- Il modo in cui il cielo fa
affiorare le qualità degli uomini non è sempre identico.
Si definisce eroe l’uomo la cui natura possiede una
vastità senza limiti e i cui pensieri corrispondono alle
idee di giustizia e di grandezza. Si chiama falso eroe l’uomo
la cui intelligenza si permette una libertà illimitata e
riesce a escogitare innumerevoli piani astuti. Per questo le
azioni dei falsi eroi non sono state finora che inganno.
- …La pazienza di non ritirarsi
mai, unita all’aspirazione di non arrendersi nonostante
innumerevoli colpi a vuoto: questa è la volontà dell’eroe.
Se la sua volontà non è ancora giunta alla mèta, egli né
si intimorisce davanti alle massime sofferenze né evita i
massimi ostacoli. Se si vede uno per il quale nessuna
sofferenza è troppo grande, lo si chiama bruto. Se si vede
uno che non evita alcun ostacolo, lo si chiama sconsiderato.
Se per sua sfortuna un eroe non riesce a portare la sua
volontà alla mèta, agli occhi di simili censori egli
rimarrà semplicemente un bruto e uno sconsiderato, Ma non
si può misurare la grandezza di un eroe dal successo o dall’insuccesso
delle sue azioni».
Aoyama Haigen(1)
Da Junyû Kitayama, Lo stile eroico – L’eroismo
in Giappone, Edizioni Sannô-kai, Padova 2002, p. 97.
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(1)Aoyama
Haigen (1807-1871) apparteneva alla scuola Mito, fondata nel 1630
dal granduca Mito Gikô, e dalla cui radice si sviluppò l’eroismo
della modernità in Giappone.
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