Incarnazione divina e le sue contraddizioni

Ascesi

Incarnazione divina e le sue contraddizioni

Il mondo scientifico ci offre una visione in cui l’umano viene ad essere una casuale presenza alla periferia dell’Universo. Questa visione è oramai implicita in tutti i mezzi di comunicazione e fa da sottofondo alla nostra vita quotidiana. Big Bang, sistema solare alla periferia di una galassia, poi in uno dei suoi pianeti compare casualmente la vita, in cui troviamo molecole ed atomi interconnessi tra loro. Seguendo le leggi darwiniane mosse dal caso, ecco alla fine comparire l’Uomo.

Il Divino, anche se può essere ancora presente in questa visione, appare come uno spettro inconoscibile ed irraggiungibile. Immettere in questa concezione l’Incarnazione del Figlio di Dio, non può non essere dissonante. Nel miglior dei casi ci troveremo di fronte a una dicotomia senza possibilità di comunicazione tra le due parti, in cui la parte religiosa sarà una fiammella destinata a spegnersi. Si comincia con il considerare il Natale come una fiaba per bambini, per diventare in breve solo l’occasione per fare acquisti ed incontrare i parenti a pranzo.

Divina IncarnazioneLa Scienza dello Spirito può anch’essa manifestare le sue contraddizioni e dissonanze, nel momento in cui si vogliono approfondire alcuni suoi aspetti.

 

Due sono i punti chiave:

  1. è una via della conoscenza senza nessun presupposto;
  2. il Cristo è la figura centrale.

Da un certo punto di vista, è un percorso fenomenologico che si fonda sull’applicare il metodo delle Scienze naturali all’interiorità (Filosofia della Libertà), e dall’altra non solo riconosce il Cristo come la figura centrale dell’evoluzione umana, ma preannuncia il ritorno del Cristo nel mondo eterico.

Vediamo come si riesce a superare questa apparente contraddizione seguendo la strada indicata da Rudolf Steiner.

La Filosofia della Libertà ci insegna a:

  1. distinguere i pensieri dalle percezioni;
  2. riconoscere il momento intuitivo del pensare.

Riconoscere il momento intuitivo apre le porte alla possibilità di fare la concentrazione secondo il canone della Filosofia della Libertà, ovvero mantenere nel tempo al centro della coscienza la “comprensione” di un oggetto semplice.

Questo esercizio ci permette cosí di distinguere quali sono i pensieri che possiamo rianimare attivando il momento intuitivo e quelli la cui forma (pensiero morto) non è ripercorribile. La forma può non essere ripercorribile, perché ci mancano elementi per poterla ripercorrere, o perché dietro la struttura di pensiero non esiste nessuna Idea vivente ma “altro”.

Cercando di ripercorrere i pensieri che sono alla base del mondo in cui viviamo, difficilmente si riesce a scorgere un’Idea. Diverso è il caso quando noi applichiamo questo pensare attivato ai temi della Scienza Sacra. In alcuni casi si giunge a percepire (intuire) una Realtà che diventa sempre piú chiara quanto piú si riesce a mantenere nel tempo questo momento intuitivo (questo è tecnicamente il meditare).

Il Grande Dono che ci ha fatto Rudolf Steiner è stato quello di offrirci la possibilità di penetrare conoscitivamente il Mondo Spirituale attraverso un percorso di chiari pensieri ripercorribili. Non si tratta di credere o non credere, ma di “rianimare” quanto ci viene da lui offerto con il pensare attivato reso sicuro attraverso la contemplazione di concetti ed Idee.

Ecco quindi che non esiste un dogma nella Scienza dello Spirito ma esiste un “metodo” per riconnetterci allo Spirito del Cosmo. In effetti, con la Scienza dello Spirito ci troviamo davanti ai Nuovi Misteri, in cui è il pensare attivato che ci offre la possibilità di porci davanti al Sommo Essere Solare e contemplare il Mistero della Sua Incarnazione.

Al di fuori di quei momenti dobbiamo vivere in modo indipendente dai pensieri morti, di qualsiasi natura essi siano, avendo cura di coltivare la nostra anima per poter raggiungere livelli sempre piú profondi nel nostro meditare.

 

Fabio Burigana