Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

Carmelo Nino Trovato «Cristalli silenti – Il sogno dei diamanti neri»

Carmelo Nino Trovato
«Cristalli silenti – Il sogno dei diamanti neri»



AutunnoFra i nespoli, l’abete

e il verde alloro

risplende l’oro dei platani

nel giorno d’Ognissanti.

Per qualche tempo

attendete,

non cadete, foglie:

che possa contemplare

l’oro del sole

divenuto foglia,

luce

di questo giorno

che la pioggia bagna.

 

  Alda Gallerano



VicoloIncline alla solitudine

è colui che viaggia fra deserti

senza ricercare il rumore.

Sconosciuto è il suo silenzio

agli occhi degli stolti

e di coloro che del caos

s’impossessano

compulsivamente.

Apparteniamo

a questo fragoroso spazio,

occupiamo questa terra

senza rispetto e senza dignità.

Distruggiamo essa

e noi stessi

costruendo grandi città,

spazi meccanici,

incubi di plastica

e frontiere murate

dove non filtrano neppure

gli ultimi raggi di sole.               

   

   Rita Marcía



Rappresentante dell'umanità

Nella gente

nella folla

nelle strade

nella solitudine

nel silenzio

nella felicità,

nella tristezza,

quando i miei occhi

incrociano

occhi

e le parole parlano

nulla

e il mio cuore perdona dolore

e il mio cuore cerca amore

nella strada

nella casa

ovunque

ogni momento

creo.

Quando mi volgo a Te

innominato

che sei e non sei

che fuggi

e vieni a me

che mi abbandoni e fuggi

che non mi abbandoni mai

e quando Ti chiedo

al sole, al mondo

grazie a Te, origine

io creo.

 

  Stelvio



CosmoSi spinga oltre

la sfera di Hill

un grido di conquista;

si spinga oltre quella sfera

per non tornare indietro.

Si lasci trasportare

un candido desiderio

nella scia di una cometa

come la cesta

nelle acque del Nilo,

perché adesso

si può ascoltare una pulsar,

lontana anni luce,

come un cuore che batte

a distanza di un palmo

e riuscire a vedere

come i geyser di Encelado

raggiungono il cielo.

Guardo lassú

e vedo galassie torcersi

in una singolarità,

e poi stelle nascere,

come fenici,

dalle proprie ceneri.

Io guardo lassú

perché desidero

che il mio volere

si disponga in sizigia

col volere del Padre

per operare nella luce degli astri.

.
   Pietro Sculco


Le uova d’oro

In uno scenario di totale anomia, che senso ha prendersela con la poesia? Eppure a Trieste una mano ignota, da una dozzina d’anni, ce l’ha con la statua bronzea di Umberto Saba, mite e umanissimo vate della città giuliana. A piú riprese, nel corso degli anni, gli ha spezzato il bastone e rubato la pipa. Per i vari restauri il Comune ha speso finora dodicimila euro. Volendo mettere fine allo scempio e alla spesa, ha deciso di ricorre a telecamere di sorveglianza.

 

Umberto SabaCosa rende antipatico

Saba Umberto, poeta,

se un ignoto lunatico,

barbaro ed antiesteta,

che ignoranza costipa,

gli frantuma il bastone

e gli ruba la pipa?

Avvilisce l’azione,

a dir poco meschina,

frutto del vandalismo:

mostra la brutta china

che ha preso il progressismo

spingendo iconoclasti

a perpetrare guasti

contro icone dell’arte

cui dobbiamo gran parte,

per estro e fantasia,

di sana economia.

Grazie a ruderi e chiese

ci paghiamo le spese,

con affreschi e dipinti

sono i debiti estinti,

da Bardonecchia a Vieste,

da Trapani a Trieste.

E allora, siamo pratici,

anche con gli antipatici

vati, pittori e santi,

scultori e musicanti,

nell’Italia vorace

tocca lasciarli in pace,

ché proprio grazie a loro

il genio si fa oro.

 

 Egidio Salimbeni