L’amico Carmine Meringolo, chiamato Gino, era nato ad Acri, Cosenza, il 5 gennaio 1947, ed ha passato la Soglia lo scorso 12 giugno a Cosenza. Alcuni amici hanno voluto ricordarlo su questa pagina, e noi ci uniamo a loro, con l’affetto che ci lega a chi ha percorso con noi un tratto della Via.

Gino Meringolo
Antonio Chiappetta: Gino ha attraversato la nostra ricerca spirituale apportandovi la sua personale “cifra”, che era quella del sentimento. Su di essa ha voluto costruire la sua peculiare visione del mondo, acuta e assolutamente personale. Attivo, attento alle necessità di coloro che gli si rivolgevano, sempre disponibile, si è premurato di diffondere la visione antroposofica, mediata dalla sua grande anima, a coloro che, fuori dalla nostra piú ristretta cerchia, vedevano in lui un punto di riferimento esistenziale. Ben conscio, fino all’ultimo, della sua precaria salute, ha sempre sostenuto quelli che gli si avvicinavano con dolcezza e fermezza, senza mai lamentarsi. Si è speso generosamente e senza risparmio. Grazie Gino.
Marco Morrone: Sono stato io, molti anni fa, a far conoscere il nostro gruppo studio a Gino, che già procedeva sul sentiero dell’Antroposofia da serio, profondo e libero ricercatore del divino qual è sempre stato. Già al tempo del nostro primo incontro, in casa di amici comuni, scambiando poche parole, presentii che Gino sarebbe stato un amico leale, generoso ma soprattutto aperto al confronto e al dialogo. Ho ricevuto tanti contribuiti di pensiero e conoscenze da questo fratello nel quale da subito ho riconosciuto il tenace appassionato della Verità, che è il segno del viandante in cerca del Cristo.
Antonio Pisani: Gino, caro amico fraterno, nella tua appassionata ricerca dello Spirito, sostenuto dallo studio e dalla conoscenza hai dedicato la tua vita agli altri, dimostrandomi grande sentimento di amicizia in ogni momento di difficoltà. Convinto che la morte non esiste, hai passato la Soglia con animo sereno, pronto ad essere accolto nella Luce del Mondo Spirituale.
Angelo Meringolo: Mio fratello è stata una persona guidata dall’innocenza e dalla semplicità come era il posto in cui siamo nati e cresciuti, nonostante la sua grande cultura e conoscenza, che ha coltivato già in giovane età insieme alla sua grande religiosità. Anche quando stava male, finché ha potuto ha coltivato la preghiera. Non dimentichiamo il bene che ha sparso intorno a sé in modo gratuito attraverso consigli e buone parole, sempre pronto a ricevere telefonate. Si è spenta una luce grandiosa e ne sentiamo la mancanza.
Sandro Scalercio: Con Gino abbiamo condiviso l’anelito alla libertà, all’autonomia di pensiero, alla liberazione dell’individuo. Ha mantenuto questo suo proposito fino alla fine. Voglio sottolineare il suo sguardo acuto che, in assenza di qualsivoglia invadenza, sapeva osservare i colori dell’anima di chi aveva di fronte, e quando il momento era propizio arrivavano le parole di conforto. Non parole come palliativi, ma dense di elementi demiurgici, un balsamo per l’anima accorata. Una vita spesa nel suo ruolo di psicoterapeuta a sentire l’altro, nel senso pieno della parola, mai domo nel ricercare il proprio miglioramento personale per meglio soccorrere psicologicamente il prossimo. Che gli angeli ti accompagnino, caro Gino.