Spiriti attivi
Gli Spiriti di popolo esistono. Lo Spirito di popolo esiste anche se la quasi totalità degli uomini non si rende conto che Egli è un essere invisibile, attivo e vivente. Coloro che praticano la Scienza dello Spirito hanno la capacità di intuirlo attraverso il pensiero, gli Iniziati possono vivere, entrare in Lui con i sensi spirituali. Quando vince una squadra nazionale di calcio i cuori si aprono alla festa e possono essere travolti da una inspiegabile commozione. L’innocente livello del tifo calcistico è tra i meno significativi della scala evolutiva, eppure esiste. Quando c’è empatia e generosità nell’aiutare i propri conterranei, magari colpiti da una catastrofe, il tenore spirituale si eleva, e agiscono spiriti buoni. Se un bambino viene sfiorato dall’amor di patria, magari ascoltando la banda degli Alpini, o guardando il tricolore, sicuramente non solo qualcosa ma Qualcuno agisce.
Gli Spiriti di popolo si manifestano dapprima attraverso forme istintive, quindi attraverso il sentimento. Sono pensieri ed entità che i popoli avvertono ancora prima che giungano a coscienza. Infine, può arrivare il pensiero coadiuvato dall’opera di personalità umane capaci di interpretare la missione storica della propria comunità. Le idee fluttuano: a Trieste, città di confine è possibile percepire un’aria multiculturale che non può non tenere conto di una cultura asburgica ed austroungarica.
A Bolzano convivono due Spiriti diversi: uno tedesco e uno italiano. Per nostra fortuna si tengono per mano, ma negli anni ’60 il doppio lunare agí prepotentemente nella stagione del terrorismo sudtirolese e nella forte repressione italiana.
Idee aleggianti: il buon senso comune
Il popolo può intuire attraverso il buonsenso tutta una serie di idee senza peraltro rendersi conto che dietro a quel buon senso ci siano entità viventi che operano nell’evoluzione di quella comunità. Molte volte sono le persone piú semplici, quelle che fanno i lavori manuali, le “meno studiate” ad afferrare queste idee aleggianti.
Che le auto elettriche siano una impraticabile utopia se ne sono resi conto in moltissimi; infatti, le vendite di questi mezzi sono in crollo totale e per questo, soprattutto in Tv, siamo bersagliati dalla pubblicità di auto elettriche ad ogni piè sospinto.
Altro caso di buon senso: dopo la cosiddetta psicopandemia e le innumerevoli reazioni avverse, i sieri anti-Covid giacciono inutilizzati e solo una percentuale piccolissima oggi ne fa uso. Per contro, le medicine non chimiche sono diffusissime, altrimenti le parafarmacie fitoterapiche ed omeopatiche non prospererebbero, invece si moltiplicano.
Terzo esempio: che il denaro contante sia necessario oltre a quello digitale appare chiaro dopo giornate di blackout elettrico come quello che ha colpito la Spagna poco tempo fa. La gente inizia a capire che oltre all’ascensore sono assolutamente necessarie anche le scale. Nessuna persona di buonsenso comprerebbe un appartamento in un palazzo dotato solo di un ascensore elettrico e nessuna persona di buon senso si affiderebbe ai soli pagamenti con bancomat e cellulare.

Dobrinka Tabakova
Cerchiamo il buonsenso nell’arte: nella musica colta (chiamata classica dai piú) ci si è resi conto della necessità dell’armonia e della tonalità rispetto alle sperimentazioni cacofoniche e rumoristiche dell’altro secolo. Sono nati compositori classici come Max Richter, Ennio Morricone, Arvo Part, Valentyn Sylvestrov, Hans Zimmer o Dobrinka Tabakova, che hanno riportato in carreggiata l’arte musicale contemporanea. Perfino la migliore musica popolare eseguita con strumenti e orchestre classiche ritrova una dignità che Stockausen, Boulez o Webern non conoscevano. Le persone piú sensibili, anche se non hanno fatto studi approfonditi, con buonsenso comune capiscono dove alberga il bello.
Altri esempi: il grande pubblico richiede vicende comprensibili e non le bislacche opere inconcludenti e noiose che talune avanguardie propinano ammantandosi di cultura. E poi c’è l’etica e la pedagogia. Che i giovani vadano educati al rispetto e all’ordine nella vita piuttosto che al caos valoriale nel disordine dei centri sociali, che vadano tenuti lontano dalla pigrizia dall’uso di droghe e alcol lo intuiscono la maggioranza dei genitori. Il buonsenso della maggioranza si rende conto che i minori non vadano chirurgicamente mutilati e non si debba usare farmaci bloccanti la pubertà come vorrebbero i gender-attivisti per stravolgere la natura. Il buonsenso comune rispetto all’immigrazione ispira alla maggioranza degli europei la logica idea che la migrazione incontrollata può provocare danni immensi. Una parte considerevole delle popolazioni europee inizia anche a percepire la menzogna che si nasconde nei giornali e nella televisione. Prosperano le comunicazioni alternative. Il buonsenso economico ci dice che è logico legarsi commercialmente soprattutto per le materie prime con la Russia.
L’ondata evolutiva è ispirata dagli Spiriti di popolo (che finalmente vengono ascoltati) e trovano moltitudini capaci di sposare il buonsenso, ovvero il senso del bene. L’intellettualità che si definisce progressista, la classe culturalmente e politicamente dominante in Europa, la classe privilegiata che crede ancora nel globalismo, considera questo senso del bene comune qualcosa di conservatore, reazionario, populista o addirittura “fascista”. Di fatto ci troviamo di fronte ad aristocrazie economiche, politiche e culturali che si oppongono al vero, al bello, al buono.
I cosiddetti populismi
Questo portato di intelligenza popolare istintiva e senso naturale arriva nella politica e prende il nome di populismo. Il populismo è avversato dai globalisti che in Europa cercano soluzioni contrarie al volere dei popoli e al buon senso comune. La reazione si è fatta sentire: In Slovacchia e Ungheria, gli attentati a Robert Fico e Viktor Orban segnano un’escalation di tensione. In Romania, il candidato vincente è stato escluso dalle elezioni, mentre il candidato antieuropeo che lo ha sostituito e pro-pace con la Russia ha dominato il primo turno con il 40% dei voti. In Francia, Marine Le Pen è stata incriminata per impedirle di parteci pare alle elezioni. In Germania, Alternative für Deutschland, ormai maggioritario, è stato dichiarato non democratico. In Gran Bretagna, il partito di Nigel Farage vince nelle amministrative e l’elezione suppletiva per la Camera dei Comuni, mentre i laburisti arrestano venti persone al giorno per post anti-immigrazione o no-woke sui social-media. Sono i gesti disperati di una élite globalista che con l’avvento dei BRICS non sa piú che pesci pigliare per arrestare il proprio declino. Si accusa la propaganda russa, ma in realtà sono gli Spiriti di popolo che si ridestano esigendo il buon senso comune. Nella nostra Italia l’abilità teatrale di Giorgia Meloni, le permette di barcamenarsi con i poteri che ci tengono sotto scacco economico. La proconsole Meloni (memore della lezione di Francisco Franco che ha tenuto la Spagna fuori dai disastri della Seconda guerra mondiale) assesta un colpo al cerchio e uno alla botte. Quasi certamente ha concordato con Trump una tattica ambigua in attesa del crollo globalista anche in Europa e la sostituzione dei progressisti con i conservatori.
La svolta conservatrice
Il mondo sta prendendo una piega piú conservatrice e meno progressista. Perfino il nuovo Papa Leone XIV (con la dovuta cautela della Chiesa di Roma) dovrà riposizionarsi, facendo i conti con due dati: a) la spaccatura nella chiesa statunitense tra MAGA e democratici; b) l’enorme crescita di pentecostali, carismatici e protestanti non classici negli ultimi trent’anni. Crescita che è di circa 497 milioni di fedeli, molto vicina alla stima di mezzo miliardo di nuovi adepti. Questo aumento è guidato principalmente dai pentecostali, che prosperano nel Sud globale grazie a fattori come l’evangelizzazione, le reti sociali e un’esperienza spirituale diretta. Ecco il motivo per cui la Chiesa di Pietro dovrà abbandonare il progressismo gesuitico di Bergoglio (per molti non è mai stato papa) e trovare nuove strade verso una religiosità meno “sociale”, piú interiorizzata e soprattutto piú carismatica.
Il nuovo papa parlerà sempre piú in termini religiosi per contrastare le spinte “fai da te” che allontanano i fedeli dalla chiesa di Pietro e le avvicinano alle sette protestanti. Malgrado la dialettica spiritualistica ci sono elementi che fanno pensare che il nuovo papa americano sarà un abilissimo politico capace di traghettare il cattolicesimo progressista nel mondo conservatore che si profila all’orizzonte. Di tutti i papi stranieri, quello polacco, tedesco o argentino, l’americano è quello che fino dalla prima apparizione ha padroneggiato meglio la nostra lingua, che poi è la lingua del potere della curia d’Oltretevere. La padronanza dell’italiano con la correzione della pronuncia e la sottile rimozione degli anglicismi è dovuta all’uso pregresso dello spagnolo, ma anche di una lavoro fonetico che lascia intendere una prospettiva strategica in atto per la conquista del potere temporale.
Prevost probabilmente sapeva bene di avere forti chance d’elezione in breve tempo, anche e soprattutto, dopo l’immensa donazione di Trump alle finanze vaticane. Quattordici milioni di dollari nelle casse della Chiesa versati pochi giorni prima dell’elezione di un papa americano. Tecnicamente si potrebbe chiamare simonia, ed è confortata da un post umoristico e irriverente pubblicato dallo stesso Trump sui suoi social, in cui si vede l’imperatore travestito da papa. Come per dire: il nuovo papa lo eleggo io! Ma se la chiesa di Roma si regge da secoli è per la sua straordinaria e millenaria capacità di adeguarsi ai cambiamenti storici, anche quello di adeguarsi ai potenti di questa terra.
La mancanza di continuità con Bergoglio
Se vogliamo trovare delle coincidenze positive possiamo dire anche che l’8 maggio, data di elezione di Leone XIV, è la data liturgica che celebra l’apparizione di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, un evento che risale al 490, quando l’Arcangelo apparve al vescovo Lorenzo Maiorano, chiedendo la dedicazione della grotta al culto cristiano.
Certi della benedizione micaelita possiamo però riporre fiducia anche in altri fatti piú umani, tenendo conto che la Chiesa di Pietro ha un ruolo sempre piú secondario nell’evoluzione di questo nostro tempo. Leone XIV ha un’impronta conservatrice in tutti i campi dottrinali: aborto, gender, gay, fine vita, anti-transumanesimo ecc., tranne che sull’immigrazione, dove esprime posizioni bergogliane. A ben vedere però quelle a favore dell’immigrazione sono parole al vento, in quanto questa è una battaglia già persa dai globalisti. Anche i democratici, nei fatti, spinti dal populismo, hanno dovuto fare retromarcia e non vedremo piú un’invasione di disperati verso l’Occidente come quella degli ultimi decenni. Perfino l’attacco al vicepresidente Vance è stato un capolavoro d’astuzia politica di Prevost per ingraziarsi i voti dei cardinali progressisti qualche giorno prima del voto. E se il caso volesse che non fosse cosí, comunque la sua mossa per eterogenesi dei fini ha raggiunto l’obiettivo. Per inciso, Prevost dal 2012 ha votato repubblicano. La rivoluzione trumpiana è arrivata da solo cento giorni e dovrà ancora lottare per affermarsi, ma l’elezione di un papa statunitense, comunque porterà lustro all’amministrazione. Infine, la scelta di un nome papale cosí desueto, il predecessore Leone XIII fu il piú accanito antimassone della storia della Chiesa e la sua enciclica Humanum Genus, del 1884, ne è testimonianza. Prevost sa bene cosa siano le lobby mondialiste e malgrado pubblichi pochissimo sui social, nel 2018 ha condiviso un post di un frate colombiano che scriveva: «los MASS MEDIA, vendidos al Nuevo Orden Mundial».
In conclusione, la posizione di Leone XIV è terzomondista per la parte “peruviana” e statunitense per nascita, quindi anti Kabala, antimassonica e di conseguenza antibritannica. Una posizione ben lontana dalle posizioni di George Soros e del Word Economic Forum che piacevano a Bergoglio. Sembra inoltre confermato che Prevost abbia avuto il permesso per celebrare per anni in Vaticano messe latine con rito tridentino, la qual cosa lo porrebbe in una posizione ben diversa dai bergogliani progressisti. L’incognita riguarda i rapporti con Israele, ma è nota la capacità politica del nuovo pontefice, che è tutto tranne che un mistico ingenuo. Prevost conosce la nuova condizione imperiale del mondo. I progressisti con l’ultimo Conclave hanno perso un’altra importante pedina e il volto scuro in Tv di alcuni giornalisti di sinistra, piú avveduti degli altri, lo testimonia. La maggioranza del mainstream ha invece sostenuto la continuità con il papa nero.
Ordine e disciplina
Tre sono gli imperi oggi prevalenti nel mondo multipolare che ha sostituito il globalismo: Russia, Cina e Stati Uniti. Queste tre realtà si contraddistinguono per l’enorme e irreversibile avanzamento tecnologico. Stati Uniti e Cina sono un passo avanti rispetto alla Russia in tutti i campi tranne che in uno: quello militare. Nel campo bellico la Russia sopravanza gli altri due imperi e in questo modo raggiunge la potenza degli altri contendenti. La situazione non ci entusiasma: l’impero cinese esercita un formidabile controllo sociale interno grazie alle tecnologie di controllo, ma anche per l’attitudine nazionalistica.
La “religione” di stato cinese confuciana è un sistema etico-filosofico-religioso basato su moralità, rispetto per l’autorità e armonia sociale, con rituali legati al partito. In Cina le giovani generazioni, ben educate e competitive, danno al paese una forza enorme che l’Occidente non ha. Fin dall’asilo i bambini cinesi riordinano aule e refettori. Ordine, disciplina, competitività trionfano nel Celeste Impero.
Di fronte a questa forza istillata nelle nuove generazioni asiatiche, affinché gli USA non soccombano Trump ha ideato un’alleanza tra le grandi aziende di tecnologia e la componente tradizionalistica, familiare e religiosa del suo Paese. Dovrà fare in modo che le future generazioni statunitensi possano avere: a) un lavoro manuale e/o un lavoro intellettuale; b) che non siano logorate dall’insensatezza degenerescente dell’ultimo mezzo secolo a guida democratico-progressista, fautrice di disordine e declino sociale. Per stare al passo con la Cina, gli americani dovranno quindi cambiare il modello educativo. L’operazione è riuscita allo zar Putin che sta sostenendo sempre piú i valori della Chiesa ortodossa. In conclusione, tutti e tre gli imperatori contemporanei sono consapevoli che la salvezza dei loro imperi risiede nell’ordine sociale collettivo inculcato fino dall’infanzia, nei valori familiari e patriottici.
L’inquadramento giovanile di ogni impero

Gioventú russa
Se si vuole creare un humus culturale omogeneo in una nazione è necessario impegnarsi a creare una cultura condivisa fino dalla prima età di scolarizzazione dei bambini. Questa attenzione all’ordine e alla disciplina infantile e giovanile è estremamente sgradita al vecchio potere progressista che stigmatizza queste prospettive come illiberali o addirittura fasciste. I globalisti e i sostenitori della “società aperta” di George Soros, sconfitti negli USA, si sono ormai arroccati in Europa, Regno Unito, Canada e Australia. Costoro avevano ed hanno ancora un approccio opposto nei confronti delle nuove generazioni: hanno tentato, e in parte ci sono riusciti, ad unificare molti giovani in una bolla di insensatezza, relativismo e diseducazione. Il loro obiettivo era trasformare le future generazioni in apolidi senza genere definito. Ragazzi dediti alla ricerca del piacere individuale e all’inserimento in una macchina produttiva controllata dalle multinazionali.

Gioventù cinese
Il diabolico piano è fallito, e in futuro assisteremo a un ritorno alla tradizione conservatrice per motivi geopolitici, perché solo questo tipo di educazione può garantire la creazione di future classi dirigenti di qualsiasi impero.
La gioventú dei tre imperi avrà sempre piú bisogno di plasmarsi in modo ordinato e patriottico, mentre, purtroppo nelle province c’è la possibilità di lasciar prosperare il disordine educativo. I tre nuovi imperi, occidentale, russo e statunitense, dovranno ricorrere al recupero di prospettive conservatrici e patriottiche per mantenere la loro stessa sopravvivenza e integrità economico-militare. Per russi e cinesi non è un problema, l’India e l’Iran non saranno da meno.

Gioventù USA di un tempo
Il punto critico riguarda gli statunitensi, che non dispongono piú di alcuna forma di scoutismo nazionalistico dalla struttura disciplinata, con una chiara catena di comando e un’enfasi su ordine, obbedienza e uniformità. Insomma, il metodo di controllo sociale attuato nella Cina comunista e il consenso in Russia del putinismo obbligherà l’America al cambio di paradigma senza il quale ci sarebbe un declino caotico nello Stato Guida dell’Occidente. Il divario con Cina e Russia diventerebbe incolmabile se i globalisti tornassero al potere. Ma questa è una possibilità lontana, anche perché a livello finanziario stanno avvenendo mutazioni inaudite che tagliano alle radici i poteri globalisti.
Generazioni disastrate
Il processo dissolutivo dei valori tradizionali è stato veicolato sia dal progressismo che si è accanito nel demolire i paradigmi di Dio, Patria e Famiglia dal consumismo edonistico. Queste idee caotiche hanno prodotto uno stato diffuso di debolezza che ha investito piú generazioni. Quando i genitori attaccano gli insegnanti per difendere i figli delinquenti c’è già una responsabilità plurigenerazionale. Il ritorno del conservatorismo è quindi un elemento di sopravvivenza per l’Occidente. L’indebolimento valoriale dei giovani voluto dai cosiddetti progressisti e dai democratici ha penalizzato pesantemente anche gli Stati Uniti d’America al proprio interno. Il problema per l’Occidente è il disagio psicologico di gran parte delle proprie nuove generazioni, soprattutto quelle urbane.
Ogni rivoluzione, anche quella trumpiana, non potrà consolidarsi senza una rettificazione educativa, e non è un caso che uno dei primi provvedimenti di Trump è stata la lotta contro il Fentanyl e le oscenità Woke delle élite hollywoodiane. I giovani occidentali sono molto fragili a causa delle sofferenze psicologiche determinate dal vuoto educativo e ideale. Tra i giovani statunitensi uno su cinque ha avuto pensieri suicidi nel 2018 e il problema si pone per l’Europa in modo ancora piú pressante. L’Occidente è costretto a scelte conservatrici per sopravvivere.
Libertà e Rinascita Spirituale Italiana
Il riconoscimento di queste realtà non significa affatto la condivisione con modelli troppo autoritari, per noi che amiamo in primis la libertà. Comunque dobbiamo rilevare un istinto popolare conservativo tendente alla rettificazione della civiltà dopo mezzo secolo di sinistre follie diseducative. Il processo dissolutivo dei valori tradizionali è stato veicolato sia dal progressismo, che si è accanito nel demolire i paradigmi riassumibili in Dio, Patria e Famiglia, che dal consumismo edonistico importato dai paesi anglofoni, e queste idee errate andranno confutate culturalmente. Il trinomio “Dio, Patria, Famiglia” appare in forme simili in scritti del XIX secolo, come nel testo “I Doveri dell’uomo” (1860) di Giuseppe Mazzini, figura chiave del Risorgimento italiano. Mazzini scrive: «Voglio parlarvi, come il core mi detta, delle cose piú sante che noi conosciamo, di Dio, dell’Umanità, della Patria, della Famiglia.» Qui, però, grazie a Mazzini si tratta di un quadrinomio che include “Umanità”, dando un significato spiritualmente piú universalistico.
Rudolf Steiner descrive il quinto periodo come un’epoca dominata dall’influsso anglofono, che porta con sé un materialismo intellettuale e sociale, ma ci avverte che questo deve essere superato per evitare un declino spirituale dell’umanità. Ecco allora che avendo chiaro il panorama di un impulso anglofono legato all’impero britannico dominato da lobby legate ai poteri nascosti e piú oscuri, noi diremmo della Kabala e di un influsso angloamericano che può risultare meno negativo.
È il neoconservatorismo emerso nella società statunitense con Trump e Robert Kennedy Junior. Per chi come noi si ispira agli insegnamenti di Rudolf Steiner, è importante comprendere le dinamiche geopolitiche, che porteranno verso il conservatorismo in Occidente, e compito nostro sarà inserire l’elemento di libertà nell’educazione senza rinunciare all’autorevolezza.
Ribadiamo però che se si vuole creare un humus culturale omogeneo in una nazione, è necessario impegnarsi a creare una cultura condivisa fino dalla prima età di scolarizzazione dei bambini. Il fenomeno delle bande di Maranza che appestano le città italiane è risolvibile soltanto organizzando la gioventú fino dagli asili e supportando degli ideali comunitari.
Un compito che non potrà essere svolto senza un ritorno agli Spiriti di Popolo riportando amore e, nel nostro caso, riportando venerazione per la lingua e l’arte italiana, perlomeno nelle scuole libere o parentali, in attesa che la classe docente esca dall’ipnosi progressista.
L’Opera visibile e invisibile di Massimo Scaligero è stata essenziale, oseremmo dire miracolosa, nel preservare un nucleo di integrità spirituale e di forze di salvezza nella nostra amata Italia, e se oggi noi italiani vediamo una luce in fondo al tunnel lo dobbiamo soprattutto a lui.
Salvino Ruoli