Tangenza con l'infinito

Ascesi

Tangenza con l'infinito

Tangenza con l'Infinito

 

Dinanzi a qualsiasi stato d’animo, l’Io deve essere il dominatore identico a sé e perciò capace di donarsi a tutto, afferrando tutto, senza perdere se stesso, anzi ritrovandosi piú forte nel suo assoluto essere puro e capace di immergersi in tutto. A ciò che duole nell’anima provvede il Karma positivo se si è capaci di neutralità positiva. Cosí è sempre, per sbaragliare le barriere oltre la serie degli equivoci umani.

 

Fuoriuscire dalla soggettività ingannatrice: ognu­no vi è immerso. Perciò nessuno è colpevole. Chi fuoriesce dalla soggettività, educa la soggettività altrui, ne aiuta la liberazione. Questo superare la soggettività e vedere che ogni essere vi è immerso non libero, è l’inizio della liberazione.

 

Sentore di tempesta, crisi del tempo: caos delle correnti della natura, lampi della forza che avanza per restituire luce intuitiva agli uomini. Michele dà segni della sua presenza: compenso a una lunga mora delle anime sopraffatte.

 

Lo spazio è la relazione ideale del mondo fisico: occorre il livello fisico per parlare di spazio. Fuori di un mondo fisico-sensibile non ha senso parlare di spazio, anche se lo spazio è un quid ideale, una relazione di pensiero, rispondente a un’effettiva relazione eterica (alto-basso, destra-sinistra, avanti-indietro). Il punto d’incontro di questa trama eterica con il mondo fisico è l’atomo: le direzioni eteriche s’incontrano spazialmente e generano l’atomo: come ente ideale ha una sua controparte fisica, che è quella sperimentata dai fisici nucleari. Allorché essi dalla parte fisica deducono la parte originaria di cui sopra (senza percepirla) errano, parlano di antimateria, o di antiprotone ecc. Questo pensiero era necessario dato il solito equivoco, in questi giorni, circa l’antiprotone. Come direzione umana deve sempre essere presente il pensiero di verità, che distrugge l’errore ahrimanico.

 

Tangenza con l’Infinito: scenari antichi che dileguano vuoti, come spazio fugato dalla luce. La Luce è il nome d’Amore dell’Universo che si pronuncia nell’anima, perché la Vita sia di nuovo origine del mondo. Il dono del Cosmo è l’erompere della Luce d’Amore oltre il limite egoico, il ritorno del Volere piú puro al servizio divino, perché la natura inferiore taccia, scompaia, giaccia in sé, sia nulla. Viva solo il volere micheliano, erompa, tragga la gioia illimitata con sé, la pura donazione d’Amore al tutto, a ognuno, come opus silenzioso.

 

Essere sempre al centro della vicenda, come al centro del mondo. Ogni luogo è il centro del mondo: perché sia vittorioso l’essere che lotta ignaro, o avverso: perché abbia la sua custodia, la forza della sua pace, che nasce dalla nostra volontà di pace: generosità infinita verso ogni essere, anche il piú immeritevole.

 

Svuotamento del serpe, trasformazione sottile della forza, rinascita del puro fluido sacrale, per la redenzione del movimento. Liberazione assoluta: agilità dell’ense, moto puro senza spazio, che si veste di spazio nel lampo: nella folgore che incenerisce la brama, cosí come nell’ājňa-chakra incenerisce le passioni.

 

 

Massimo Scaligero

(da AcCORdo)