Liriche e arti figurative

Il vostro spazio

Liriche e arti figurative

Carmelo Nino Trovato «Acquario atlantideo»

Carmelo Nino Trovato «Acquario atlantideo»

 




Nell’azzurro tenue del cielo

una striscia di rosa compare

fra spoglie ragnatele di rami:

è il preludio

a una notte d’Avvento.

Luna piena

 

 

Come sei bella, Luna,

nella tua pienezza!

Divina,

nella luce

che ogni stella spegne.

Solo Venere

del tuo splendore è compagna

in questo chiaro cielo

della notte.

E tu, mio amore lontano,

contempla questa luna,

amami in lei!

Del mio amore

ti porta la pienezza,

del tuo amore

mi dona lo splendore.

 

 

Il canto delle stelle

di una limpida notte

come un’eco possente

tra cielo e terra

si stende.

Al di là i cori degli angeli

al di qua, sulla terra,

gli uomini ascoltano,

aperti allo spazio infinito,

ad abbracciarlo.

 

Alda Gallerano

 




INCARNAZIONE

 

Madri

 

Nel furore della tempesta,

dal profondo della nera notte

progenitrice dei sogni

e del tremolante cielo stellato,

corrono le anime

accese d’una passione

incontenibile

alla volta dei corpi.

Silenzio inarrestabile sorge

nei talami sconvolti

dall’inarrestabile incarnazione:

singulti si spengono

e cuori ardono nella tenebra.

Lacerazione delle madri

innocenti e colpevoli nell’amore

e nell’involto oblio dell’essere

che germoglia la propria

presenza infinita…

Sopore infinito…

dormire… morire… sognare…

dell’aria tersa

che l’aurora porta.

Indefinito cullarsi nella luce…

mentre il maschio fuoco della terra

chiama: All’armi! le madri.

 

 

Marco Rossi




 

L’inganno

 

Luce e inganno

 

Abbiamo in noi la luce

poiché siamo la luce

abbiamo in noi il dolore

e non siamo il dolore

perpetriamo l’inganno

ma non siamo l’inganno.

E la luce

non può vedere se stessa

se non vuole.

Cosí il dolore

e l’inganno

offuscano la luce

che non può

trasformare nuovamente

il dolore in luce

se non vuole.

Perché la luce

trasforma il dolore

e illumina l’inganno

ma solo la luce

può

se cosí vuole.

E noi possiamo crederci

luce

possiamo crederci

inganno.

Quale che sia l’inganno

in quanto inganno

non appartiene a chi lo porta

quale che sia la luce

essa illumina e conosce

in quanto luce.

 

Stelvio

 




 

BUONA SERA

 

Liliana Macera Viale

 

Buona sera,

non parlare.

Tanto grato

è questo silenzio

al mio spirito.

Fissami negli occhi

e guardando i tuoi

vedrò spazi infiniti

e inascoltate musiche

lontane

mi sfioreranno.

Sorto d’incanto

al mio fianco,

hai la lievità

della spuma del mare,

il mormorio sommesso

degli alberi alla sera

illuminati da aurei riflessi

crepuscolari.

Facciamo sosta

in questo viale.

Non parlare,

l’alba e il tramonto

sono nelle tue pupille,

e temo di veder

morire il sole

sotto le tue palpebre.

Dammi la tua mano

e udrò un rincorrersi

di parole non dette

in quest’ora di fiaba,

in quest’attimo

d’interminabile speranza.

Buona sera,

reclina il tuo capo

sulla mia spalla

sino a sfiorarmi il viso;

i tuoi capelli

mi narreranno

storie meravigliose

e forse, chissà,

rivivranno anche gli eroi

della mia fanciullezza

alla magia

del tuo respiro.

Ha un sapore nuovo

il tuo silenzio,

questa sera,

non so se

d’antiche leggende

o d’amore.

Buona notte, svanisci

tra le nubi del sogno,

ed io, stanco il capo,

scivolo giú

in cerca di un sostegno,

ma fredda è la stanza

deserta di te.

 

Lirica e dipinto di Liliana Macera