Mousikòs Anér

Musica

Mousikòs Anér

Platone

Platone

 

 

Non chiamo arte un’attività irrazionale.

Platone, Gorgia 465 a

  

 

La musica penetra nell’interiorità dell’anima

e s’impadronisce di essa nel modo piú energico.

Platone, Repubblica, III, 401 d


IL CONCETTO DI ARTE

 

IV – Il concetto di arte nasce nella Grecia antica e, fino agli inizi dell’Età Moderna, era posto in relazione alla capacità di fare un qualsivoglia oggetto. La capacità operante del fare era detta “arte”. Non tanto la produzione dell’oggetto, quanto la sua realizzazione.

 

Gli antichi intendevano l’arte quale capacità, e la classe delle arti era per loro la classe delle capacità. Il ceramista, lo stratega, l’oratore, il vasaio, il geometra, l’architetto… tutte queste pro­fessioni entravano originariamente in un’ampia categoria di arte, accomunate unicamente da un unico grande motivo comune: la conoscenza delle regole. La capacità operante del fare era collegata alla conoscenza delle regole; il concetto di regola rientrava in quello di arte.

 

La produzione irrazionale di una qualsivoglia opera, mediata cioè da un principio ispiratore tra­scendente, veniva dunque esclusa dal novero delle arti. La poesia non era considerata un’arte.

 

Herrad von Landsberg «Le sette arti liberali»

Herrad von Landsberg «Le sette arti liberali»

 

Questo concetto di arte si sviluppò fino al Rinascimento ed aveva dunque un ambito ben piú vasto del nostro. L’arte era quindi somma di belle arti e artigianato e, intendendo per arte un’attività avente a che fare con la capacità operante di giocare con le regole (parleremmo di maestria, di qualità specialistica), con “arte” si intendeva, ad esempio, anche la grammatica.

 

Le prime opere di ulteriore classificazione tendevano comun­que ad approfondire tale concetto originario. Nacque cosí la clas­sificazione tra arti richiedenti uno sforzo intellettuale (liberales) e quelle richiedenti uno sforzo fisico (vulgares o meccaniche). Le arti liberales erano considerate al di sopra delle arti vulgares. In questa classificazione di arte, la pittura e la scultura rientra­rono dapprima nel novero delle vulgares, per poi successiva­mente (intorno al XII secolo) scomparire pure dagli elenchi delle vulgares. Il motivo è semplice: motivo di importanza per la classificazione delle arti meccaniche era l’utilità; l’utilità delle arti visive era chiaramente ridotta.

 

La musica, invece, rientrò da subito nel novero delle arti. Essa fu considerata principalmente quale teoria dell’armonia (scienza delle proporzioni interval­lari) derivante, appunto, da una branca della scuola pitagorica. Siamo alle soglie dell’Età Moderna e questo sistema concettuale inizierà a trasformarsi gradualmente solo durante il Rinascimento. Gli artisti, in tale epoca, aneleranno allo status di scienziati: nascerà la categoria dell’artista-scienziato.

 

 

Colui che giunge alle porte della poesia senza la manía delle Muse,

pensando che potrà essere valido poeta in conseguenza dell’arte,

rimane incompleto, e la poesia di chi rimane in senno

viene oscurata da quella di coloro che sono posseduti di manía.

 

Platone, Fedro, 245 A

 

 

LA POESIA NON È ARTE

 

La poesia

 

V – I Greci ritenevano che la poesia non fosse un’arte poiché ispirata direttamente dalle Muse e non basata sul rigoroso esprimersi delle regole. Il poeta era dunque un vate, un profeta e non un artista. Questo dovrebbe lasciarci cogliere l’alta considerazione che i Greci avevano per la Parola.

 

Eraclito l’Oscuro, l’uomo che espresse meglio di tutti l’estinzione della classe sacerdotale quale mezzo di collegamento con il Mondo spirituale, segna il passaggio dall’epoca teosofica a quella filosofica.

 

La poesia è per i Greci vaticinio, rapimento demonico.

 

 

LA MUSICA È UNA SCIENZA

 

La MusicaVI La poesia Greca si fondava su un sapiente utilizzo di regole, essenzialmente ritmiche.

 

Per Platone la musica aveva il pericoloso potere di acuire o di ottundere i moti e le facoltà del­l’anima. Di alcuni modi musicali Platone scon­sigliava l’ascolto ai soldati: tali modi avrebbero potuto illanguidire le tempre, rendendo i soldati incapaci di svolgere le loro mansioni.

 

Allo stesso modo si procede oggi basandosi pe­rò su forze opposte. Ai militari in missione è con­sigliato l’ascolto di musica in grado di fomentare rabbia e animalità.

 

Pitagora e la scuola Pitagorica

Pitagora e la scuola Pitagorica

 

L’arte musicale viveva – prima dell’avvento della cultura Greca – entro un elemento magico, misteriosofico. L’azione di Pitagora operò su due fronti: condensò il processo di dispersione della musica entro l’elemento magico (operante già nella civiltà egizio-cal­daica) costituendo nuo­vi rapporti intervallari.

 

Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach

 

L’elemento musicale viene cosí esorcizzato attraverso un primo, reale, processo di coscienza.

 

La musica mantenne lo status di scienza dell’armonia (mantenendo inalterato il suo concetto originario) fino al Tardo Romanticismo.

 

I discepoli di Johann Sebastian Bach non erano allievi di una classe di strumento: erano avviati all’armonia, ossia al saper fare armonia: comporre.

 

Lo strumento musicale era, inizialmente, il medium dell’arte musicale: il mezzo con cui rivelare l’acquisita espressione del pensiero musicale.

 

 

Nicola Gelo (2. continua)