Saint-Martin e l'antica saggezza dei Misteri

Martinismo

Saint-Martin e l'antica saggezza dei Misteri

Jacob Böhme

Jacob Böhme

 

Lo stretto rapporto di Saint-Martin con Jakob Böhme, che egli chiamò il suo “secondo Maestro”, fu sottolineato da Rudolf Steiner il 4 aprile 1913 e in una conferenza pubblica del 25 dicembre 1917, dove era detto che «Saint-Martin era in un certo modo un successore di Jakob Böhme».

 

L'uomo di desiderio

 

Durante il suo soggiorno a Strasburgo, Saint-Martin scrisse il libro L’Uomo di Desiderio, tradotto in tedesco da Wagner e pubblicato a Lione nel 1790 e a Lipsia nel 1812. È dedicato al desiderio dell’uomo per la sua vera casa, il Mondo divinospirituale.

 

In quanto aristocratico, Saint-Mar­tin fu estremamente minacciato dalla Rivoluzione. Dovette confrontarsi con tale realtà e prestò anche servizio nella Guar­dia Nazionale come soldato comune. Ma finí comunque per essere bandito da Parigi.

 

Lavorò come bibliotecario nella sua nativa Amboise fino alla fine del regime del Terrore, quando poté tornare a Parigi.

 

Successivamente trasferí la sua residenza ad Aulnay vicino a Châtillon.

 

Nel 1795 apparvero le sue Lettere a un amico, o considerazioni politiche, filosofiche e religiose sulla Rivoluzione Francese, che Varnhagen von Ense tradusse in tedesco ed incluse nel suo libro Memorie e opere miste, Volume 6, Lipsia 1842.

 

In questo scritto, Saint-Martin menziona nuovamente il ripristino dell’umanità al suo stato originale come requisito preliminare per risolvere la grande crisi sociale.

 

Si oppone sia alla teoria di Rousseau sulla volontà comune sia all’affermazione di Helvétius, che la società abbia avuto origine da bisogni puramente materiali.

 

In verità, dice, il popolo non ha volontà, ma solo passioni che gli altri sfruttano per i loro scopi. È prima necessario un miglioramento della scien­za affinché i popoli si rinnovino.

Lo spirito delle cose

 

L’ultima opera di Saint-Martin, Lo spirito delle cose, in due volumi, Lione 1800, apparve nella traduzione tedesca di Gotthilf Heinrich von Schubert con il titolo Vom Geist und Wesen der Dinge, Lipsia 1812.

 

Franz von Baader ha scritto delle note esplicative su tutti gli scritti di Saint-Martin.

 

Saint-Martin morí essendo pienamente cosciente e senza agonia il 13 ottobre 1803.

 

Rifiutò la presenza sacerdotale, che si voleva imporgli, con l’affermazione di essere «già incorporato nei gradi piú alti di una gerarchia di cui la Chiesa è considerata solo una delle componenti».

 

Nella conferenza del 20 marzo 1917, piú volte citata, Rudolf Steiner disse che Saint-Martin aveva avuto una scuola alle spalle e che senza di lui «von Herder, Goethe, Schiller e il Romanticismo tedesco sono impensabili, cosí come è impensabile senza Jakob Böhme».

Il Romanticismo tedesco Caspar Friedrich «Il viandante»

Il Romanticismo tedesco
Caspar Friedrich «Il viandante»

 

L’effetto di Saint-Martin sul Romanticismo tedesco è facile da percepire.

 

Però l’espressione di Rudolf Steiner va compresa nel senso piú profondo, dato che Goethe, che conosceva, ad esempio, Errori e Verità, si era espresso al riguardo chiaramente contro.

 

Ciò che Rudolf Steiner aveva dunque in mente, era certamente il fatto che Saint-Martin, nell’epo­ca dell’Illuminismo e della sensualità, si era collegato con l’antica saggezza dei Misteri, e in tal modo qualcosa aveva agito nell’atmosfera spirituale, ciò che poi consentí lo sviluppo di nuovi impulsi spirituali.

 

La conferma di ciò può essere trovata nel saggio di Rudolf Steiner “L’ambiente spirituale e il presente di Goethe”.

 

Nella seconda metà del XVIII secolo, di là dall’emergente scienza naturale moderna, si andava formando l’esigenza di unire la conoscenza degli uomini con un ordine mondiale moderno, il cui modo di pensare escludesse gli impulsi morali.

 

Saint-Martin rispose a questa esigenza parlando di una colpa preistorica dell’uomo, grave, primordiale, che aveva intaccato la sua vera natura.

 

Goethe, invece, scrive Rudolf Steiner nel citato saggio, «poteva arrivare alla vista degli Spiriti cui s’ispirava con l’osservazione dei fenomeni naturali. …Secondo lui, l’uomo non si è allontanato dal suo essere originale, ma lo porta dentro di sé; solo inizialmente per lui stesso impercettibile, per Goethe una visione della natura non è il risultato di una caduta umana, ma la base dell’ascesa per se stessa. …In questo modo Goethe ha recepito nel suo ordine mondiale la vera idea della libertà mentale».

 

Queste dichiarazioni possono essere viste nel loro insieme con le comunicazioni contenute nella conferenza del 20 marzo 1917.

 

In conclusione, al riferimento dato sopra sull’importanza di Saint-Martin per la vita intellettuale tedesca, Rudolf Steiner afferma infatti che si potrebbe avere la sensazione che nell’opera di Saint-Martin sia contenuta «ancora un’elevata quantità di tesori di altissima saggezza».

 

Tuttavia, allo stesso tempo, sottolinea la necessità di sviluppare nuove forme di pensiero per questa antica saggezza.

 

Un esempio di come questo può essere fatto è la sua sopracitata trattazione sul Libro dei Dieci Fogli.

 

 

Wolfram Groddeck


Traduzione di Angiola Lagarde