- Sono
circa diciotto anni che il prof. Otto von Schrön, docente
di Anatomia patologica nell’Università di Napoli,
continua, colla calma paziente e serena dei “sicuri”, le
sue ricerche sperimentali sulla vita nei cristalli e
arrivando a tali straordinari risultati da aprire alla
scienza nuovi e vastissimi campi d’investigazione.
- Bisogna
subito notare che egli non ha cominciato i suoi studi ex
professo sulla materia, ma vi è stato condotto
indirettamente dopo avere osservato il modo di comportarsi
di cristalli che egli ritrovò nei prodotti di secrezione
dei bacteri. Ma prima di esporre le sue deduzioni, rifaremo
il cammino che egli ha percorso per giungervi. Impiegando
dei possenti mezzi microfotografici che gli permettevano di
avere sopra uno schermo l’immagine d’un preparato
ingrandito 400.000 volte, egli ha cominciato col
caratterizzare dei nuovi modi nella generazione dei bacteri.
Per esempio, il caso in cui la spora, dopo che è uscita
fuori dal bacillo che l’ha generata, comincia per un
intimo processo germinale a riempirsi di una quantità di
bacilli isodiametrici e diviene una capsula, e ad un dato
punto la pressione derivante dal loro accumulo endogeno la
fa scoppiare come una granata lanciando ad una certa
distanza i nuovi individui. In un altro caso è tutto un
intero individuo bacilliforme che si distacca da una catena
di bacteri e assume la forma di un otricolo. Il
bacillo-virgola del colera è una fase di otricolo, come
dimostra il prof. Schrön, ed esso, in un certo punto,
continua la sua evoluzione allo stesso modo della spora,
divenendo una capsula, la quale differisce da quella
proveniente da una spora per il fatto che in alcune specie
essa dissemina radialmente i suoi bacilli, invece di
scoppiare a granata.
- Durante
tale periodo di vita attivissima, vengono elaborati speciali
prodotti di secrezione. Il prof. Schrön ne ha differenziati
quattro successivi: 1° un prodotto sieroso limpido; 2° un
prodotto gassoso, che fuoriesce in forma di bolle; 3° una
sostanza albuminoidea finemente granulosa, la quale non
polarizza la luce e non cristallizza; 4° una sostanza
prevalentemente albuminoidea, la quale in uno stato amorfo
già polarizza e poi cristallizza, assumendo forme costanti
a seconda dei bacteri da cui deriva.
- Ora
questi cristalli mostrano fenomeni vitali, e, come il moto
è una delle piú elementari manifestazione della vita, ci
si mostra un moto individuale di essi, non solo, ma anche
una evoluzione strutturale nella materia che li costituisce
e un moto intimo caratteristico sotto forma di onde
vibranti. Poi comincia la prima differenziazione per la
comparsa di elementi rotondeggianti (petroblasti) con due
aspetti di colore bianco e nero, che sono stati distinti col
nome di protolitoplasma e deuterolitoplasma.
- In essi
il moto intimo è, come abbiamo detto, in forma di onde
vibranti nell’interno dapprima, poi attorno, e alla
superficie (onde endocristalline, epicristalline e
pericristalline): ed
è cosí attivo da produrre uno sviluppo di calore che fa
rammollire la gelatina con cui si trova a contatto nel fondo
di coltura. Nei preparati si vedono chiaramente le onde ed
un alone di gelatina fusa attorno.
- Il
cristallo divenuto adulto, dopo una serie di intimi
mutamenti smussa i suoi angoli, perde ogni carattere di
struttura interna, poiché i suoi elementi si fondono in una
massa uniformemente ialina, non dà piú segni di vita:
resta allo stato fossile. Ma questi cristalli non solo hanno
moto, ma anche si riproducono. Per esempio, in un certo
momento si vede mutare la disposizione dei petroblasti che
da parallela si fa normale alla linea mediana del cristallo,
ed è su questa linea che esso si sdoppia e i due nuovi
individui si separano girando attorno al piano assiale
(generazione per divisione). In un altro caso, dei
petroblasti si rendono indipendenti e sviluppandosi si
volgono all’esterno sollevando le onde attorno al
cristallo e quindi se ne separano (generazione per
gemmazione). In un terzo caso nel cristallo, per
differenziazione dei petroblasti, si forma un nuovo
cristallino, il quale viene alla superficie del cristallo
madre, esce e se ne allontana con un doppio moto propulsivo
e rotativo (generazione per endogenia con emigrazione). I
cristalli avrebbero anche una loro patologia: per esempio,
per un arresto di sviluppo la generazione per divisione di
un cristallo può essere sospesa, ed il cristallo diviene
adulto restando biforcato: possono prodursi dei casi di
torsione, di erosione, di rammollimento, di piegamento ecc.
Persino casi di albinismo: nei cristalli del bacterium
coli, che assumono una colorazione nera per uno speciale
pigmento endogeno (metamorfosi cromatica autoctona), questa
può mancare e i cristalli allora restano bianchi.
- Ma non
finiscono qui le manifestazioni di vita, poiché abbiamo
anche dei fenomeni che potrebbero dirsi sociali, per esempio
la lotta per l’esistenza. Due cristalli durante il loro
accrescimento vengono ad
incontrarsi: uno di essi finirà coll’assorbire l’altro,
che viene distrutto lentamente: in questo ricompariscono le
onde vibranti per un certo tempo, ma poi finisce col
dissolversi. Però i cristalli di colonie provenienti da una
stessa spora, anche incontrandosi, non ledono mai la
rispettiva individualità!
- Vi sono
stati molti che, udendo parlare di manifestazioni vitali nei
cristalli, hanno inteso che con tale espressione si
affermasse in essi una vera vita organica. Ora mi sembra che
questa sia una pretesa esagerata, poiché biologicamente la
vita minerale non potrebbe che essere collocata in grado
inferiore alle piú basse forme cellulari; e la sua
attività potrebbe dirsi vitale non appena cesserebbe di
essere spiegabile con fatti fisici, chimici, semplici;
perciò non restava al prof. von Schrön che estendere le
sue ricerche ad altri cristalli organici ed anorganici, ed
ha fatto ciò giungendo, per una via puramente sperimentale,
a risultati quali egli stesso non avrebbe potuto né sperare
né prevedere.
- La prima
sostanza studiata fu l’acido urico. Nel rombo genuino
formatosi entro la nube urica si ha un primo
differenziamento in protolitoplasma e deuterolitoplasma, la
formazione dei petroblasti, la chiusura mediante una
membrana petroplasmatica. Indi la limitazione di territori
cristallini data da fili di petroplasma derivanti dalla
membrana, che trasformano ogni territorio in uno spazio
cristallino (rombo). Cosí dal rombo genuino e sopra di esso
sorgono tanti piccoli rombi secondari disorientati, i quali
dànno luogo ad una montagna cristallina di volume
relativamente enorme. Queste ultime possono avere un
disgregamento superficiale oppure scoppiare per la pressione
endogena dovuta alla ipertensione cristallina germinale, e i
cristalli che la formavano vengono lanciati a distanza.
- Non meno
feconda di risultati è stata l’osservazione della
cristallogenesi dei sali. Un primo fatto accertato si è
che, mentre molti chimici asserivano non esservi delle vere
soluzioni, ma soltanto delle sospensioni minutissime di
sali, il prof. Schrön ha dimostrato con i massimi
ingrandimenti che si ha perfetta omogeneità in una
soluzione satura di sali in goccia pendente chiusa. Ad un
certo punto si manifesta una forza differenziatrice che
origina il plasma con primitivo aspetto granulare. E qui
cade in proposito il fare alcune osservazioni. La
generazione spontanea era stata combattuta dalla scienza
sperimentale essendosi riconosciuto che i mezzi con cui la
si affermava erano in parte insufficienti e in parte erronei(1).
Ma l’antica dottrina del Redi “omne vivum ex ovo”
come il piú recente dogma enunciato dal Virchow: “omnis
cellula ex cellula” diminuiscono di valore e di
estensione dinanzi alla considerazione di questo processo
cosí, filogeneticamente parlando, primitivo, giacché ci
permette di risalire alla prima formazione capace di
organizzarsi: il plasma, con le sue originarie
differenziazioni, sulle quali torneremo piú tardi. Intanto
potremo affermare che come già da tempo si erano abbattute
le barriere che separavano il regno animale dal vegetale,
ora sono abbattute quelle che sembravano insormontabili alla
scienza sperimentale, e che separavano il mondo organico
dall’inorganico. Giacché non c’è forma nell’universo
che non sorga per un processo organico, per un processo di
vita, ed è il plasma che forma la base biologica dei tre
regni della natura, giacché ovunque si genera qualche cosa,
agisce un plasma.
- Dopo il
primitivo aspetto granulare, di cui abbiamo parlato nella
soluzione cristallina, il primo differenziamento che appare
è una rete plasmatica e quindi dei petroblasti col duplice
aspetto di protolitoplasma e deuterolitoplasma. Quivi,
secondo lo Schrön, si manifesta chiaramente la vita,
giacché si ha “l’antagonismo tra due sostanze primitive
allo scopo della costituzione dell’individuo”. In una
ulteriore fase di sviluppo si ha la comparsa disordinata di
cristalli embrionali, ed è a questo punto che si
manifestano dei centri di forza, i quali determinano il
regolare aggregamento di cristalli e formano , come vedremo,
il punto di partenza di ogni formazione cristallina. Questa
forza aggrega la materia attorno ad un asse, il quale non è
un concetto ideale, come la scienza fin qui aveva insegnato,
ma è reale, ed apparisce in modo evidentissimo nelle
fotografie dei preparati e si può seguire in tutta la sua
progressiva evoluzione. Esso diviene l’asse principale il
quale, mentre determina la disposizione nell’aggregamento
dei cristalli, si presenta come un vuoto, almeno relativo; e
questo è un fatto importantissimo che dimostra come la
forza, la quale domina la materia, non sia inerente alla
materia stessa, ma qualche cosa che è al di fuori di essa e
che non cade sotto i nostri sensi. In appresso si riempie di
materia amorfa finemente granulosa ai massimi ingrandimenti,
la quale poi diventando piú appariscente si dispone ad onde
parallele: le onde si frazionano dando origine ai
petroblasti, i quali si dispongono in serie verticali
formando rispetto al cristallo una figura paragonabile alla
corda dorsale dell’embrione. In un’ultima fase dai
petroblasti si sviluppano dei piccoli rombi che si
dispongono lungo l’asse a guisa di tegole, offrendo cosí
analogia con la colonna vertebrale. Queste fasi si vedono in
modo tipico nell’allume.
- Il
petroplasma nei diversi sali assume varie forme e vari modi
di generazione; per esempio, il petroplasma si può
condensare in forma di globo, nel quale per fasi di
endogenia si differenziano successivamente dei globetti
secondari che emigrano dal globo primitivo, che alla fine si
trasforma tutto in cristallo. In altri sali abbiamo delle
vere cellule, le quali generano i petroblasti e sono alla
loro volta originate per generazione spontanea dal
petroplasma omogeneo, giacché occorre ricordare che ogni
manifestazione di vita è legata al plasma e che possono
aversi processi germinali senza intervento della cellula, la
quale è soltanto una forma organoide assunta dal plasma. La
struttura delle petrocellule è svariatissima, e
morfologicamente imita quella dei tessuti animali. Per
esempio, quelle dell’acido salicilico nei loro contorni e
nella disposizione rassomigliano alle cellule nervose della
corteccia cerebrale. Nella petrocellula si ha divisione e
gemmazione, e un modo speciale di generazione endogena che
è dato dall’espulsione del nucleo trasformato in
cristallo, dopo di che si genera dal contenuto un nuovo
nucleo.
- Da tutto
ciò che abbiamo detto risulta come dagli atomi e dalle
molecole di un liquido indifferenziato morfologicamente
derivi un plasma vivo con qualità permanenti ed ereditarie.
Generalizzando ancora queste ricerche, il prof. von Schrön
si è domandato se anche nelle rocce ignee i cristalli
avessero processo vitale,
il che voleva dire che questo plasma vivente aveva
proprietà di resistere a temperature elevate. Infatti tanto
nelle lave che nei mattoni e nelle terraglie ha potuto
rinvenire le formazioni petroplasmatiche, ma non piú nel
vetro, essendo, per la fusione completa, distrutta ogni
apparenza di plasma. Dunque questo aspetto differenziato del
plasma, il petroplasma, si ritrova in tutti i processi di
genesi minerale ed è refrattario ad altissime temperature.
- Insomma
la cosmogenesi intera sarebbe legata al plasma o per meglio
dire ad un plasma primitivo, il protobioplasma, il
quale si troverebbe ancora nelle nebulose. Ulteriori
differenziazioni sono: il petroplasma, di cui finora
abbiamo parlato, che è la base della vita minerale, il fitoplasma
o plasma vegetale, lo zooplasma o plasma animale, e
finalmente l’antropoplasma di cui vedremo l’importanza.
Quanto piú un plasma è elevato, tanto piú prevale in esso
la differenziazione e la genesi cariocinetica delle cellule.
Ogni ulteriore sviluppo in senso ascendente è dovuto ad un
ulteriore differenziamento del plasma; la legge del
differenziamento implica quella del perfezionamento; nei
diversi regni della natura l’evoluzione del plasma è
parallela, e nella sua organizzazione ricorrono sempre
alcune forme tipiche. Tutto, dunque, ripetiamo ancora una
volta, vive organicamente o ha vissuto. Anche i cosí detti
processi chimici puri (combinazione di un acido con una
base) manifestano ad un certo punto fenomeni vitali, in
quanto che si ha per un istante la comparsa di un
protoplasma filiforme. Bisogna però ricordare di nuovo che
la vita varia molto per intensità ed estensione anche fra
uomo e uomo, e si ha una scala di estesissimo
differenziamento dal cristallo all’uomo.
- Abbiamo
accennato alla teoria dello Schrön sull’esistenza di una
forza che domina, organizza, armonizza la materia, che crea
dei centri di forza attorno ai quali la materia si dispone,
notando come ciò avvenga tipicamente nell’allume, dando
luogo alla formazione di assi. In altri casi, simili centri
dispongono la materia in forma di spirale, in forma di
croce, una vera croce latina, in forma di stella a cinque
raggi esattamente delineata ecc. Infatti l’asse del
cristallo afferma la propria individualità in modo
incontestabile. Noi vediamo sui preparati nella nube urica
che si differenzia, dapprima un angolo isolato detto angolo
primitivo o dominante, poi di fronte a questo se ne
differenzia un altro detto angolo diagonale: essi non sono
uniti ancora, ma a distanza vi è fra loro un legame
invisibile, tanto che se l’angolo primitivo si sposta, si
ha contemporaneamente una deviazione corrispondente dell’angolo
secondario. V’è tra essi una soluzione di continuo e
nello stesso tempo una corrispondenza assoluta.
- Esiste
dunque già in tal periodo quell’asse, il quale piú tardi
ci apparirà come un vuoto nella massa cristallina. Ma ciò
non basta. Dopo che il rombo urico si è delineato
completamente, sorge su di esso del petroplasma filiforme e
cominciano a differenziarsi successivamente l’angolo
dominante e l’angolo diagonale di un secondo rombo che
utilizza, per cosí dire, il medesimo asse del rombo primo,
sviluppandosi su di esso nella medesima posizione. Ora qui
avviene un fatto strano. Prima che si formino gli angoli, l’asse
oppone una resistenza all’avanzare dei fili di
petroplasma, i quali giungendo ad esso si ripiegano ad ansa
verso la periferia come respinti da un ostacolo invisibile.
Appena si forma l’angolo primitivo del secondo rombo le
anse petroplasmatiche possono sorpassare l’asse principale.
Questo fatto notevolissimo, secondo lo Schrön, costituisce
un’importante affermazione della dignità dell’individuo
sulla materia ancora non organizzata.
- Sorvoliamo
sopra altri esempi dell’esistenza di questa forza che
governa la materia: anche da questi pochi ci sembra
sufficientemente caratterizzata.
- Tutto
ciò che abbiamo detto finora si trova in ciò che il prof.
Schrön ha esposto nelle sue conferenze, è tutto ciò che
esso può mostrarci, tutto ciò che egli ha con centinaia di
proiezioni sperimentalmente esposto. Ma poiché è un uomo
di genio e non un “operaio della scienza”, non si è
fermato lí, ed ha derivato dalle sue ricerche un sistema di
concezione religiosa dell’universo, poiché egli
non trova contraddizione tra scienza e religione, ma afferma
che “il suo senso religioso si è accresciuto in ragione
diretta della sua entrata nei cosiddetti segreti della
natura”. Di ciò egli non parla al pubblico, giacché al
pubblico non parla che di esperimenti, ma queste cose ama
ripetere ai suoi amici e ai suoi allievi. La materia, dice,
non è nulla di basso, di abbietto, essa è essenzialmente
nobile, è divina. Giacché lo Schrön sente di
essere panteista, ma il panteismo non ostacola nella sua
mente la concezione del Dio uno. La materia vive e tende a
differenziarsi, e differenziandosi si perfeziona. Dal
perfezionamento nasce la libertà e quindi il vizio:
una condizione di materia piú è elevata, piú facilmente
può corrompersi. La forza che domina la materia, e che è
stata dimostrata esistere al di fuori di essa... forse è una
specie di etere, e dicendo forse, lo Schrön fa una
riserva per questo fatto, di cui è persuaso, ma che non
può sperimentalmente provare.
- Dicendo
“una specie di etere”, egli vuol dire che questo etere
è per costituzione differente e piú sottile dell’etere
che ci dà le ondulazioni luminose ed elettriche. Il fatto
di avere distinto per l’uomo una qualità speciale di
plasma diverso da quello degli altri animali, ha la sua
ragione d’essere in ciò che egli non ammette le teorie
darwiniane e dà all’uomo, pur sottoponendolo alle leggi
dell’eredità, uno svolgimento speciale nella scala degli
esseri. E la costituzione che l’uomo ora presenta, non
sarebbe che un punto di passaggio verso un grado di
superiorità infinitamente maggiore rispetto agli altri
esseri, verso un piú grande perfezionamento futuro. In
merito quindi alle scoperte di rara, perché generale
importanza, cui abbiamo accennato, una sola risposta
possiamo porgere, concludendo, a coloro che le considerano
con completa diffidenza, che esse sono sperimentali e
che Otto von Schrön non chiede di meglio che di far vedere
cogli occhi e toccare con mano la realtà dei suoi asserti,
cui sarebbe un po’ ingiusto – non è vero? –
combattere solo perché… sono molto importanti.