Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

Carmelo Nino Trovato «Acque sognanti – Sera in periferia»

Carmelo Nino Trovato
«Acque sognanti – Sera in periferia»

 




 

Tempesta

 

Gl’infiniti tuoi volti,

Natura,

vorrei cantare

che del Creato

sono meraviglia.

Tutti i colori

e gli eventi

che cielo e stagioni

mutano in te.

Tutto è bellezza,

anche venti impetuosi

e tempeste:

bellezza d’ira divina

che l’uomo scuote

e la coscienza desta.

 

 

Alda Gallerano

 




 

Dove nel tempo?

 

Raggio di sole

 

Un raggio improvviso di sole,

apertura inaspettata di nubi,

nella mia camera stamattina;

nuota nello spazio attorno

la musica di un immobile

giradischi, ed io, seduto,

guardo ed ascolto,

null’altro che questo,

mentre le nubi davanti al sole

fanno, della sua, la luce

di un faro che, a sprazzi,

mi sveglia entrando

e mi assopisce,

dissolvendo in ombre

l’abbaglio della forma

e dei colori, e poi ricordi,

tanti, tanti ricordi e domande,

tante, sentite piú che pensate,

e risposte, attese piú che espresse

che non arrivando mai…

continua l’attesa

ed i ricordi, cari amati ricordi

svolgono tutta la vita

già passata, d’un fiato,

come un tappeto prezioso

ai piedi di un re,

è la mia vita che guardo…

di quanti dolori quante gioie

oh quanti visi amati e parole

e momenti di lucida armonia

o dell’odio tensione gelante

tutto qui davanti, ma che bella

sorpresa, anche tu qui,

quanto tempo, ricordi?

E lui lí che fa, ma guarda un po’,

e tu, tu avanzi e tutti svaniti

a noi d’intorno, restiamo noi…

Cara Luce del ricordo, la mia vita

contieni e t’appartiene tutto

anche il presente, ricordi, speranze

tutto contieni tu, scrigno di Luce,

ed io, qui, commosso guardo

ciò che si chiama vita e poi…

ancora tu, ma non dovevamo

vederci piú, e come stai?

Amore mio, tu che con mille visi

formi la mia vita: ti amo…

vedete, ecco, si apre,

una volta ancora

e piomba lavandomi violento

il Santo Dolore del vivo che sa

e poi anch’esso passa oltre,

respiro del mistero della vita,

profondo, diventa ricordo,

di lacrime presenti bagnato,

ed ancora una boccata di pipa, va!

e le note che continuano a volare

qui attorno e danzano su loro

i sogni speranza tutti vivi, qui, ora

davanti a me seduto con la penna

scrivo, guardo, ascolto,

null’altro… sembra!

 

Fulvio Andriassevich




 

Accorata elegia

 

Macera Donne in nero

 

Il paese deserto

dolorosamente

restituisce

l’eco dei passi.

Si sente

la nostalgia,

il rimpianto,

la lacerazione,

il desiderio

di perpetuare,

di fissare.

Rassegnazione,

solitudine,

inquietudine.

Teoria di figure

vestite di nero,

asciutte di lacrime

con un’angoscia

antica addosso.

Figure sparse

come ritagliate

da vecchi giornali.

Gesti parchi,

occhi riflessi,

sguardi abbassati

di uomini

consumati

dal tempo

per un antico

pensiero.

 

Lirica e dipinto di Liliana Macera

 




 

Conservare la voce

            

Tristezza

 

Non vi sono rancori,

né giudizi verso coloro

che hanno generato dolore.

Mi ritirerei

nelle sperdute dimore

per riflettere

e conservare

la mia voce:

da sempre essa

urlerebbe al mondo

la sua conforme

fragilità.

Molte volte

risalgono a galla

le mie incertezze,

cerco sempre

di renderle semplici,

rigenerarle e restituirle

al mio essere

piú nitide.

 

 

Rita Marcía

 




 

Notte

 

escala-de-jacob-en-betel

 

Di notte è diverso.

Diverso dal giorno.

Diverso da tutto.

La notte si torna

lí dove si è nati,

lí dove cerchiamo

i nostri parenti,

lí dove incontriamo

i nostri defunti.

E in noi cosa resta?

Si accende una luce

che porta ristoro,

che scrive in eterico

le regole nuove,

le linee e i colori

che il Cosmo ci ha dato.

Di notte si vede

una schiera di angeli

salire e poi scendere

sul Figlio dell’Uomo,

su quello che anela

di essere eletto

come nuova casa

del Dio che nel Sole

un tempo viveva.

 

 

Pietro Sculco