grave, ma tutti coloro che non erano rischiarati dalla luce della Scienza dello Spirito non avevano ancora questa consapevolezza.

Prezzo delle case

Quando la crisi internazionale si fece sentire, i piú accorti spostarono i loro risparmi nell’investimento immobiliare. Ecco il motivo per cui il valore delle case aumentò esageratamente e con esse i tributi sulle proprietà. Inoltre l’Impero favoriva in ogni modo l’immigrazione verso l’Europa per snaturarne i connotati culturali. Le pressioni ad esempio per far digerire all’Unione Europea la Turchia, erano enormi. Tutti quei nuovi arrivati avevano bisogno di case e quindi il prezzo del mattone cresceva.
Il senso morale di taluni che istintivamente si tenevano lontani dalla Borsa, la sfiducia nei titoli cartacei congiunto al popolamento di immigrati, alzò ulteriormente i valori immobiliari.

Mancanza di spazi d’investimento etico

Ad un certo punto un numero sempre maggiore di risparmiatori si rese conto che era dissennato ed immorale riversare i propri risparmi nelle casse dei promotori finanziari, ovvero trasferire la ricchezza nello Stato Guida dell’Impero. Cosí molti detentori di capitali cercarono delle soluzioni alternative, ma le case costavano troppo. Mancavano insomma delle banche etiche legate ad una persona fiduciaria raggiungibile fisicamente e legata al territorio. Le società per azioni e l’assorbimento da parte dei colossi finanziari di tutte le piccole banche cooperative locali impediva che il danaro, ovvero la ricchezza, restasse vicino al luogo dove era stata prodotta. Le banche, invece di prestare il danaro agli imprenditori della zona di appartenenza, piazzavano i prodotti finanziari ai loro clienti sprovveduti.

Congiura contro la ricchezza europea

Gli imprenditori esperidi avrebbero voluto poter pagare meno gabelle e mantenere nella propria zona la ricchezza prodotta, ma tutto congiurava contro questa possibilità. I motivi:
a) le tasse troppo alte;
b) le banche cooperative distrettuali affidate ad una responsabile facilmente raggiungibile sul territorio erano scomparse;
c) la concorrenza commerciale del Rossoceleste Impero abbatteva pesantemente i margini di guadagno sui loro prodotti (e quindi gli utili reinvestibili in azienda);
d) gli interessi finanziari offerti dallo Stato Guida attraevano i loro capitali in miraggi economici legati all’economia Imperiale;
e) lo Stato Guida manteneva artificialmente il valore del dollaro troppo basso rispetto all’Euro.
Certamente taluni imprenditori trovarono la soluzione di investire in Romania o in Cina, ma la ricchezza non restava piú in Esperia. Che fare?

Soluzioni

Gli investitori piú avveduti vendettero allora i titoli finanziari in loro possesso e li investirono in modo non cartaceo: in oro, case, imprese legate al territorio e ai bisogni primari. Altri vendettero titoli perdendo valore, ma si premunirono contro una crisi piú grave di quella del 1929, che stava ormai giungendo, e salvarono il salvabile. Infatti verso quegli anni la politica di potenza dell’Impero d’Occidente e la Tripartizione Inversa stavano mettendo in ginocchio l’industria europea e l’economia mondiale. Tutto precipitava, anche se era difficile prevedere una svalutazione dell’Euro in quanto la supervalutazione della divisa europea di fatto la penalizzava.
A quel tempo ci si rese finalmente conto che non solo il lavoro ma anche il capitale andava spiritualizzato. Il risparmio, in quanto Spirito, andava investito con consapevolezza umanistica, o meglio antroposofica.

La via della Tripartizione dell’organismo sociale – scaturita da un insegnamento che perennemente accompagna l’uomo – è l’unica che può superare l’attuale crisi umana, perché realizza l’indipendenza dell’uomo dall’organismo produttivo, senza necessità di distruggere o coartare ottusamente questo: senza necessità di passare per l’impoverimento mondiale di Stato, come oggi sta avvenendo su tutta la Terra. Si appartenga alla sinistra o al centro o alla destra, si ha il dovere di conoscere la soluzione della Tripartizione, perché è quella che ciascuno, senza saperlo, in realtà cerca. Tutte le soluzioni muovono da ideologie: nessuna muove dalla realtà quale è. La realtà è la confluenza nell’organismo sociale di tre forze fondamentali: la spirituale, la giuridica e la economica. Il guasto del loro rapporto è l’errore che ovunque oggi imperversa nel mondo, in quanto l’uomo sistematicamente viola le loro leggi. Infatti, le tre forze, pur esprimendosi nella sfera sociale, scaturiscono da una sfera superiore, avendo radici nella struttura stessa del Cosmo e rispondendo all’ordine tripartito della costituzione umana. Allorché il rapporto di tali forze viene alterato dall’uomo, in realtà egli si oppone all’ordine universale: l’ingiustizia, sia pure sotto veste democratica, domina la Società. È la situazione attuale, ormai grave.
L’arte dell’uomo è curare l’estrinsecarsi delle tre forze, in modo che operino ciascuna secondo la sua reale natura. Deve assicurare la libera formazione all’organismo spirituale-culturale, lasciare l’assoluta autonomia all’organismo giuridico, evitare di fare violenza alle leggi dell’economia. Isolata ciascuna delle tre forze, in modo da accordarle la massima autonomia rispetto alle altre, restituito a ciascuna il potere originario, mediante cui attua il meglio della sua funzione, prodigiosamente essa realizza la cooperazione essenziale con le altre.

Massimo Scaligero
(da La via dei Nuovi Tempi, Perseo, Roma s.d.)

Stato e Tripartizione

Fino dalla metà del secolo Ventesimo, l’altissima figura di Maestro spirituale Massimo Scaligero aveva indicato chiaramente il rapporto fra Stato e Tripartizione. Rispetto a tantissimi studi astratti sulla Tripartizione o a tante deformazioni ideologiche della stessa che avvenivano in quell’epoca storica, egli diede un metodo e una direzione chiaramente ispirati dal mondo spirituale.

Intuizione diretta

Massimo Scaligero in piú occasioni affermò ai suoi discepoli che l’errore dell’uomo è di voler ricordare quello che ha già fatto ed applicarlo all’esperienza del proprio presente. Invece l’esperienza presente dell’umano richiede il contenuto interiore che la riguarda. Solo allora diventa una forza vivente, il contenuto vivo di qualsiasi evento si verifichi. Qualunque evento sociale non può evolvere se non si verifica un tale atto di coraggio. Scaligero esortò a quest’atto di coraggio, avvertendo che tutte le soluzioni che in quel periodo venivano proposte, sarebbero state fallimenti terribili se si fosse attinto alla riserva dell’ideologia o della morale a cui ogni uomo era legato. Egli insisteva sulla necessità di una intuizione diretta in ciò che doveva essere fatto!

Stato come sintesi

Nell’insegnamento di quel venerabile Maestro, che verso la fine del Millennio fu presente a Roma, si aggiungevano altri contenuti chiarificatori di straordinaria importanza: pensieri che solo piú tardi arrivarono a maturazione e senza i quali le grandi trasformazioni non sarebbero mai avvenute. Sembra ancora di sentire la sua voce esortare i suoi discepoli a non pretendere la trasformazione dalle folle, ma da loro stessi! Perché all’attuazione della Tripartizione si sarebbe verificato – come in effetti è accaduto in seguito – che lo Stato avrebbe rappresentato la sintesi, l’insieme, il gruppo degli individui scelti via via attraverso l’organismo spirituale, e divenuti esseri altamente spirituali. Egli aggiungeva poi che questo aspetto della Tripartizione non era stato esplicitato da Rudolf Steiner, ma era pur presente e sottinteso nella sua opera. Noi storici possiamo permetterci di aggiungere che la mancata esplicitazione diretta di tali contenuti (Tripartizione e Stato) protesse in un certo senso l’opera sociale di Rudolf Steiner da accuse infamanti e deformazioni ideologiche per tutto il Novecento.

Un chiarimento importantissimo

Nei suoi incontri con i discepoli, soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita, Scaligero tornò lungamente a chiarire la relazione fra Tripartizione e Stato. Egli spiegava che quando funziona lo Stato spiritualizzato, avviene una selezione tale per cui alcuni esseri sono scelti a rappresentare lo Stato di fronte ai tre organismi: quello spirituale, quello giuridico e quello economico. E quindi, diceva, quanto piú c’è potenza interiore in questo Stato, tanto piú l’autonomia degli organismi è garantita!
Che questa spiegazione avesse una radice nello spirito vivente e non nelle ideologie veniva confermato dal pensiero del Maestro, che precisava come la stessa cosa avvenga per l’Io: perché l’Io è colui che non deve intervenire nel pensare, non deve intervenire nel sentire né nel volere. Non si deve identificare con nessuna di queste tre attività per poter essere l’Io. E proseguiva dicendo che il giorno in cui la Tripartizione fosse stata realizzata, si sarebbero formate le vere gerarchie. Mentre nella sua epoca poteva essere percepito lo Stato come organismo astratto (persino quello concepito da Hegel era comunque astratto), al momento della reale applicazione della Tripartizione sarebbe stato possibile vedere, al vertice gerarchico dello Stato, l’Imperatore dei Rosacroce! Infatti, in uno Stato governato attraverso il sistema tripartito, a colui che ha maggiore potere spirituale viene affidata la direzione dell’intera vita sociale: quella spirituale, quella economica e quella giuridica. Scaligero, preconizzando un lungo cammino da percorrere prima di un tale raggiungimento, lo definiva “il cammino del Cristo” e prevedeva che esso sarebbe comunque avvenuto, malgrado la possibile non consapevolezza degli uomini.

Salvino Ruoli