- Non
si può comprendere veramente l’uomo, se non mettendolo
in rapporto con tutto il sistema planetario solare, cioè
con l’ambiente cosmico nel quale egli vive. Difatti l’ambiente
appartiene in modo integrale all’essere che ne trae le
condizioni di vita, non meno che il genere da cui deriva e
gli arti che costituiscono la sua natura. Se noi potessimo
interrogare un sacerdote shintoista sul piú
profondo mistero della sua religione, egli ci
risponderebbe: «Non esiste una cosmogenesi, ma soltanto
una antropogenesi», in altre parole: Dio non ha creato il
mondo, ma soltanto l’uomo. Perciò conoscere il cosmo
significa conoscere l’uomo.
- Alla
grande verità dei Misteri delfici: «Conosci te stesso e
conoscerai il mondo», fa riscontro un’altra grande
verità che la completa: «Conosci il mondo e conoscerai
te stesso».
- Il
mondo è l’uomo. Questi studi vogliono servire in tal
senso alla conoscenza dell’uomo. Appena si comincia a
studiare la grande evoluzione planetaria come appare alla
luce della Scienza dello Spirito, si resta colpiti dal
fatto che essa procede secondo un ritmo numerico che
costantemente si ripete, dando tuttavia vita ed origine,
ad ogni ripetizione, a qualche cosa di completamente
diverso. Il mondo dei suoni ci può offrire un esempio. La
scala musicale è costituita da sette note fondamentali
che costantemente si susseguono in modo che l’ottava è
sempre la ripetizione della prima. Ma anche qui, l’ottava
pur essendo niente altro che la trasposizione della prima,
contiene in sé un elemento proprio e distintivo, cioè
nuovo.
- Secondo
la grande scoperta di Mendeleyeff, la stessa legge sta a
base degli elementi chimici. Anche questi possono essere
messi in scala, dall’idrogeno all’uranio, sulla quale,
dopo un certo numero di gradi fisso e determinato,
ricompaiono le stesse qualità chimiche. Cosí possiamo
dire che l’argento è l’ottava del mercurio e l’oro
l’ottava del rame. Questa legge ha permesso a
Mendeleyeff di caratterizzare alcuni elementi assai prima
della loro scoperta.
- Un’evoluzione
che procede in modo che un gruppo fondamentale di elementi
in rapporto graduale tra di loro si ripete successivamente
piú e piú volte, viene chiamata dalla scienza “evoluzione
ciclica”.
- In
molti campi della sua ricerca, per esempio in quello
atomico, la scienza si trova in presenza di evoluzioni
cicliche, ma essa di necessità ignora, perché la sua
osservazione non può abbracciare estensioni vaste di
spazio e di tempo, che anche i pianeti nel loro divenire
cosmico seguono la grande legge delle ripetizioni
cicliche. L’evoluzione planetaria, svolgendosi nello
spazio e fuori dallo spazio, nel tempo e fuori dal tempo,
nel sensibile e nel soprasensibile, può essere compresa e
descritta soltanto dalla Scienza dello Spirito che si vale
della investigazione soprasensibile. Perciò la Scienza
dello Spirito può abbracciare l’evoluzione planetaria
nel suo grande complesso di cicli.
- A base
di ogni evoluzione ciclica stanno dei rapporti numerici
semplici. Ciò vale anche per l’evoluzione dei corpi
cosmici. Dice Rudolf Steiner: «Questa evoluzione (cioè l’evoluzione
del mondo) si svolge in modo assoluto secondo rapporti
numerici ben determinati» [L’Apocalisse, X].
- Questi
due fatti, la ripetizione ciclica degli stessi elementi
fondamentali e il loro rapporto numerico fisso, permettono
di rappresentare l’evoluzione planetaria con schemi
rigidi. Anche qui ci gioveremo di questa forma schematica
di rappresentazione per aiutare la nostra comprensione
intellettuale e il rattenimento della nostra memoria. A
questo proposito, però, è assolutamente necessario
tenere presente un avvertimento importantissimo di Rudolf
Steiner. Egli dice nell’Apocalisse che il fatto
di rappresentare con schemi fissi avvenimenti e processi
dell’ordinamento occulto è una necessità per l’uomo
odierno dotato di pensiero intellettuale, allo stesso modo
che è una necessità per i muratori di costruirsi un’impalcatura
esterna prima di dar opera all’erezione di un edificio.
Quando però l’edificio è costruito, l’armatura
esterna diventa superflua e viene tolta. Similmente è
necessario lasciar cadere l’impalcatura intellettuale
del pensiero e i suoi schemi rigidi, non appena l’anima
riesce a farsi immagini vive e mobili della realtà.
- Da
questo avvertimento di Rudolf Steiner, che non dovrà mai
essere trascurato da chi aspira alla vera comprensione dei
fatti soprasensibili, risulta che le rappresentazioni
schematiche che di necessità noi dobbiamo farci dell’evoluzione
planetaria, non corrispondono in alcun modo alla realtà
spirituale obiettiva. Esse sono soltanto il nostro modo
umano di avvicinarci con il pensiero a quella realtà. Una
volta raggiunta, la realtà spirituale fa crollare l’apporto
della comprensione intellettuale e lo sostituisce con l’immagine
vivente della fantasia creativa.
- Nella
grande opera cosmogonica di Rudolf Steiner La Scienza
Occulta non ci sono schemi intellettuali, perché essa
si rivolge alla comprensione vivente. Ivi la trattazione
severamente scientifica della materia viene vivificata da
una potente fantasia artistica. Cosí, per esempio, la
descrizione di Saturno ci fa apparire questo pianeta come
un monumento cosmico a cui lavorino dall’esterno
architetti o scultori divini, quella del Sole fa
riecheggiare la musica delle sfere e quella della Luna è
come un vasto affresco multicolore. Nel seguito dell’opera,
quando viene descritta l’evoluzione dell’uomo sulla
Terra, l’arte dell’autore diventa poesia, perché su
questo pianeta la Parola cosmica creatrice si è fatta
carne e risuona dall’interiorità umana. Ma è appunto
questo poderoso contenuto artistico dell’opera
cosmogonica principale di Rudolf Steiner che ne rende
cosí difficile la comprensione intellettuale.
- In
questo nostro studio aiuteremo la nostra comprensione con
degli schemi, e faremo questo soltanto perché siamo ben
consci che noi non siamo ancora nella realtà spirituale,
ma siamo appena in cammino per raggiungerla, lontani da
essa come lo studente ginnasiale che faticosamente
scandisce i versi greci e latini è lontano da Omero e da
Virgilio. Non ci manca però nemmeno la speranza che
almeno alcune impalcature e travature del tutto esteriori
del nostro pensiero materiale, cadranno da sé quando ci
saremo sufficientemente addentrati nella materia che
intendiamo svolgere mediante questo nostro studio. Esso
vuol essere soltanto un aiuto per comprendere nelle sue
grandi linee la cosmogonia antroposofica. Il suo contenuto
sta in rapporto con le opere di Rudolf Steiner come la
prosa elementare sta in rapporto con i grandi poemi dell’umanità.
- L’ambiente
cosmico dell’uomo è dato dal sistema planetario solare.
La parola “sistema” ci dice già che si tratta di un
complesso organismo di corpi celesti retto dalle stesse
leggi fondamentali. Al centro del sistema, come sua base,
è posta una stella fissa, il Sole. Intorno al Sole, su
orbite ellittiche, girano due ordini di pianeti, il primo
ordine in una direzione, il secondo ordine in direzione
retrograda rispetto al primo. La Terra appartiene al primo
ordine e dà origine ad un’altra distinzione. I pianeti
che girano tra la Terra e il Sole, si dicono interni. Essi
sono Venere e Mercurio. Gli altri: Marte, Giove, Saturno,
si dicono esterni. Al secondo ordine di pianeti
apparteneva anche un corpo celeste che in un determinato
momento della sua evoluzione è andato in frantumi e i cui
resti sono rappresentati oggi dai cosiddetti pianetini.
Nelle fredde lontananze cosmiche, dove secondo la scienza
giungono a malapena la luce e il calore del Sole, si
trovano i cosiddetti pianeti retrogradi. La scienza ne
conosce oggi tre: Urano, Nettuno e Plutone, ma sospetta l’esistenza
di altri. Fanno parte inoltre del sistema i cosiddetti
satelliti, o lune, che sono quei corpi celesti che ruotano
intorno ai pianeti. Cosí la nostra Terra ha una Luna,
Giove ne ha ben quattro ecc. In questo grande complesso di
corpi celesti appaiono di tanto in tanto degli astri
estravaganti, le comete.
- l
sistema, per quanto complesso possa apparire, rappresenta
una sola unità cosmica. Questo fatto è convalidato tanto
dall’origine che la scienza attribuisce al sistema,
quanto dalla supposta fine che lo aspetta.
- Secondo
la teoria delle origini alla quale Kant dette i fondamenti
concettuali e Laplace quelli matematici, il Sole, i
pianeti, i satelliti erano una volta tutti uniti e
costituivano un’unica unità cosmica, la nebulosa
primordiale. Poi, dal giuoco reciproco delle forze
centripete e centrifughe, nella massa in rotazione della
nebulosa primordiale avvennero condensazioni e distacchi.
Nacque cosí, poco alla volta, il sistema quale noi oggi
lo conosciamo.
- Nella
teoria di Kant e Laplace si sono insinuati molti
pregiudizi materialistici propri del nostro tempo, ma essa
contiene anche molte verità della tradizione occulta. La
saggezza superiore conservata nelle Logge e nei Misteri
feconda di continuo la civiltà umana, anche se gli uomini
ne siano del tutto ignari. Le grandi scoperte della
scienza, le elevate concezioni dei filosofi che spesso
strappano i veli dell’esistenza, sono sempre ispirate
dai Templi iniziatici. Cosí, secondo quanto ci dice il
Dottore, nella teoria di Kant e Laplace è fluita la
sapienza dei rosacruciani. In questa teoria c’è difatti
un’idea fondamentale e questa idea è di ordine
esoterico: il sistema planetario solare, per quanto
complesso e differenziato si riveli, è una cosa sola.
- Al
principio non ci fu differenziazione e non ci sarà alla
fine. La fine del sistema, o meglio la sua riunificazione
fisica, viene concepita dalla scienza secondo la
cosiddetta teoria dell’equilibrio energetico.
Possiamo illustrare i concetti fondamentali di questa
teoria con un esempio evidente. Immaginiamo che una stufa
sia accesa in una sala. Spostandoci per questa sala,
potremo notare delle sensibili differenze di temperatura.
Vicino alla stufa farà piú caldo che in un angolo
lontano, l’aria a contatto con il pavimento sarà piú
fredda che quella a contatto con il soffitto. La fiamma di
una candela, con le sue oscillazioni, ci rivelerà che l’aria
della sala è in continuo movimento e che essa si muove
dalle zone piú calde a quelle piú fredde. Quanto
maggiore sarà la differenza dei livelli termici, tanto
piú rapido e impetuoso sarà lo spostamento. Finché la
stufa sarà accesa, l’aria continuerà a circolare. Che
cosa avverrà invece quando la stufa si sarà spenta? Il
calore contenuto nella sala si diffonderà gradatamente
per tutto l’ambiente fino a far scomparire ogni
differenza di livello e a stabilire un equilibrio termico
assoluto. Quando questo sarà raggiunto, nulla potrà piú
far muovere l’aria di quella sala, essa sarà inerte,
morta.
- Immaginiamo
questo processo esteso a tutto il nostro cosmo solare e ad
ogni genere di energia. Questo cosmo è ora animato,
perché le sue energie si trovano ancora a differenti
livelli di potenziale ed esse scorrono dal livello piú
alto a quello piú basso portando con sé forza, movimento
e vita. Queste sono però soltanto l’espressione delle
tendenze dell’energia a livellarsi. Seppure in un giorno
inconcepibilmente lontano, il livellamento generale delle
energie cosmiche verrà raggiunto. Allora non ci sarà
piú differenza di calore, non ci sarà nemmeno differenza
negli stati di aggregazione della materia. Non si potrà
piú parlare di stato solido, liquido o gassoso ma di uno
stato solo completamente diverso, a noi oggi sconosciuto,
ugualmente diffuso e disteso nello spazio. Si ritornerà
cosí alla nebulosa. Ma non solo. La nebulosa non toglie
ancora la possibilità di una materia differenziata, se
non nei suoi stadi, almeno nelle sue qualità. Il chimico
teorico ci dice che la differenza tra il rame e il ferro
è determinata dalla diversa carica elettronica dei loro
atomi. Di conseguenza, quando sarà raggiunto il livello
generale ed assoluto delle energie cosmiche, non potrà
esistere piú nemmeno la materia. E non potranno esistere
neppure gli atomi, perché anche la loro esistenza è ora
determinata dalla diversità delle cariche energetiche che
contengono.
- Che
cosa dunque esisterà alla fine del mondo? Il niente
assoluto che sta al di là di ogni possibilità di
comprensione umana. Queste teorie, per quanto fredde e
sconfortanti, hanno pur sempre un fondamento reale, in
quanto portano a considerare il nostro ambiente cosmico
come un mondo unico e concluso. Ciò ci aiuta ad
acquistare il primo concetto fondamentale della visione
esoterica dell’universo. Quando l’astronomia parla del
pianeta Terra si riferisce a quel corpo celeste sul quale
l’umanità dimora e che è uno dei tanti che ruotano
intorno al Sole. Il carattere precipuo del materialismo è
appunto quello di recidere i legami che congiungono l’uomo
con la realtà universale. Per la conoscenza esoterica
invece il concetto di Terra si estende fino ai limiti
estremi del cosmo solare e abbraccia tutti i corpi celesti
che costituiscono il nostro sistema planetario. In questo
senso Terra è tanto il pianeta abitato dall’uomo
fisico, quanto la Luna o il Sole o Saturno. Vedremo in
seguito, quando avremo da occuparci della genesi fisica
del sistema, quali siano i fondamenti esteriori di questa
concezione e quali siano i rapporti che intercorrono tra
il pianeta dell’uomo fisico, cioè la Terra in senso
stretto, e gli altri corpi celesti del sistema. Del resto
si può far subito notare che quando si tratti di un
sistema organico di parti, la realtà è sempre data dall’insieme
concepito come entità unica. Nessuno si pensa di
considerare i meri organi e sistemi che costituiscono il
corpo fisico dell’uomo come enti indipendenti. Presi a
sé, la loro esistenza è inspiegabile. Solo l’insieme
dà la realtà, cioè l’uomo fisico. Allo stesso modo
come il fisiologo considera i vari organi differenziati ai
fini della particolare funzione che esercitano nell’ambito
dell’organismo generale e li comprende alla fine nel
concetto unico di corpo umano, cosí l’occultista, pur
non perdendo di vista la differenziazione organica
funzionale delle parti costitutive, si eleva alla visione
superiore di quello che è l’unica realtà universale
del mondo. Ed a questa realtà egli dà il nome di Terra.
Già l’etimo di questo vocabolo rivela il suo contenuto
cosmico. Nella
parola tedesca “Erde” troviamo questo etimo
nella sua forma primitiva, che appare anche nel sostantivo
latino “ritus” o in quello greco “ritmos”.
Che cosa è veramente il rito, l’azione che il sacerdote
compie davanti all’altare? È il movimento degli astri
nello spazio cosmico, è il ritmo del mondo. Terra
significa dunque rito celeste, ritmo universale. Gli
antichi avevano della Terra un concetto cosmico, che oggi
è ormai andato perduto a causa delle limitative
concezioni materialistiche, ma che la Scienza dello
Spirito è chiamata a ridare in tutta la sua originale
grandezza.
- Ancora
nel Medioevo si aveva una concezione ampia e spirituale
dell’ambiente cosmico umano. In quel tempo non ancor
tanto lontano, la Terra veniva considerata soltanto una
stanza della vasta dimora umana. La realtà completa
veniva rappresentata dalle sette sfere planetarie
progressivamente crescenti. Come appare nella Divina
Commedia di Dante, le sette sfere, ossia i sette pianeti
nell’ordine in cui venivano concepiti allora – che è
spiritualmente giusto – Luna, Mercurio, Venere, Sole,
Marte, Giove, Saturno, costituivano le grandi sedi dei
trapassati. Per la concezione spirituale l’uomo vive
dunque non solo sul pianeta fisico materiale, ma su tutti
i pianeti del sistema solare. Perciò tutto il sistema
costituisce nel suo insieme la grande sfera umana, ossia
la Terra.