Nel grembo dell'origine

AcCORdo

Nel grembo dell'origine

L’ordine cruciale degli elementi – terra, acqua, aria, fuoco – ricostituito, è il rapporto eterico ristabilito con il sangue, per cui l’Io comincia a operare – libero dal sistema nervoso – sul sangue, recandovi un fervore nuovo, una pura, ignota forza d’Amore: un impulso morale nuovo. Tutto l’operare dell’uomo ha questo senso: il duplice rapporto degli eteri secondo lo schema della croce: il ritrovamento dell’androgine originario nel segreto stesso dell’anima individuale.

Ciò che avviene ogni giorno ci reca piacere o dolore: il nostro reagire però dovrebbe essere ispirato dal pensiero che tutto ciò che accade è il mostrarsi di una necessità che dietro di sé ha cause talora remote nel tempo: per cui dovremmo essere sereni, sempre, perché comunque tutto si svolge come deve: sta a noi porre nuove cause.

AccordoAnche chi non crede nell’aiuto, lo avrà, se noi lo facciamo entrare nel nostro circuito di Amore, sotto il segno del­la persuasione trascendente, che è la fede nel Donatore.

L’Aiuto viene, allorché si può guar­dare il massimo male come ciò che non può toglierci la possibilità di contem­plarlo con l’occhio dello Spirito epperò di dissolverlo, grazie al non essere da esso privati di tale possibilità.

Una grande calma è sempre il segno del vero livello: quello dal quale si contempla la realtà essenziale delle cose e si supera il dramma dell’irreale, l’allucinazione ahrimanica viene dissolta. Giunge allora un nuovo flusso della Luce nel centro del cuore: una corrente di audacia, fiducia e comprensione: fede e compassione! Per ritrovare ciò che è la certezza da prima che cominci il ciclo del tempo. Grande quiete sino alla corporeità atarassica: riposo nel grembo dell’origine.

La metafisica forza degli eteri è richiamata alla massima tangenza con il ritmo della vita fisica umana e i suoi guasti psichici. Tutto è un inno di volontà che chiede salvazione, ma la salvazione esige come presupposto l’abnegazione, l’atto di Amore capace di superare ogni limite umano.

Ricarica della volontà, necessaria al tempo, che è tutto inerzia e disfacimento: ricarica oltre il possibile, perché solo oltre è la forza ricreatrice del distrutto. Riedificare è il suo nome, anzi l’edifi­care continuo, che non deve essere impedito, non deve avere mai sosta. La sosta è il sonno, la morte, il buio, l’annientamento, la distrazione della concentrazione, l’interruzione.

L’unico essere di cui si può dire che è, è il Christo, perché di tutto è l’origine, l’essenza, il fondamento. Fondamento che era stato perduto dall’anima, ma il Christo stesso è sceso a far sí che l’uomo lo ritrovasse proprio al livello in cui era divenuto impossibile riconoscerlo (V. Saulo di Tarso).

La volontà solare nella corrente-pensiero può tutto: non c’è male umano che le resista. Fiorisce nella quiete fidente, nella irresistibilità dell’audacia, oltre ogni limite. È sempre la vittoria del Logos, come potenza immanente, l’unica trascendenza vera. Non v’è che il Christo di cui si possa dire che è: ma è la trascendenza che scioglie qualsiasi “verità trascendente”, che non è possibile, se Lui è l’unico fondamento, l’unico realismo. È necessario un nuovo modo di conoscere il Christo: è la via per la quale è venuto il Dottore. La trascendenza sperimentabile dall’intimo Io, in tutto.

 

Massimo Scaligero


Da una lettera dell’agosto 1979 a un discepolo.