Il perfetto argonauta è libertà:
disposto alla partenza in ogni ora
non ha del mondo nulla da rimpiangere.
I compagni lo chiamano, raccolti
sulla riva nell’alba e lui, leggero,
discende alla banchina, li saluta.
Ed ecco, scioglie i canapi il nocchiero,
ecco aprirsi le vele, un lampo candido,
nelle narici l’usta dell’immenso,
alla bocca dall’anima ripullula
la sapida sostanza dell’arcano
che ha il sapore dei flutti. Sale e frange
divisa in schiuma l’onda alla polena.
Orfeo dipana il canto, vince l’aria
il melodiare delle corde, voce
tessuta al dialogare degli eroi,
calmi nel vento, pronti all’avventura.
Poiché andare è l’impresa; tutto il resto
da carpire alla fine – vello d’oro
o i dolci voti di una principessa –
solo nobili scuse, doviziosi
pretesti per l’eterno navigare.
Fulvio Di Lieto