Il cristianesimo quale fatto mistico

Spiritualità
Il cristianesimo quale fatto mistico

Il Cristianesimo storico come terapia sociale

Cure dei Terapeuti ed Esseni d’Egitto

Cure dei Terapeuti ed Esseni d’Egitto

 

Soffermandosi su “Gesú e il suo sfondo storico”, Rudolf Steiner precisa quale fosse l’atteg­giamento di vita di Esseni e Terapeuti d’Egitto, sètte chiuse che esistevano molto tempo prima della nascita del cristianesimo, con migliaia di affiliati. Il Cristianesimo quale fatto mistico precisa che «la comunità degli Esseni e dei Terapeuti d’Egitto formano la transizione naturale dagli antichi Misteri al cristianesimo. Il cristianesimo volle che la riforma di cui i Terapeuti e gli Esseni avevano fatto una questione di setta, diventasse una questione d’umanità».

 

La vita che Esseni e Terapeuti conducevano era perciò finalizzata a sviluppare nell’anima un sé superiore dopo un periodo di prove. Chi aveva sperimentato lo Spirito sino a un certo livello, ascendeva di un grado nella gerarchia dell’Ordine, acquisendo un’autorità non imposta da fuori, ma fondata sulle convinzioni fondamentali dell’Ordine. Il sentimento che l’individualità umana potesse svilupparsi, tramite le ripetute vite terrene, verso sempre piú alti livelli di perfezione, guidava l’azione dell’adepto dell’Ordine.

 

Chi era riuscito a sperimentare questo sentimento, poteva anche sentire che in Gesú si era manifestata un’individualità altamente spirituale. Tramite il battesimo da parte di Giovanni, la personalità di Gesú accolse nella propria anima il Cristo, il Logos, la Parola che in lui “divenne carne”: il Cristo diviene l’Io di Gesú. Con l’avvento del Cristo, veniva presentato all’umanità intera qualcosa, appunto le azioni del Cristo, in modo che l’ “unione con lo Spirito” potesse divenire un’esperienza accessibile all’intera collettività.

 

Senza la severa disciplina degli Esseni, ma con un culto scientifico-spirituale dell’anima o con una religione dell’Io, si poteva raggiungere, grazie all’incarnazione del Cristo in Gesú, la vita spirituale. “Il regno di Dio non è né qui, né là. È in voi”. La “fede indispensabile”, di cui parla Rudolf Steiner, non attiene piú, dopo l’avvento della Legge eterna e mistica del Golgota, al formalismo dogmatico naturalistico, ma al piano della oggettiva, e universale, certezza che il Divino è una Verità. Il dogma viene cosí vissuto concretamente, nel suo originario spirito, come preparazione all’incontro con il Cristo. Rudolf Steiner annuncia solennemente che «questa è la fede indispensabile. Chi l’ha, troverà Dio da per tutto, o basterà aprire gli occhi per trovar il Divino nell’universo intero».

 

«Non comprate due passeri per un denaro? Eppure nemmeno uno cade in terra senza la volontà del Padre vostro; in verità vi dico, tutti i capelli sulla vostra testa sono contati» (Luca 12, 1-12).

 

Gesú di Nazareth, dalla frequentazione della Comunità essenica, la piú spiritualmente avanzata nel mondo misterico dell’epoca, trae la certezza interiore della necessità storica di una nuova Rivelazione divina. L’essenismo aveva infatti segnato il passo rispetto all’offensiva degli

 

Avversari del Cristo, il discepolo dei Misteri poteva avanzare spiritualmente, ma il proprio avanzamento significava un regresso sociale e morale, che proprio nei decenni precedenti il Golgota raggiunse il grado piú intenso.

 

Comparvero, in quel periodo storico, in modo particolare nella Palestina ma non solo lí, malattie cosí particolari e contagiose che l’umanità non avrebbe piú sperimentato, almeno in modo cosí radicato. Nel fondamentale quadro cosmico lasciato da Rudolf Steiner, il 6 aprile 1909, per l’inaugurazione del Gruppo “Francesco d’Assisi” (a Malsch, Germania), come cristiani della Quinta Epoca Post-atlantica siamo stati introdotti sulla via della comprensione che l’élite scientifica e tecnocratica della tramontante civiltà atlantica disprezzava “il piccolo gruppo di persone” che si era raccolto attorno al grande Iniziato dell’oracolo del Sole. L’albero possente delle diverse culture post-atlantiche poté pervenire sino a noi però, grazie all’azione mistica e religiosa dei discendenti di questi originari discepoli, semplici e disprezzati, dell’Iniziato solare.

 

Oggi assistiamo a qualcosa di simile. Il Dottore afferma che «quelle attitudini, quelle qualità che nell’Atlantide si trovavano a uno stadio ancora germinale – contare, calcolare – le vediamo oggi dispiegarsi tutte in funzione di una sbalorditiva conquista del piano fisico, attuata attraverso ogni forma possibile di progresso tecnico. Vediamo che i nostri inventori e i nostri scopritori portano in un certo senso al culmine l’uso di quelle stesse forze che sono germogliate inizialmente all’interno di un piccolo e disprezzato gruppo di persone dell’epoca atlantica. …Cosí gli scienziati odierni sono paragonabili a quanti rappresentavano i vertici della civiltà atlantica. Anche oggi esiste però un insieme di persone semplici, apparentemente indistinguibili dal resto del mondo, sparse in ogni dove, che hanno in cuore quella potente calamita, capace di attrarre verso la vita spirituale».

 

L’élite scientifica e tecnica dei nostri tempi può avanzare socialmente, sovvertendo ben piú di quanto dovrebbe e potrebbe, grazie “al nichilismo religioso di ogni forma”. Il piccolo gruppo della nostra epoca di civiltà, superando ogni tentazione individualistica o magico-empiristica neo-essenica, deve a sua volta rendere possibile ai propri contemporanei la piena comprensione dell’Impulso del Cristo e dei differenti gradi misterico-religiosi golgotiani.

Cristo crocifisso

 

Seicento anni prima del Cristo, sulla scorta degli insegnamenti del grande Buddha, si diffuse la dottrina del dolore. Ecco invece, seicento anni dopo il Golgota, quella immagine, l’im­magine alla quale milioni di persone hanno levato e leveranno gli occhi: il legno della croce da cui pende il cadavere del Salvatore. Laddove il grande Buddha, osservando un cadavere, altro non vi poté vedere che la personificazione di tutto il dolore della terra, i credenti della comunità cristiana, seicento anni dopo Cristo, levando gli occhi a un cadavere vi avrebbero veduto la piena vittoria della vita spirituale sulla morte.

 

La comprensione antroposofica del Cristo concepisce la nascita non solo come l’ingresso nel mondo del dolore, del male e della morte, ma completa e integra la necessaria e realistica dottrina del dolore con la prassi della guarigione spirituale, in quanto il Cristo storico e spirituale è appunto noto come il grande Risanatore e Terapeuta.

 

“L’impulso del Cristo ci insegnerà a discernere ciò che, venendo dallo Spirito, procura la salute”, dice il Dottor Steiner.

 

 

Ivan Stadera (5. continua)