Spigolature dalla stampa

«Siamo nel 2022, è il 19 settembre. Il mio sguardo ruota lentamente intorno ad una tavola spoglia, di solido noce. Si posa su ogni cavaliere. Hanno cipiglio fermo, ma una luce brilla negli occhi di tutti e ne rivela il segreto di un sogno. I tamburi martellano un giro in cinque colpi – tum-tum, tum-tum-tum – lo fanno ormai da ore. Il battito sale dalla corte del castello, entra dalle finestre della torre ed invade la stanza. Ci avvolge e conduce alla nostra missione. Che adesso quell’uomo finalmente pronuncia: “Al Graal, che ci attende!” e solleva il calice».
Esordisce cosí Vito Di Bari su «Il Sole 24 ore» del 19 settembre 2005 (e non 2022) per presentare con piglio brillante il recente rilascio del brevetto a un ricercatore, Thomas Dawson, e ne illustra sinteticamente le caratteristiche che in uno scenario fantascientifico assai prossimo potrebbero riguardarci: «Detto in parole molto povere, la tecnologia innovativa brevettata da Dawson realizza una trasmissione di informazioni sensoriali al cervello, utilizzando impulsi ultrasonici di opportuna frequenza e diretti verso aree specifiche della corteccia cerebrale. In pratica, sparerà onde ad ultrasuoni nel cervello per creare l’illusione di esperienze reali. Ma senza passare attraverso i sensi, scavalcandoli».
Ecco l’inciucio. Con la promessa miracolistica di ridare la vista ai ciechi e l’udito ai sordi, la scienza si gonfia il petto con l’avvento prossimo venturo di sorprendenti progressi tecnologici.
È vero che i nostri sensi piú comuni si stanno affievolendo: i disturbi della vista e dell’udito si stanno diffondendo a macchia d’olio e compaiono sempre piú precocemente; olfatto e gusto si stanno ottundendo e il tatto viene sempre meno esercitato. Ma l’attacco ai sensi si estende ben oltre i sensi comuni: ne sono coinvolti anche il senso della vita, del movimento, dell’equilibrio e soprattutto il senso del calore, infiacchiti dall’imperante tecnologia del freddo che si è insinuata nelle nostre abitudini alimentari e dall’uso-abuso di farmaci antipiretici.
È altresí vero che tutto l’arco sensoriale è destinato ad un’ulteriore evoluzione, che si accompagnerà ad un’emersione dei fattori istintuali verso la luce della coscienza; ma tale evoluzione può decadere, con l’utilizzo abnorme delle tecnologie (elettromagnetismo, ultrasuoni, nucleare), verso il regno della subnatura. Ci ammonisce cosí il Dottore nel suo ultimo scritto: «L’uomo deve trovare l’energia, la forza conoscitiva interiore, per non essere sopraffatto da Arimane nella civiltà tecnica. La subnatura deve venir capita come tale. Potrà venir capita solo se l’uomo, nella conoscenza spirituale, salirà alla natura superiore extraterrena per lo meno altrettanto quanto con la tecnica è disceso nella subnatura».
Emerge allora in me il ricordo dell’esperienza narrata da Jacques Lusseyran, diventato cieco all’età di otto anni, nel suo libro Lo sguardo diverso: «Dio non crea mai per noi delle situazioni nuove senza darci nello stesso tempo delle nuove armi per fronteggiarle. Sono grato alla cecità di avermi impedito di dimenticarmene. ...La cecità ha mutato il mio sguardo, non l’ha spento. ...Io credo che tutti i sensi si riuniscano in un solo senso, sono le fasi successive di un’unica percezione, e questa percezione è sempre quella di un contatto». Un contatto che è una diversa forma di attenzione, di risveglio della coscienza che, attraverso il suo affinarsi, sonda i campi nuovi del senso immaginativo, ispirativo, intuitivo.

Angelo Fierro