La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaAvvicinandosi la festa di San Michele, vorrei sapere se possiamo prepararci in qualche modo a viverla nella maniera piú giusta per noi. Cosa possiamo ricavarne ogni anno di aiuto e di passi avanti nell’antroposofia?

 

Liliana V.

 

Dobbiamo sforzarci di trascorrere questi giorni di settembre con i pensieri piú intensi, cercando di restituire alla ragione umana il senso che sembra stia perdendo. Possiamo cogliere l’occasione di questo periodo che precede la festività di Michele per compiere un atto di audace volontà, di superamento di quei limiti che in noi stessi conosciamo. Quello che possiamo fare dovrebbe venire dalla libera volontà, dalla nostra libera decisione. Saremo molto aiutati in questo dal sacrificio che ci viene imposto attraverso gli avvenimenti che stiamo vivendo e di cui tutti, ognuno a proprio modo, stiamo soffrendo. In questi giorni dobbiamo cercare di stabilire una comunicazione di profondità con quella che è l’essenza della ragione umana. Un’essenza che è all’interno di noi, non fuori di noi. E quando crediamo di essere arrivati all’interno, dobbiamo andare ancora piú all’interno, e poi ancora oltre, fino a riuscire a percepire qualcosa con cui siamo identici. Nei giorni che precedono la festività di Michele dobbiamo cercare, nella meditazione, nella concentrazione, a compiere qualcosa al di fuori del tempo misurabile. Ci accorgeremo che la forza dell’Arcangelo ci aiuta a ritrovare, in ogni fase della nostra esperienza spirituale, il momento che ci fa uscire dal tempo contingente. Questo ci permette di ricominciare da capo, anche se finora abbiamo sbagliato, in parte o del tutto. La possibilità di ricominciare da capo è il grande aiuto che ci viene offerto. Possiamo cosí ritrovare, oltre il tempo fisico, oltre quello della sfera materiale cui siamo legati, quello immisurabile della Divinità. Le forze ostacolatrici dell’uomo vivono fuori del tempo e per loro è inspiegabile perché, se riescono a sconfiggerci, abbiamo la possibilità di ricominciare da capo. Noi ci ammaliamo, o soffriamo, partecipiamo a un sacrificio collettivo vivendone i disagi, le preoccupazioni e i dolori, e attraverso questo delle forze nuove possono sorgere in noi e liberarci. Mefistofele allora, come Goethe ci narra al termine del suo Faust, si vede sfuggire l’uomo e si dispera, perché non comprende questa possibilità di recupero data agli uomini dal Divino. Abbeveriamoci dunque, attraverso gli esercizi interiori, a quella fonte di vita, a quella sorgente dell’eterna giovinezza che la Scienza dello Spirito ci offre, e che nell’epoca di Michele è bene intensificare con tutta la nostra ridestata volontà.




letterinaCosa dovremmo pensare di una persona che rifiuta rapporti con gli altri e si dedica solo a due bisbetici cagnetti, che considera come suoi “figli”? Non vuole avere niente a che fare con i suoi parenti e anche con gli amici di un tempo. So che ci sono altri casi simili, ma vorrei sapere, come dovrei giudicare un tale comportamento?

 

Antonella F.

 

Quel comportamento non si deve giudicare, ma bisogna cercare di comprenderlo. Non possiamo sapere quanto quella persona sia stata incompresa, o maltrattata, dagli esseri umani, tanto da preferire la compagnia di due animali a quella di parenti e amici, che forse considera poco affidabili e pronti a tradire. E se si desidera riavvicinarla, come sembra di capire dal tono della domanda, forse conviene apprezzare quei cagnetti, benché bisbetici, e con qualche complimento, o tenerezza, rivolta a loro, aprire un varco nel cuore della loro “mamma”…




letterinaMio figlio non sa cavarsi d’impaccio nella vita di tutti i giorni. Vedo ragazzi della stessa età che sanno destreggiarsi con grande naturalezza, anche nelle cose minime. Forse sono stata una madre troppo apprensiva e per evitargli difficoltà o delusioni ho sempre preceduto le sue necessità d’aiuto. Come rimediare adesso, che ha sedici anni e si comporta certe volte come un ragazzino di dieci, con la testa sempre fra le nuvole, immerso nei libri e senza una vera adesione alla realtà?

 

Roxana

 

Non bisogna preoccuparsi troppo, perché alcuni ragazzi crescono prima e altri indugiano nella fanciullezza: questo in qualche caso può essere necessario per la loro formazione interiore, o anche per lo sviluppo di una eventuale creatività artistica. È comunque encomiabile, in un mondo di giovani che non frequentano la lettura, a parte quella del cellulare, che il ragazzo si “immerga nei libri”. Certo, un errore che molti genitori fanno, per eccesso di amorevolezza, è quello di non lasciare che il figlio affronti da solo alcune difficoltà, anche minime. Interessante un ricordo d’infanzia di Angelo Fierro riportato nel suo libro, in parte autobiografico, Sfogliando i petali della vita: «A cinque anni passeggiavo con alcuni ragazzi poco piú grandi di me, quando mi si slacciò una scarpa. La risposta alla mia richiesta d’aiuto fu “Arrangiati”. E imparai nel fango ad allacciarmi le scarpe»… Dunque, senza colpevolizzarsi troppo per il passato, sarebbe bene attuare nel futuro un atteggiamento di attesa, non precedendo con un gesto soccorrevole le necessità del figlio. Il quale diverrà fiero di riuscire a superare ogni volta i tanti, inevitabili ma formativi, ostacoli quotidiani.




letterina…Intorno a noi, e non soltanto come effetto della pandemia da Covid-19, ma già se ne scorgevano chiaramente gli accenni molto prima, vedo uno sbandamento, una mancanza di comprensione di quello che sta succedendo, quasi un’ottusità collettiva, che si manifesta nel non opporre nessuna resistenza, mentale e psichica, e quasi una tacita, passiva e inesorabile accettazione. Come avvisare i dormienti?

 

Pierluigi D.

 

Questo è un periodo del quale eravamo stati avertiti dai nostri Maestri, in cui le forze dell’Ostacolo sono state liberate e hanno potere sulla Terra per tentare, travolgere e perdere chi non resta ben saldo nelle sue piú sane e rette convinzioni. In realtà si vedono tante forme di resistenza e ribellione al pensiero unico, anche da parte di persone che mettono in gioco la loro stessa professione, ad esempio molti medici nel caso del complotto sanitario. Lo stesso possiamo riscontrare in altri campi, come il sistema scolastico, l’ordinamento giudiziario o il dramma dei flussi migratori. È stato sferrato un duro attacco contro i fondamenti stessi dei nostri piú alti princípi, maturati in secoli di evoluzione sociale e spirituale. Dobbiamo essere molto svegli per non cedere e non cadere in equivoci. E con tutte le nostre possibilità, rendere deste anche le persone che stanno intorno a noi, che forse ancora non si sono rese sufficientemente conto del livello di penetrazione di questo morbo interiore che sta mietendo vittime tra le anime piú ingenue e meno provvedute: morbo assai piú infettante di quello della pandemia da Covid-19.