Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

 

Carmelo Nino Trovato «Incantesimo»

Carmelo Nino Trovato «Incantesimo»

 




 

Ritornerò

 

bebé

 

I corpi possano riposare,

le anime ritornare.

Ritornerò!

Nel forte vagito

che riempie l’attesa,

tra volti nuovi,

anime già conosciute…

ritornerò!

Per imparare ancora,

conoscere il ritmo

della nuova stagione,

accendere e spegnere,

al nuovo risveglio,

ascoltare la musica,

che l’altro mi infonde,

ritrovare il sentiero

per santificare la prova,

la patria, l’amore,

la vergine pura

che nel silenzio devoto

infiamma il mio cuore.

Ritornerò!

Un giorno ritornerò!

Per poi ripartire

e libero ritornare…

 

Raffaele Ercole Sganga

 




 

Dell’alba il canto

 

Alba

 

Ho contemplato l’alba

quando gli uccelli

sonnecchiano nei nidi

e gl’implumi

nel tepore materno

non pigolano ancora.

Ho contemplato i grandi alberi

e il vento taceva

negli immobili istanti

del creato,

silenziosi, eterni:

prima che l’aurora sorgesse

foriera di aurea e rosea luce.

 

Alda Gallerano

 




 

Destino

 

stellata

 

Come scintilla muta

addormentata nell’Immanifesto

ho ondeggiato attorno alla luce

che tratteneva il respiro.

Sono poi stato gas che precipita

nell’incommensurabile vuoto cosmico

fin dove il desiderio

mi concretizzò nella purissima

stasi del granito.

 

Ahi, quale sferzante immobilità

in faccia ai venti di ponente

e di levante, solo, tra i ghiacci

e le stelle e i raggi infuocati

del sole d’agosto.

 

Vanità o brama o non ricordo

mi volle lichene, abete, ginestra

sulle pendici del Vesuvio,

a raccogliere le ultime parole

del Poeta oltraggiato dalla Natura.

 

E fu forse in quella fragile

gialla inconsistenza dell’essere

che concepii il movimento

come possibilità dell’infinito

spazio animale.

 

Ahi, strisciare di serpi tra i rovi

e urla di cinghiali nella brughiera,

e la vasta circolare savana

della fame e della sete

e delle mie fauci

grondanti sangue…

 

Conservo immagini della luna

che filtra nell’intricata foresta

e il senso leggero delle orme

del caimano sull’erba…

 

Quando emerse dal dolore

e dall’amore questo corpo umano?

Quando la parola mi liberò

dal rovente silenzio della Natura?

 

Tutto mi si presenta ora

misterioso e bello e straziante

e il desiderio incontenibile

dilania ancora il mio cuore

tra abissi simmetrici

dei quali non scorgo

il negro fondo…

 

I miei piedi amano danzare

ancora nella rigogliosa terra

ma il mio sguardo

è ormai preda della nostalgia

della Sua voce e scruta

senza posa tra le stelle.

 

Marco Rossi

 




 

Macte animo

 

Coraggio Macte animo

 

Notte si stende

sulla fusa lava dei pensieri

che la pietra porta

sul quel che sembra

che sia pace, ma aspetta

che un improvviso imbrunire

ricolmi di ombra la veste

che cinge le ossa

nell’attimo sorgivo

degli ori solari

che empiono i Cieli

di vespro e di sospiri,

di lacrime terse,

 

di mèste preghiere

ritorte sui cirri,

sui bianchi riflessi

dell’animo umano.

Coraggio!

Quel forte monsone

che spinge

le schiene all’obbedienza,

che gonfia

le vele dei Voleri,

nella fòlgore iridescente,

nei Nuovi Tempi manifesta

per il risveglio dell’Uomo.

 

Pietro Sculco