Pubblicazioni

Perché mai, si chiederà forse qualcuno, la casa editrice CambiaMenti vorrà aprire una nuova collana, dopo quella de Il Giglio e la Rosa, proprio con questa mirabile fiaba dei fratelli Grimm, che una cara amica, Nina Badile, ha sapientemente tradotto in agili rime incantatrici pensate per bambini dai 3/4 agli 8 anni e tuttavia, proprio per la loro fedeltà alla versione originale, apparse súbito inaspettatamente fruibili anche da parte dei rari adulti che hanno sagacemente conservato la freschezza del cuore e la sensibilità dell’anima della loro ormai lontana infanzia?
La risposta è nascosta proprio nelle figurazioni poetiche della Fiaba, perché il ranocchio è un essere davvero eccezionale!
Come tutti sanno, il ranocchio (ogni ranocchio, non soltanto quello della fiaba) attraversa nella sua vita notevoli trasformazioni, tali da rendere una siffatta vita sotto certi aspetti duplice, e tale è appunto il senso della parola anfibio. In effetti, esso nasce nell’acqua d’uno stagno o d’un fiume come girino e nell’acqua si muove e respira con la naturalezza di un pesce. Poi si trasforma, come ranocchio, in un essere terrestre che si apre ad una nuova vita, prima affatto ignota, ma non perde mai, pur respirando adesso nell’aria, la confidenza spontanea con l’acqua, nella quale continua a nuotare con guizzante agilità. Persino antichi asceti estremo-orientali, nobili Maestri della via del Tao e dello Zen, notarono con stupore come il ranocchio sia capace di rimanere per ore in composta immobilità, come se meditasse, per poi, all’improvviso, saltare via lontano con sciolta elasticità delle membra, e ne additavano tali qualità ai discepoli impegnati nella ricerca interiore. È proprio un essere davvero eccezionale il nostro ranocchio!
Ma il ranocchio della fiaba racchiude, come un segreto, una qualità in piú: sotto l’apparenza di un umile batrace nasconde, come incantata, la realtà di un Principe, il quale soltanto dall’incontro con la Principessa a lui destinata verrà liberato dall’incantamento e restituito alla sua luminosa forma. Difficilmente, oggi, l’essere umano, che il piú delle volte ha tradito sino al completo oblio la celeste angelicità della propria infanzia, sarebbe capace delle trasformazioni e delle abilità di un tranquillo ranocchio di uno stagno qualsiasi, ed ancor meno è capace della miracolosa metamorfosi vissuta dal nostro ranocchio della fiaba in virtú dell’incontro-scontro e dell’azione dirompente della Principessa. Anche se proprio di una tale trasformazione, o magica trasmutazione, egli mostra sempre piú di avere tragicamente bisogno.
I mutamenti urgenti, che con la sua azione la casa editrice CambiaMenti vorrebbe contribuire a suscitare nella vita individuale, culturale e sociale, non riguardano soltanto la mente e la dimensione dell’austero pensiero – pur assolutamente necessaria all’autentico ricercatore spirituale – ma anche il cuore e la sensibilità gioiosa dell’anima, che nell’immagine, nella fantasia artistica, nella fiaba e nel mito, hanno ispirazione e nutrimento. Perciò, dopo la collana Il Giglio e la Rosa, nella quale hanno visto la luce gli Studi Manichei e Catari di Déodat Roché e Il Maestro sconosciuto: Cagliostro di Marc Haven, nasce ora la collana Il Sole e il Calice, nella quale troveranno accoglienza ed espressione le produzioni in poesia e in prosa della facoltà poetica, ossia creatrice in senso originario, dell’anima. Tali opere possono dilatare il respiro ormai asfittico di un’anima generalmente desensibilizzata e narcotizzata per l’assuefazione ad un mondo prosaico e anti-umano.
Anche l’uomo, come il ranocchio della fiaba, può trasformarsi radicalmente e, oltre l’usurante apparire sensibile, far emergere la sua segreta realtà spirituale. Come il ranocchio dello stagno egli può divenire anfibio, e perciò capace di una duplice vita: essere, come il drago ermetico, uomo che cammina poggiando sulla terra e, simultaneamente, angelo che si libra aereo nell’etere celeste. E chissà che tali opere non aiutino tanti “ranocchietti” in nostalgia di metamorfosi, ad incontrare un’angelica Principessa che, come raccontato in altre fiabe, con un bacio d’amore restituisca a ciascuno la sua autentica realtà: quella di un eroico Principe, non piú immemore della sua celeste origine. Perché, credeteci, un vero ranocchio, come un vero uomo, è un essere davvero eccezionale!

Silvano Mirami

Nina Badile, Il Principe Ranocchio, Editrice CambiaMenti www.cambiamenti.com , 20 pagine, € 5,00

 

…Lungo la via additata da Massimo Scaligero, l’uomo comincia a sperimentare l’elemento di luce entro la percezione sensibile, che prima si estingueva nel dato sensibile, liberando il pensiero dal supporto fisico del cervello che lo provvedeva dell’astrattezza necessaria ad avere un’immagine fisica del mondo. Inizia cosí a realizzare un tipo di pensiero immaginativo, la cui sede propria è il mondo eterico, l’àmbito in cui la Luce si manifesta come Vita del Mondo e «la Vita come Luce degli Uomini». Il pensiero, reintegrato alla sua natura luminosa e résosene consapevole, attua la propria libertà, questa volta, come penetrazione del suo essere vitale-eterico entro il mondo sensibile, che viene cosí liberato dall’incantamento materiale e ridiventa significato di Luce. Cosí pure, sul sentiero dell’Iniziazione, il sentire si scioglie dalla pressione delle emozioni e passioni soggettive sostanziate di brama o ripugnanza e si restituisce alla sua natura di pura vocalità, di mantra, cui è propria la esperienza ispirativa. La virtú eterica della Luce promanante dal pensiero puro muove, in tal modo, incontro alla Luce che da ogni punto del Cosmo converge verso l’uomo, ricollocandosi coscientemente nello scenario della sua presenza, che è il mondo.
Il tema fondamentale dell’opera, attorno a cui si ordinano i suoi dodici capitoli, è quello dell’essenza intuitiva del pensare, in cui opera il principio della Luce, che è idea. L’uomo si serve della Luce, con cui guarda il suo riflettersi nella tenebra, che gli appare come mondo oggettivo, ma non la possiede né si accorge che fuori di sé è la Luce, o Lógos, a dominare la tenebra, conferendo significato al mondo delle forme che da questa emergono. La conoscenza, quindi, è un ritrovarsi dell’uomo nel cuore della tenebra, ricongiungendosi alla Luce che su di essa domina. Come il Figlio nasce dalla Vergine, cosí il linguaggio, prolungamento del Verbo di qua dalla soglia umana, nasce dall’Anima del Mondo ed anche nelle sue forme minime è pur sempre una risonanza della Parola cosmica. Molto importante, a tale proposito, è la parte psicologica e cosmologica in cui si stabilisce, in base a premesse metafisiche, il rapporto fra l’uomo e l’Universo, di cui egli è la forma contratta nel corpo, e le funzioni dei suoi organi riguardo all’economia dell’Universo, che è teleologicamente ordinato rispetto a lui. Cosí pure viene trattata la dottrina dei quattro Eteri, del calore, della luce, del suono e della vita, forme a priori della sostanza primordiale nel farsi materia di percezione e di edificazione del mondo. I pensieri, le emozioni e le volizioni dell’uomo risuonano in tutto l’Universo a cui sono omogenei. Pertanto l’opera resurrettiva dell’uomo, che l’A. riassume nei capitoli VII-XII, ha una funzione necessaria e catartica su tutti i piani dell’Essere e in tutte le gerarchie della realtà. La Iniziazione, quindi, cessa di essere un líbito magico e si rivela come necessità morale dell’uomo, che, aggiungiamo noi, è il “Salvatore Salvato” di sé e dell’Universa Realtà.

Pio Filippani Ronconi

Dalla Prefazione al volume di Massimo Scaligero
La Luce – Introduzione all’imaginazione creatrice
Edilibri www.edilibri.it, Roma 2005, 140 pagine, € 16,50.