Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

Medicina

Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

Quaderno Amleto[Per meglio comprendere la dottrina degli eteri] va detto inoltre che nella filogenesi del macrocosmo l’etere della luce si è formato precedentemente rispetto all’etere della vita.

 

I sistemi di forze attivi negli organi preposti alla formazione degli eritrociti (globuli rossi), cioè alla formazione delle c.d. “cellule della serie rossa”, sorgono prima dei sistemi degli organi preposti alla leucopoiesi [ovvero alla formazione dei c.d. globuli bianchi]. Ovviamente la linfa è in strettissima dipendenza ed in relazione con l’etere della vita, e naturalmente anche gli altri elementi della serie bianca.

 

Nell’evoluzione ontogenetica dell’embrione pertanto è dato di osservare che anche lo sviluppo degli eritrociti al cui “primus movens”, formativo è l’etere della luce, precede la leucopoiesi la quale, attivata dall’etere della vita, è perciò posteriore filogeneticamente alla eritropoiesi.

 

Alta montagnaUn ambiente di alta montagna stimola il midollo in senso eritropoietico, in quanto nelle zone alte dell’at­mosfera terrestre sono particolarmente attive le forze plasmatrici eteriche dell’etere di luce. All’opposto la pianura ed in genere il bassopiano sono influenzati dall’etere della vita; ne risulteranno perciò stimolati i processi leucopoietici, ovvero la formazione dei leucociti. Il cortisone ed i relativi derivati steroidei, i quali agiscono sulla leucopoiesi ma non sulla linfopoiesi (che anzi è inibita), in realtà operano a livello della matrice midollare eritrogranulocitopoietica, sulla quale converge l’etere della luce; lo stesso si può dire per altre sostanze quale l’acido folico, i folati, la vitamina B12 e androgeni. L’azione linfolitica del cortisone potrebbe essere conseguenza dell’etere vitale connesso al prevalente stimolo dell’etere della luce.

 

[Alcune interessantissime considerazioni sull’importanza di realizzare un “potenziamento” dell’etere della luce sono state recentemente fatte dai colleghi dr. Matthias Girke e dr. Georg Soldner, della Sezione di Medicina del Goetheanum, in “Pandemia Corona, aspetti e terapia”, come proposta di “protocollo terapeutico” per i pazienti affetti da malattia da Covid-19. In buona sostanza, esposizione alla luce solare, folati e vitamine avrebbero un effetto notevolmente benefico nei confronti di questi pazienti. Analogamente, le recenti acquisizioni sulla terapia in pazientiCovid-19 positivi, con plasma iperimunne, ben si sposano con una visione terapeutica illuminata dalla dottrina degli eteri].

 

È comprensibile alla luce di tali idee la dinamica di alcune emopatie tossiche a livello midollare conseguenti a sostanze quali ad es. i nitrofurani, il fenilbutazone, i derivati salicilici e pirazolonici, gli idantoinici, la mercaptopurina e il CAF, il citoarabinoside ed altri, i cui effetti perturbano l’energia degli eteri e segnatamente dell’etere della luce.

 

[Senza entrare nello specifico, precisiamo che i farmaci qui citati da Amleto appartengono essenzialmente a tre categorie: 1) anti-infiammatori; 2) citostatici-immunosoppressori; 3) antiepilettici. In particolare il citoarabinoside è tuttora molto utilizzato nel trattamento chemioterapico della temibile leucemia mieloide acuta. Viceversa il CAF (Cloramfenicolo) è un antibiotico ad effetto batteriostatico tradizionalmente attivo nel trattamento della tubercolosi; tale malattia, praticamente scomparsa dall’Europa negli ultimi 50 anni dello scorso secolo, ha subíto una notevole recrudescenza a partire dall’anno 2000].

 

sistema circolatorioLe forze eteriche morfopoietiche, nel senso delle varie strutture organo-tessutali, traggono dal “continuum” del moto del fluido sanguigno l’elemento plasmante piú decisivo e piú direttamente connesso alle cause della formazione intrinseca. L’elemento vivificante e ritmico del moto sanguigno percorre l’intero organismo umano seguendo una corrente duplice diretta a destra in direzione ascensionale, mentre nella parte sinistra la direttrice è discendente. Tale duplice corrente è il fondamento dinamico della asimmetria della maggior parte degli organi del nostro corpo. In ciò risiede anche il motivo della topografia di taluni organi esclusivi in un lato o nell’altro del nostro corpo [ad esempio la posizione della milza a sinistra e del fegato a destra dipende proprio, come Steiner spiega, da tali duplici correnti direttrici].

 

Perfino l’alternanza della veglia e del sonno è riconducibile al percorso di questa duplice “via” del sangue: infatti la corrente ascendente è piú attiva nelle ore diurne e permea il sistema dei nervi, mentre quella discendente è piú attiva nel corso della notte e permea la struttura del ricambio e quelle preposte alla formazione del sangue medesimo. D’altra parte alla forma delle emazie attuali e mature non poco coopera la forza propulsiva del fluido ematico attivo, al quale sono riconducibili anche i movimenti del cuore. Comunque vi è una considerazione conclusiva da esprimere: il corpo eterico, cosí come finora è stato descritto, è un sistema di forze estremamente differenziato ed individualizzato in rapporto alla configurazione del karma specifico dell’individuo. Su tale aspetto riteniamo di aver sufficientemente espresso le idee piú importanti nelle pagine precedenti [nel lavoro di Girke e Soldner, precedentemente indicato, si insiste particolarmente sul problema del karma individuale in rapporto alla malattia da Covid-19].

 

Ora riprenderemo l’esposizione dei temi piú direttamente connessi alla patologia ed alla patogenesi, con l’intenzione di pervenire a certi concetti riguardanti la terapia. Innanzitutto diciamo che quando procediamo all’esame fisico di un individuo colpito da malattia è inevitabile l’uso dei sensi e quello di procedimenti particolari che, laddove sia possibile, richiedono anche la collaborazione del paziente. In ogni caso gli organi di senso ai quali facciamo ricorso piú comunemente sono:

 

1) la vista, con la quale si valutano note connesse all’aspetto complessivo dell’organismo, quali colorito cutaneo-mucoso, edemi, cianosi, dispnea, gonfiori, tumefazioni, processi distruttivi, malformazioni, deficit motori e anomalie motorie, riflessi, contratture, andatura, equilibrio, stazione eretta. L’organo della vista che noi utilizziamo in questa situazione è perciò l’occhio che è in particolare rapporto con l’etere della luce;

 

2) l’udito, che ha intima relazione con l’etere chimico, e del quale ci serviamo in particolare nell’ambito delle patologie attinenti al sistema ritmico oltre che nella disamina di taluni fenomeni addominali (borborigmi, peristalsi, guazzamento ecc.).

 

 3) il tatto ed il senso calorico, aventi attinenza con l’etere del calore, cioè con quanto ha rapporto con il sistema del ricambio (masse, megalie organiche addominali, articolazioni ed arti e relativi processi di flogosi);

 

4) l’olfatto, il cui sussidio è a volte essenziale e che ha attinenza con l’etere della vita: processi gangrenoso-necrotici e putrefattivi nei quali la vita sembra aver lasciato a se stesso un determinato organo o una parte di questo.

 

[A tale descrizione dell’esame fisico del paziente, cosí magistralmente esposto da quel grande clinico che fu Amleto Scabellone, possiamo facilmente renderci conto, in accordo con quanto affermato da Rudolf Steiner e da Ita Wegman, dell’assoluta insostituibilità del corso di laurea in medicina e chirurgia per una corretta valutazione scientifico-spirituale della malattia umana. Nel secondo corso per medici Rudolf Steiner disse: «Desidero che la scambievole azione relativa agli approfondimenti scientifico-spirituali della malattia e della terapia avvenga unicamente tra me e coloro che alla terapia sono addetti». Alla domanda rivolta a Colazza da Amleto, nel 1952, sul perché egli parlasse in modo approfondito di tematiche mediche esclusivamente con lui e non con gli altri suoi discepoli, la risposta fu: «O bella! Vede altri medici o altri studenti di medicina tra i nostri amici?». Purtroppo oggi, nell’epoca della “tuttologia del web” è rilevabile una deprecabile tendenza ad auto-eleggersi medici e terapeuti, pur non disponendo degli adeguati strumenti scientifici (e legali) indispensabili per una corretta azione diagnostico-tera­peutica.

 

Manipolazioni di operatori olistici

Manipolazioni di operatori olistici

Né “naturopati” né “operatori olistici” (né tanto­meno ex soubrette) hanno alcun titolo per potersi occupare attivamente e validamente di medicina ad orientamento scientifico-spirituale. Semeiotica, analisi clinica, valutazione dei sintomi soggettivi ed oggettivi, diagnostica differenziale e inquadramento nosologico della malattia sono elementi che non possono essere compiutamente acquisiti se non grazi ad un lungo corso universitario di studi (sei anni, cui vanno aggiunti minimo quattro anni di specializzazione). Lo stesso Scaligero che, come hanno potuto direttamente constatare tutti coloro che hanno avuto la fortuna di esserne stati discepoli, era dotato di doti di veggenza, in caso di malattia sua, dei suoi familiari o dei suoi discepoli, si rimetteva al giudizio clinico di Amleto (e ovviamente a quello di Colazza quando era in vita) o si affidava ad altri medici antroposofi, come ad esempio Marcello Carosi. Avendo io conosciuto il suo estremo rigore, ed essendo stato formato come medico da Amleto, a sua volta discepolo ed allievo del rigorosissimo (e assai severo) Giovanni Colazza, posso dire, senza alcun timore di essere smentito, che le personalità che ho ora elencate (e lo stesso Rudolf Steiner) esprimerebbero un giudizio assai severo su certi improvvisati “operatori olistici” che malauguratamente infestano anche gli ambiti antroposofici attuali].

 

È opportuno siano notati determinati momenti non per inferire questo o quel principio, né per vedere preminenti alcune funzioni sensorie rispetto ad altre, ma al fine di porre una relazione di pensiero fra i nostri organi di senso e gli autentici fondamenti che questi hanno su alcune determinate energie eteriche plasmatrici. Tanto per esemplificare diremo che sono le energie eteriche dei nostri sensi le vere apportatrici di “informazione esatta” nei confronti del paziente allorché usiamo i sensi stessi; ed in definitiva sono le alterazioni organiche, quali effetti di energie eteriche perturbate, quelle che possiamo prendere in considerazione, rapportandone determinate espressioni connotatrici all’elemento causale pensabile e concepibile come energia eterica.

 

A voler considerare la realtà della nostra esperienza sensoriale oltre i cinque sensi dei quali si occupa la fisiologia normale, vanno considerati altri moduli della sensorialità; di questi si avvale la nostra esperienza corporea ed animica cosí come ad essa è consentito di esplicarsi nell’ambito dell’esistenza terrestre. “I sensi” di cui si occupa la Scienza dello Spirito sono stati indicati da Rudolf Steiner come segue, dalla classificazione contenente per altro anche quelli di cui si occupa la fisiologia accademica. Ecco dunque tale classificazione:

 

Fame nervosa

Fame nervosa

1. Senso della vita: ad esso sono collegate le sensazioni di stanchezza, di fame, di sete o di alterata cenestesi dalle quali è investita la corporeità. Tale senso è attivo soprattutto, anzi esclusivamente, allorché uno stato di disordine o di generale malessere diano all’uomo interiore la consapevolezza della propria corporeità. Generalmente e normalmente il corpo non è avvertito dalla coscienza; lo è però allorché nell’organismo inizi qualcosa tendente ad alterarne piú o meno gravemente le ordinarie funzioni; ovvero lo è come segnale di quegli stati che come la fame, la fatica, il bisogno imperioso di sonno ecc. esigono il relativo soddisfacimento. Aggiungiamo che anche il senso di benessere eccessivo, come uno stato di euforico godimento fine a se stesso, conseguibile mediante sostanze quali l’alcol, la morfina ecc. è connesso al “senso della vita”. Diciamo infine che esso può persino alterarsi in certe sue espressioni dinamiche (esempio la scomparsa dell’appetito o anoressia) come si verifica in taluni gravi processi morbosi quali cancro, malattie infettive, cardiopatie, nefropatie, tossicosi ecc., nei quali stessi però generalmente coesistono oltre all’anoressia altri sintomi conclamati di alterata funzionalità (o meglio di esaltata funzionalità) del senso della vita, di per sé abbastanza indicativi del disordine organico (l’odore, astenia, dispnea, insonnia ecc.). Ad una riduzione di certa direzione (anoressia) è contrapposta la plurima sintomatologia patologica come espressione dell’esaltazione del senso della vita. Lo stesso vale nel caso in cui la fame (diabete) ed il sonno (tiroide) si esprimano come fenomeni esagerati. Insomma, è il sentire il proprio corpo comunque e nelle sensazioni piú svariate ciò che si riconnette al “senso della vita”.

 

2. Senso dell’auto-movimento, grazie al quale l’uomo è in grado di percepire il moto di uno o dei suoi arti.

 

3. Senso della statica corporea e dell’equilibrio.

 

4. Senso dell’olfatto. Esso è attivo con le sostanze di natura gassosa in quanto tali, o in quanto emesse dai solidi o dai liquidi che pervengano alla mucosa olfattiva come molecole disperse nel medium aereo.

 

5. Senso del gusto. Esso è riconoscibile nel complesso dei recettori specifici situati nelle papille della lingua.

 

6. Senso della vista. Grazie all’occhio il nostro rapporto con il mondo, già in atto mediante l’olfatto e piú ancora con il gusto, diviene particolarmente intimo. Luce e colore sono piú eloquenti e piú idonei a rivelare il mondo rispetto ad ogni messaggio olfattivo e gustativo.

 

7. Senso del calore e del freddo.

 

8. Senso dell’udito. Mediante questo il suono o i suoni che il mondo emana sono stati alla nostra anima come fossero parole pronunciate dall’anima del mondo.

 

9. Senso del linguaggio. Per mezzo di questo ci è consentita la comprensione di ciò che viene trasmesso per mezzo della favella.

 

10. Senso del concetto. Con esso l’uomo diviene capace di comprendere, come se lo percepisse, il concetto non ancora rivestito dal suono del linguaggio.

 

[Si confronti quanto su tale senso del concetto viene affermato da Massimo Scaligero particolarmente negli Approfondimenti da lui esposti sull’esercizio della concentra­zione in Manuale pratico della Meditazione e in Tecniche di Concentrazione Interiore. Particolarmente si veda quanto Massimo afferma a proposito del “potere del concetto”.

I dodici sensiA questi dieci sensi riportati da Amleto andrebbero aggiunti gli ultimi due contemplati da Rudolf Steiner, che sono:

 

11. Senso del pensare, mediante il quale arriviamo a percepire oltre ai nostri stessi pensieri anche quelli degli altri, stabilendo cosí un rapporto di comprensione di noi stessi e delle persone con le quali entriamo in contatto.

 

12. Senso dell’Io, mediante il quale diveniamo consapevoli della nostra individualità e dell’Io individuale di ogni altra persona].

 

Il senso del tattoPrima di concludere riferiamo ciò che Steiner afferma sul tatto e sul modo con il quale l’uomo configura il proprio rapporto con il mondo sperimentato con i dieci sensi di cui abbiamo finora trattato. Del tatto in particolare egli sostiene quanto segue: «Il tastare è una qualità comune ai sensi e precisamente dal quarto al settimo senso che sono in sostanza anche sensi tattili».

 

In sostanza fino al settimo senso noi ci muoviamo essenzialmente in una sfera fisico-eterica, mentre attraverso gli ultimi tre sensi (udito, linguaggio, concetto) ci muoviamo in un ambito animico-spirituale. Si comprende dunque come il senso del linguaggio ed il senso del concetto ci orientino in una corretta diagnosi, presupposto fondamentale per istituire una corretta terapia.

 

«Senza diagnosi non c’è terapia, perciò non ci può essere guarigione». Queste parole erano spesso ripetute da Giovanni Colazza, il mio Maestro. In sostanza dunque non è importante soltanto ciò che ci dice il paziente ma anche (e anzi, di piú) il come ce lo dice; l’enfasi o il maggior accento che egli pone su questa o su quella parola, su questo o sul quel sintomo, ci consentono di comprendere pienamente il quadro patologico che ci troviamo davanti. La padronanza del senso del concetto ci fa giungere ad una “sintesi dinamica” del quadro clinico, non difformemente a ciò che Massimo ha spiegato a proposito della sintesi dinamica dell’atto del pensare nella corretta esecuzione dell’esercizio di Concentrazione. In tal senso è irrealizzabile lo svolgimento di un percorso medico di tipo scientifico-spirituale privo del quotidiano svolgimento degli esercizi, alimento fondamentale per quella evoluzione interiore che un autentico medico antroposofo deve realizzare.

 

 

Amleto Scabellone  (3. continua)


La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.