Mail da Furbonia

Dedicato a C.S. Lewis

Carissimo zio Malacoda,

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via email, capitatami accidentalmente tra le mani, che il giovane diavolo Giunior Dabliu Berlicche, studente iscritto alla perversamente prestigiosa Furbonia University, invia a suo zio Malacoda all’indirizzo elettronico Malacoda@redimendi.pur.

Andrea di Furia

Premessa

è stato un delirio dei sensi astrali. Tutor e colleghi si univano a me in una coreografia scomposta al suono di un devastante strepitío infernal-tribale, promosso dalla solita Vermilingua, che vedeva un depresso Ciriatto come primo tamburo (al posto del solito recalcitrante e guizzante Ruttartiglio, prudentemente scomparso per un corridoio astrale limitrofo) su cui far risuonare stecche e mazzate ad libitum. E tuttavia, stranamente, ero distratto, come sopra pensiero. Mi tornava lampeggiando a tratti, ma con insistenza, la soddisfazione ferina di Sua Avversione cosmica nell’elencare sulla punta delle sue flèbili cornine, e in ordine decrescente di importanza, i cosiddetti futuri megainvestitori che realizzeranno la sua famigerata strategia usuraria legalizzata: fondo monetario internazionale, colossali banche d’affari, fondi pensione, Stati sovrani (sic!), fondi comuni, banche generaliste, e solo per ultimi i magnati privati. I quali tuttavia (e qui mi accodo a Vermilingua che si stava dando un gran da fare con Ciriatto) devono essere sempre i primi e odiatissimi parafulmini da dare in pasto alla frustratissima e scornata opinione pubblica... per continuare a mantenerla nella beata ignoranza. Insomma, la strategia la conosco bene, e so perfettamente che oltre al taroccamento inevitabile dei bilanci, reso legittimo dalle norme “sulla trasparenza degli scambi” a tutela (ri-sic!) del piccolo azionista baluba, va attivata la ridda infernale delle acquisizioni e delle fusioni, sia integrative e coerenti rispetto al core business, sia additive e incongruenti (tanto tutto fa brodo... come asseriva uno dei cavernicoli lombardi, quelli ossessionati nei caroselli mediatici ispirati alla tribú di Vermilingua). Non parliamo poi del poderoso effetto lifting sul corso delle azioni di vecchia emissione che si può ottenere col semplice annuncio di qualche centinaia, migliaia e decine di migliaia di licenziamenti in tronco (con, in aggiunta, il notevole vantaggio di ritrovarsi un bilancio piú light e meno colesteròlico). D’accordo, zio, non c’è solo questo. Come faceva notare giustamente Ruttartiglio (mentre sbucando inaspettato da una altro corridoio astrale si univa a me nel vigoroso e rilassante pestaggio di quel satanasso di Ciriatto), possiamo anche creare e disfare simpatiche matriosche d’imprese che controllano catene piramidali d’imprese irresponsabili. Cosí per impadronirsi di un gruppo da migliaia di miliardi di unità di denaro corrente, basterà possedere il 15/20% di una di esse e blindarlo in una micro-società, posseduta al 100%, in cima alla piramide societaria. In mille svariati modi si hanno cosí le mani libere dai micro-azionisti baluba... ma si è sempre in regola con il tenebroso comandamento dettato dai codici: ossia che qualsiasi impresa esiste esclusivamente per “massimizzare il valore dell’azione nel breve termine per l’azionista” (pardon, zio, per il mega-investitore, visto che per necessaria conseguenza e convenienza il micro-azionista viene sempre sportivamente buggerato!). Ma tutto ciò, e noi della Furbonia University lo sappiamo bene, è sempre e solo un modificare la disposizione delle suppellettili nella caverna... il loro numero non cresce né diminuisce, nello spostamento! O, se preferisci zio, è il solito paradosso stantío della “coperta corta”: piú ti copri le corna, piú scopri la coda... e viceversa. Fiamme dell’Inferno, zio, le regole mica le abbiamo fatte noi! Noi abbiamo solo dato un contributino, come ben sai, assieme ai colleghi della Fanatic University. Altrimenti il mondo sarebbe di certo piú semplice, lineare, razionale e comprensibile... come ha sempre ribadito nonno Berlicche, nel caso avessero affidato a lui e non a quel dilettante allo sbaraglio del Demiurgo, l’appalto per la progettazione di quell’insulso pianetino terracqueo. Infatti, drogato come è dalle attese innaturali di una crescita senza fine del valore dell’azione, il nostro succulento olocausto non si accorgerà affatto, nei primi tempi, che dove c’è un piú c’è sempre un meno. Ma in séguito? Ho il forte dubbio, dopo una certa dose di reiterazioni e dopo l’inevitabile eccesso di zelo canino dei soliti grintosissimi financial pitbull sul libro paga animico di Sua Falsità urticante, che sia inevitabile accorgersene... per le nostre leccorníe animiche. Magari sull’onda di qualche simpaticissimo scandaletto che frusta contropelo il mare magnum dei quèruli azionisti baluba i quali, avendo investito ad esempio 1.000 unità di danaro corrente appena poco tempo prima, si lamenteranno pochissimo tempo dopo al ritrovarsene in tasca, sopravvissute, solo 33! Considera questo, zio: le profezie ufficiali dei nostri tutor affermano che ci sarà un lungo periodo di vacche grasse finanziarie all’incrocio tra il secondo e il terzo millennio. Ad esempio nei due lustri finali del secondo millennio (approfittando di spirali positive di “rumors” auto-validanti se stessi e profeticamente auto-avverantesi, perché fatti circolare ad hoc per infinocchiare quei beccaccioni dei piccoli azionisti baluba) avremo imprese che si eterodiversificheranno, acquisendo appunto società che non hanno nulla a che fare col proprio core business. Una in particolare, nata piú di un secolo prima nell’area della mia crociata medievale preferita, passerà da alcune decine di società a 325, di cui ben 249 internazionali, in 36 paesi diversi. Il valore della singola azione per l’azionista all’inizio del terzo millennio si gonfierà a dismisura e varrà 150 unità di danaro corrente. Un ottimo esempio di perfetta “massimizzazione del valore dell’azione nel breve termine per gli azionisti”... ci sottolineava in aula Sua Aridità insondabile. «Un grande successo di cui essere fieri da parte di tutte le Business School...» ha mugolato a un certo punto, àfono, Ciriatto. Nonostante le mazzate, zio, aveva ancora una magnifica cera! Peccato che dalle mie controindagini profetiche abusive risultano essere operative (accidenti alle regole bipartisan del gioco!) pure le spirali negative di “rumors” e cosí si verificherà qualche intoppo di troppo alla gioiosa macchina da guerra finanziaria messa a punto da Sua Perversione mefítica. Appena mezzo lustro dopo (dícasi due anni e mezzo, tempo terrestre) quella stessa singola azione (da 150) varrà appena 24,85 unità di danaro corrente. Chi avrà fiduciosamente investito 1.000 unità di danaro corrente se ne ritroverà, superstiti in tasca, appena 170. Sublime, zio! Un’abissale distruzione accelerata del valore dell’azione pari all’83%. Tiè! Una repentina e colossale “minimizzazione del valore dell'azione per l’azionista nel brevissimo termine”, drammaticamente spettacolare. Hack! Ho pre-visto che per altri investitori baluba andrà persino peggio. Vedranno un’azienda da 20 miliardi di unità di denaro corrente, su cui avevano puntato speranzosi i loro risparmi di una vita (naturalmente sul consiglio spassionato della loro banca di fiducia) scendere a -1, dícasi meno uno, zio: uno di quei casi evidenti in cui il nominalismo imperante a nostro vantaggio mostra, purtroppo, tutti i suoi limiti rispetto ad un sano realismo! Certo, come mi ha sottolineato Farfarello mentre con perfetto gioco di squadra si inseriva finemente tra le atletiche attenzioni che stavamo rivolgendo in gruppo all’odiato Ciriatto, i mega-azionisti investitori (perché si è sempre fatto cosí, perché lo fanno tutti, perché il sistema è sí imperfetto, ma è l’unico possibile ecc.) saranno sempre tutelati: dalle anticipazioni illegali, dalle fughe di notizie pilotate, dalle leggi ad hoc per renderli intoccabili, dai politici bipartisan nell’essere conniventi o perché debbono restituire favori, dai giudici e dai controllori compiacenti, dai cosiddetti poteri forti, dall’uso dei media... propedeutico alla perdizione dei milioni di micro-azionisti baluba su cui scaricare allegramente l’inevitabile disastro. Sí! Sí! Sí! Se vogliamo che il gioco riesca e duri il piú possibile, gli investitori istituzionali, gli Stati azionisti e le loro istituzioni, nell’ordine, debbono sempre restare indenni. Tanto in quella negativa, quanto piú lo sono in fase positiva. Quanto ai magnati privati, dipende dalle situazioni e dalle location: sono o non sono il fumo negli occhi preferito dalla tribú di Vermilingua per l’opinione pubblica? Massacriamoli dunque! E poi (ha concluso il possente Ringhiotenebroso, effettuando una spettacolare torsione ad “S” delle corna di Ciriatto) solamente in questo modo si possono scaricare impunemente tutti i devastanti costi della spirale negativa. Ovviamente in primis sul mare nostrum dei milioni di piccoli e fiduciosi pinocchietti azionisti, sempre pronti a bersi la storia dell’albero degli zecchini d’oro se raccontata da quei funzionari “volpini” della propria banca o da quei “gattoni” dei promotori finanziari. Ovviamente in secundis, di rimbalzo, sulle narcotizzate e sognanti comunità mondiali. Ne convengo, zio,il sistema finanziario mondiale sembra un meccanismo oliato a regola d’arte. Ma è dunque mai possibile che l’impegno dei nostri cornutissimi cugini della Fanatic University nel sostenere che “la Borsa Valori serve a trovare capitali freschi per dare liquidità alle imprese” sarà a tal punto perfetto che le nostre bramate vittime non giungeranno mai a constatare come questa attività sia decisamente marginale... e come viceversa la funzione preminente di qualsiasi Borsa Valori sia piuttosto quella di assicurare tale liquidità esclusivamente ai mega-possessori dei titoli azionari, perché perpètrino ad libitum i loro giochini socialmente devastanti? Meno male che tra i mega-azionisti che contano e che sono da sempre legati a filo doppio nella speculazione usuraria legalizzata, ci sono i miei grintosissimi Stati unitari “democratici”. Quanto mi piace, zio, l’uso pervertito di questa parola: democrazia! Sempre alla faccia del mitico “libero cittadino” (in realtà suddito-schiavo finché impediremo l’affermarsi dei princípi della Tripartizione dell’organismo sociale, per il cui esclusivo benessere tutti i nostri ingrifati politici affermano di muoversi e di commuoversi! E non sarà diabolically incorrect far proliferare virulentemente e a livello globale il paradosso sociale dello Stato unitario “democratico” che in ogni situazione continua a prendere per il naso i sudditi-schiavi, affidando ogni controllo che proprio non si può fare a meno di evitare... alle stesse istituzioni o persone che dovrebbero essere controllate da terzi indipendenti?! Lassú, al Luna Park di Tontolàndia, le nostre prelibatezze animiche riescono persino a far pensare seriamente che possano esistere terzi indipendenti nello Stato unitario onnipervasivo! Non fanno tenerezza anche a te, zio? E in ultimo... possibile che quegli esserini di cui siamo i Malèfici pastori non finiranno per accorgersi che mirando alla speculazione “nel breve termine” il valore delle azioni deve di necessità diventare inconsistente ed astratto? Ossia dovrà inevitabilmente essere dissociato dal valore degli attivi tangibili (immobili, macchinari ecc.) e intangibili (brevetti, marchio, qualità, ricerca e sviluppo, formazione, reputazione sociale ecc.) dell’impresa? I nostri tutor prevedono addirittura che in un preciso lustro appena precedente la fine del secondo millennio, tempo terrestre, la maggiore Borsa valori mondiale finanzierà solo l’1% del fabbisogno di liquidità delle imprese mediante l’emissione di nuove azioni sul mercato primario (dícasi l’uno per cento del fabbisogno di liquidità di tutte le imprese quotate!). Nello stesso periodo, grazie al 99% di giochini finanziari sul mercato secondario dei titoli di vecchia emissione (con abbellimento bilanci, pluri-acquisizioni, voci false e tendenziose di futuri conseguimenti, macro-licenziamenti ecc.), in presenza di virulente spirali positive di “rumors” pilotati ad hoc, il valore dell’azione posseduta in capo ai mega-azionisti aumenterà di oltre la metà... senza oneri e senza dover distribuire dividendi ai soliti poveri micro-azionisti gabbati! Tu stesso, zio, mi hai sempre sottolineato che sono le quantità del possesso che contano, non le quantità dei possessori... d’accordo. Ma è dunque plausibile che quelle vittimucce tenerelle, pur cosí attente alle futilità pazzesche dei reality show della tribú di Vermilingua, non si avvedranno del pericolo che il capitale, divenuto astratto, s’amministri concretamente da sé... a loro inevitabile scorno? Bah, se questo è vero zio, che gusto abbiamo a pervertirli attraverso la leva finanziaria? Dimmi, perché abbiamo bisogno di frequentare un durissimo e fetentissimo master in damnatio administration quando tutto ciò è in sostanza possibile materia di studio a livello di asilo infernale sub-sensibile? Meno male che grazie alla politica in Estremo Occidente ed alla religione in Estremo Oriente risolviamo tutte queste banalità finanziarie, di cui un pochino mi vergogno. (Che dici, zio, è forse per questa mia esternazione ad alta voce che ho attirato su di me l’odio sordo e malèvolo di Sua Pedanteria mefistofèlica?) In conclusione... forse nel colloquio gli ho detto proprio quello che non voleva sentirsi dire, e non ho fatto proprio quello che voleva che facessi a tutti i costi. Ebbene, voleva bocciarmi seduta stante! Allora ne ho parlato con Draghignazzo e con alcuni suoi colleghi della nostra tribale famiglia. Lí dove sei, zio, possibile che non senti tutto il peso della nostalgia di Rubicante, Alichino, Scarmiglione e Calcabrina? Osservata anche dal loro punto di vista la situazione in cui mi ha cacciato Sua Sgradevolezza corrosiva, non mi è rimasta altra alternativa che sottoporre il mio caso al Gran Giury universitario dei tutor. Come ben sai, è rarissimo che si interpelli quest’organo collegiale, in quanto i docenti, tutt’insieme, divengono oggetto di una malèfica e divoratrice coscienza superiore, e questo li rende nervosi e guardinghi. Per l’occasione ci saranno tutti, anche i tuoi vecchi sottoposti ancora in servizio nel pattuglione di Malebranche, quando al massimo del tuo furore parassitario eri il capo-guardia della quinta bolgia infernale. Sí, zio, ci saranno pure Cagnazzo, Barbariccia, Libicocco e Graffiacane. Certo è davvero emozionante una caotica riunione della nostra tribale famiglia, eppure il solo vedere come reagiva la mia nèmesi didattica è stato perversamente impagabile. Come gli fumavano le orecchie e le narici belluine, come sbatteva epiletticamente gli zoccoli contorti l’uno contro l’altro, come faceva schioccare nervoso, qua e là, la sua goffa e pesante codona biforcuta! E immagina zio quel suo sgraziato palchetto di cornine rachitiche, quanto era indecorosamente pendulo! Ebbene, in attesa del rituale giudizio del satanico collegio... sghignazzo e ti saluto.
Il tuo tremendissimo nipote

Giunior Dabliu