Attuare la fraternità

Tripartizione

Attuare la fraternità

Fraternità

Uno dei piú seri studiosi della Tripartizione, Mario Viezzoli, ha evidenziato come un predominio dell’economia su tutta la società sottoponga la collettività alla brutalità degli interessi egoistici e alle necessità dei diversi meccanismi produttivi. Ugualmente l’imperio dello Stato politico sulla cultura, sulla scuola, sull’economia costringe l’uomo alla sostanziale rinuncia della sua libertà. Il potere pubblico decide ciò che è giusto per la salute, cosa si deve mangiare e come svagarsi, i sacrifici da sopportare per realizzare i suoi fini egemonici o per tamponare gli effetti dei suoi errori. Infine il prevalere di una determinata tendenza ideologica, vissuta con l’esaltazione di una mistica religiosa, che dispone dell’autorità statale e delle leve economiche, impone a tutti una particolare verità, una particolare concezione dell’arte e della cultura.

Come non riconoscere, nelle diverse società attuali, ora la prepotenza degli interessi economici, ora la vocazione dogmatica delle ideologie e delle mode  intellettuali, ora il peso dello Stato? Tutto ciò non impedisce forse l’esplicazione della libera personalità dell’uomo?

Se è vero che solo l’uomo può mutare questa situazione mutando se stesso, superando il comodo rifugio che il conformismo concede alla propria debolezza, è altrettanto vero che realizzare un organismo sociale rispondente alle sue piú autentiche aspirazioni, significa aiutare la parte migliore di ogni uomo a muoversi autonomamente e coscientemente nella giusta direzione.

Le civiltà cgizio-caldaichc o il mondo greco-romano hanno rappresentato dei punti fermi di ordine e di efficienza sociale per millenni, prima di avviarsi a decadenza. La nostra èra ha avuto inizio con le grandi scoperte geografiche e scientifiche, ma dopo pochi secoli abbiamo l’impressione di essere vicini al crollo. Vi è da ritenere pertanto che la nostra epoca non abbia ancora interamente identificato il suo compito. Impresa indubbiamente molto ardua dal momento che una simile conquista dovrebbe essere il frutto di un atto cosciente, piuttosto che il dettato di una trascendenza, come è avvenuto nei periodi storici che ci hanno preceduto. Si può affermare che la vera nascita dell’uomo sta avvenendo ora.

Qualsiasi soluzione dcl problema sociale non può non tenere conto di ciò. Per questo la Tripartizione dell’organismo sociale non può essere un meccanismo strutturale che funziona al posto dell’uomo. Separando rigorosamente la vita spirituale-culturale, le istituzioni giuridiche, le attività economiche si dà la possibilità a ogni uomo di estrinsecarsi coscientemente nel settore che gli è piú congeniale, ricevendo dalle altre organizzazioni quanto occorre alle sue esigenze interiori cd esteriori.

Proprio perché l’uomo non è tutto Spirito, non è sempre dotato di una moralità ineccepibile, ha delle ben precise necessità economiche, deve ricevere dal di fuori quanto egli stesso non può realizzare, contribuendo contemporaneamente con le sue doti al settore che è piú vicino alla sua personalità. Se gli uomini fossero tutti uguali e dotati tutti di analoghe capacità, non vi sarebbe bisogno di Tripartizione, ma non esisterebbe nemmeno una questione sociale. Pur non essendo ovviamente tutti geni, possiedono un particolare patrimonio, emanazione di una vita superiore latente nell’anima, che chiede oggi di potersi manifestare liberamente nel contesto sociale, senza pretese assurde, a seconda delle capacità effettive di ciascuno. Ignorare questo aspetto significa devitalizzare la società, impedendo la esplicazione diretta delle forze migliori in grado di rinnovare sia la vita spirituale, sia lo Stato giuridico, sia l’organizzazione economica. L’unità della società, obiettivo mancato dello Stato moderno, verrebbe a essere il risultato della partecipazione di ogni uomo a tutti e tre i settori. Questi trarrebbe cosí dalla vita spirituale il senso della sua umanità, dalle istituzioni giuridiche la coscienza dei suoi doveri e dei suoi diritti, dalle attività economiche l’esaudimento delle necessità vitali.

Solo dalla direzione indicata dalla Tripartizione può sorgere l’autentica fratellanza. Solo ponendo al centro di ogni attività sociale l’Io Superiore, la scintilla del Logos nascosta nel profondo della sua interiorità, l’uomo può riconoscere il Divino che è nel suo simile e attuare quella fraternità e quella socialità che ha cercato invano nelle ideologie e negli impulsi sentimentali

 

Argo Villella


Selezione da: A. Villella Una via sociale, Società Editrice Il Falco, Milano 1978.