Speranze

Poesia

Speranze

Sbarco Pirati

Dalle torri si espande il grido antico:

«All’armi, all’armi, la campana sona,

li Turchi so’ sbarcati alla marina!»…

Quanto piú bella è la contrada, quanto

piú ricca di talento è la sua gente,

dove piú estro e ingegno templi erigono

e manieri, cenacoli, dimore

prodigiose di opere, teatri

e biblioteche, luoghi di misteri

echeggianti responsi di sibille;

quanti piú nodi mani hanno tessuto

nei millenni per fare del Paese

un creativo modello da proporre

alla comune civiltà dei popoli,

tanto piú l’aggrediscono i corsari.

L’assedio inarrestabile e incalzante

non è progetto d’uomini, ma subdola

congiura di invisibili potenze

che hanno in odio l’umano tentativo

di sublimare in cantico ed immagine

l’ottusa, inerte e muta consistenza

della materia primigenia avuta

in dote evolutiva dal divino.

Ma la tempesta passerà. Nel roseo

palpitare dell’alba, il nuovo giorno

avrà una fioritura portentosa

di bouquet variopinti, esuberanze

per un’estate senza fine, un vivere

nel tempo ricreato. Il mare, in pace,

sgombro dalle feluche di Dragut,

risuonerà del canto di sirene,

e la campana chiamerà a raccolta

solo per l’esultanza e la preghiera

l’integra umanità rigenerata.

 

Fulvio Di Lieto