La meta da raggiungere

Critica sociale

La meta da raggiungere

L’economia si dinamizzerà ancor di piú quando sarà riuscita a superare gli ostacoli provocati da una concezione della ricchezza che vede solo quantità materiali da accumulare e denaro che, conservandosi indefinitamente, deve rendere sempre di piú senza nessuno sforzo. Solo riportando la ricchezza alla sua funzione sociale, mediante il rapporto diretto con la dote imprenditoriale e con la donazione, sarà possibile aspirare a un vero equilibrio e rendere vane tutte le accuse classiste.

 

Ogni uomo oggi, a prescindere dalle sue convinzioni e dal suo colore politico, patisce un oscuro senso di soffocamento e di angoscia di fronte alla massa di problemi irrisolti che lo premono da tutte le parti, tentando di schiacciarlo. Vorremmo sapere trasfondere la fiducia che ci viene dalla certezza che l’invadenza delle tenebre può ancora essere affrontata con la decisione e la forza della spada di Alessandro di fronte al nodo gordiano.

 

La terra è un mezzo di produzione, e ogni intervento su di essa dovrebbe essere considerato alla stregua di qualsiasi altra attività produttiva. L’agricoltura potrà superare le continue crisi se prima verrà affrancata da tutti i rapporti di diritto provenienti dal passato come mezzadria, affittanza ecc., ponendo però anche qui al vertice la figura dell’imprenditore-proprietario in grado di operare nel­l’ambito della libera iniziativa.

 

Lotta all’inflazione, stabilità dei prezzi, piena occupazione sono destinate a rimanere semplici enunciazioni programmatiche di ogni nuovo governo, se non si avrà il coraggio di riportare la vicenda economica a quella realtà che gli è negata dal pensiero razionale, se i suoi protagonisti non avranno la forza di assumersi completamente la responsabilità della sua gestione.

 

La giustizia fra gli uomini rimarrà sempre un sogno se un nuovo senso morale non ispirerà una istituzione statale-giuridica interamente dedicata a questo scopo.

 

Lotte fratricide

 

L’uomo continuerà a patire dolori, dubbi, contrasti, lotte fratricide se non deiderà con la sua volontà di realizzare il cammino verso la sua libertà interiore, dando a questa espe­rienza la collocazione sociale che le spetta.

 

Non esistono infatti programma economico, problema so­ciale, questione culturale che non vadano ricondotti alla realtà dell’uomo, al superamento della sua condizione attuale affin­ché, per la prima volta nella storia, egli possa divenire l’arte­fice cosciente della sua vicenda esteriore ed interiore.

 

A questa meta si oppongono, sul piano politico sia la falsa democrazia sia le concezioni collettiviste. Entrambe vogliono mantenere l’uomo nella antica tradizione di tribú, di comunità, di stirpe, di gregge, insomma guiidato da un pastore che oggi può non solo chiamarsi chiesa tradizionale (di qualsiasi con­fessione), ma anche tradizionalismo spirituale, partito, movi­mento estremista di destra o di sinistra, potere pubblico.

 

La Tripartizione dell’organismo sociale non vuole essere solo una soluzione pratica ai problemi esteriori di questo tempo, ma vuole rappresentare l’aiuto perché l’Io possa realizzarsi mediante l’esperienza sociale che ogni uomo vive nella nostra epoca.

 

 

Argo Villella

 


 

Selezione da: A. Villella Una via sociale Società Editrice Il Falco, Milano 1978.